Dobbiamo dircelo con molta franchezza. A tavola nella stragrande maggioranza delle case degli italiani, quando si riescono a dedicare una manciata di minuti alla politica, sottraendoli alla faticosa routine quotidiana, non si parla del congresso o del futuro leader del Partito Democratico. Gli argomenti principali sono la quota 100 sulle pensioni, la fattibilità o meno del reddito di cittadinanza, la preoccupazione per l’immigrazione, che troppo spesso ci porta superficialmente a discutere di razzismo e non della questione di fondo, rappresentata dalla paura di vedere ulteriormente ridotte le opportunità di lavoro e le garanzie di welfare. In definitiva della sorte del Partito Democratico sono più interessati i suoi dirigenti e chi aspira a diventarlo, mentre il popolo vero, giustamente, vorrebbe sentir parlare di politica e delle proposte alternative a quelle dell’attuale governo giallo-verde. Dei futuri individuali di Renzi, Franceschini o Zingaretti è interessato soprattutto chi si occupa di politica ogni giorno, ovvero un’esigua minoranza del Paese. Sono preoccupato che di questa disarmante ovvietà si rischi di prendere coscienza collettiva soltanto ai gazebo, dove è davvero semplice predire una presenza esigua, complici anche le centinaia di inutili e stucchevoli polemiche sui social.
Al contrario alle prossime elezioni europee assisteremo alla più alta affluenza mai vista per questo tipo di competizione elettorale. Le elezioni europee del 2019 avranno la valenza di elezioni politiche e per la prima volta sarà messa in discussione l’idea di Europa per come l’abbiamo conosciuta. Ai dirigenti nazionali del Partito Democratico dovremmo tutti assieme chiedere di smettere di parlare di noi stessi a noi stessi. Torniamo ad occuparci dei problemi delle persone e della visione che abbiamo del futuro. Ogni giorno siamo costretti a leggere agenzie di stampa, ascoltare interviste, osservare tweet, messagi e mail dove si parla di come cambiare il Partito Democratico. Usiamo il nostro tempo per spiegare alle persone come vorremmo cambiare questo Paese e l’Europa. Facciamolo da subito, fin dalla manifestazione di Piazza del Popolo del 30 settembre. Moratoria di post e tweet sui social, #bastafuocoamico come scrive giustamente la responsabile comunicazione del Pd Roma Claudia Daconto e raccontiamo delle cose fatte dove governiamo e delle nostre proposte dove siamo all’opposizione. La politica è molto semplice quando viene fatta per la collettività.
Anche perchè i messaggi democratici non riescono ad incidere sull’opinione pubblica, persino quando sono sacrosanti. Lo dimostra la questione dei 49 milioni di euro rubati dalla Lega allo Stato e che potranno essere restituiti in comode rate in 76 anni. La Lega potrebbe finire di pagare il suo debito quando Matteo Salvini avrà 120 anni. Ovvio che questo non avverrà mai e prima o poi, come capita ai partiti in Italia, basterà un condono tombale o semplicemente cambiare nome ed organizzazione, per evitare di pagare anche quelle rate. Questa decisione è vergognosa, perchè rende i politici diversi da tutti gli altri cittadini, ai quali dopo tre rate di mutuo non pagato portano via la casa. Di questa ingiustizia sociale, però, dobbiamo farne una battaglia politica che non si limiti all’indignazione. Si abbia il coraggio di sostenere in Parlamento una proposta di legge che conceda a tutti i cittadini la stessa possibilità data al Ministro dell’Interno, ovvero quella di spalmare mutui e debiti per più anni di quelli attualmente previsti. Abbassare le rate dei mutui può avere il duplice effetto di calmierare anche i costi degli affitti degli immobili e di rimettere in circolo denaro per rilanciare l’economia. Purtroppo invece di parlare di proposte politiche, continuiamo ad inseguire le polpette avvelenate, come l’audio di Rocco Casalino sui dirigenti del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Casalino è il peggior prodotto del Berlusconismo e conosce bene come usare la comunicazione. Le sue dichiarazioni non sono gravi perchè minacciose, ma perchè sottendono che le promesse elettorali non saranno mantenute e che come al solito la colpa sarà di qualcun altro. Quell’audio detta una linea politica ben precisa e molti sono complici di contribuire a farlo girare.
Insieme con i vertici del Partito Democratico di Roma e la consigliera capitolina Giulia Tempesta giovedì siamo stati al circolo di Torre Spaccata e Torre Maura per parlare dell’Europa delle periferie. Il tema centrale dei prossimi mesi sarà ripensare l’Unione Europea, troppo spesso percepita come un genitore asfissiante, capace di imporre soltanto regole e paletti. L’Europa deve tornare ad essere quella immaginata dai padri fondatori. Non soltanto una moneta e un mercato unico, ma lo strumento per sviluppare idee e progetti, soprattutto nelle periferie del nostro continente e del nostro Paese. Qualche anno fa la Lega immaginava un’Europa in cui i più forti potessero andare più veloce rispetto ai più deboli. L’Europa deve al contrario investire le proprie risorse per sviluppare lavoro ed opportunità, soprattutto dove ci sono i più deboli. In questo senso i fondi europei, affidati alle Regioni, vengono gestiti male e troppo spesso non raggiungono chi ne avrebbe bisogno per sviluppare idee e progettualità. La prima cosa da fare per aiutare le persone è quella di aprire gli sportelli “Europa delle periferie” dentro associazioni, comitati di quartiere e sezioni di partito. Non tutti hanno gli strumenti per accedere alle opportunità dell’Unione Europea, perchè non si è investito in semplificazione. Abbiamo quasi ovunque Caf di ogni tipo per sbrigare i nostri rapporti con il fisco, ma nessuno che ci aiuti a mediare il nostro rapporto con l’Europa. Per migliorare l’Unione Europea e difenderla da chi vorrebbe distruggerla, c’è bisogno che questa Istituzione esca dai palazzi di Bruxelles e Salisburgo, per radicarsi ad Ostia, Tor Bella Monaca e Settebagni, incidendo direttamente sulla vita delle persone. Facile da capire e persino semplice da fare.
A proposito di discussioni politiche, oggi pomeriggio alle ore 17 si riunisce, presso l’aula consiliare di Piazza Sempione, l’osservatorio sul Tmb del Salario. Alla riunione sarà presente Massimiliano Valeriani, assessore al ciclo dei rifiuti e impianti di trattamento, smaltimento e recupero. Domani martedì 25 settembre alle ore 19, al circolo democratico Nuovo Salario di Piazza Bortolo Belotti 37, insieme con la consigliera regionale Eleonora Mattia e la responsabile sociale del Pd Roma Carla Fermariello discuteremo del lavoro della Regione Lazio e dell’opposizione alle politiche sociali del M5S. Giovedì 27 alle ore 21 alla sezione Alberone di via Appia Nuova 361 ci sarà la proiezione del film “Sulla mia pelle, gli ultimi sette giorni di Stefano Cucchi“. Infine domenica 30 settembre saremo tutti in Piazza del Popolo per la manifestazione nazionale “Per l’Italia che non ha paura“.