Oddio è lunedì #83 – il conflitto sociale non è reale, perchè intrappolato nella rete virtuale

Nella vita di ognuno di noi ci sono momenti in cui il nostro spirito sente il bisogno di essere nutrito, anche per riuscire ad affrontare al meglio la quotidianità di una realtà  troppo spesso lontana da quella che vorremmo. Spesso lo facciamo con un viaggio, la visita ad un museo, la lettura di quel libro che abbiamo da mesi vicino al comodino o la visione di quel film che abbiamo perso al cinema. Per me è stato il concerto di Roger Waters sabato sera al Circo Massimo. Più che un concerto, lo spettacolo si è rivelato un’opera d’arte contemporanea, molto simile a quegli allestimenti multimediali che si possono ammirare al MoMa di New York. Al centro la musica certamente, ma anche la potenza delle parole e delle immagini, capaci di stordire i sensi e di strapparci alla retorica del politicamente corretto, che ci impedisce di urlare contro chi vuole farci perdere la nostra umanità. Il titolo del tour di Waters “Us + Them” (noi + loro) rappresenta un programma politico in piena regola, costruito su un’idea forte di protesta e speranza al tempo stesso. E’ un’idea incastonata tra le due immagini che aprono e chiudono il concerto. In quella iniziale una donna scruta l’orizzonte di una spiaggia sterminata. In quella finale, la stessa donna abbraccia una bambina che la raggiunge. Nel mezzo lo spettacolo, dove scorrono scritte contro tutti i fascismi e i razzismi e di invito alla resistenza contro il controllo esercitato dai social media e dal potere, rappresentato da un maiale con le sembianze di Donald Trump. Il tutto mentre un grande maiale sorvola il pubblico con la scritta “Stay Human – Restiamo Umani“.

Cosa può fare un concerto per migliorare il nostro mondo? Può essere utile, appunto, per nutrire lo spirito, costringerci a pensare, risvegliarci con il rock dal torpore in cui ci hanno gettato i nuovi media. Mai come nel
nostro tempo il livello di protesta reale sembra inversamente proporzionale al grado di polemica che invade i social. Non si riesce a riempire una piazza per tutelare i diritti dei lavoratori o per sostenere i diritti civili, ma siamo invasi da commenti al vetriolo o like di apprezzamento sui post che produciamo sui social. Il conflitto sociale non è reale, perchè intrappolato nella rete virtuale. I risultati non sono incoraggianti purtroppo, soprattutto perchè quelle piazze virtuali sono molto più controllabili di quelle reali, garantendo a chi ne detiene la gestione un enorme potere nell’influenzare le opinioni delle masse. Per questa ragione si parla moltissimo di abolizione dei vitalizi ai parlamentari, ma nessuno si ricorda realmente come i vitalizi non esistano più già dal 2012. Il voto dell’ufficio di Presidenza della Camera di questa settimana, in realtà, ha solo dato mandato di procedere al ricalcolo dei vitalizi, secondo il metodo contributivo, per quei deputati in carica sino al 2012. Tuttavia a questa decisione sono seguite esultanze da stadio e festeggiamenti un poco ridicoli come quello della Sindaca Virginia Raggi.

Ovviamente nessuno poteva aspettarsi la rivoluzione annunciata dal M5S e dalla Lega in poco tempo. Tuttavia dalla sua nascita il governo Conte non ha ancora convertito in legge nessun decreto ed ancora non c’è alcuna proposta parlamentare. Al contrario si moltiplicano video e tweet di Luigi Di Maio e Matteo Salvini, quest’ultimo auto proclamatosi guardiano del faro. Salvini domenica ha annullato tutti i suoi impegni ed è volato a Mosca per vedersi la finale dei mondiali. Nulla di male si potrebbe obiettare, se non fosse che l’attuale ministro, nel lontano settembre del 2015, se la prendesse contro l’allora premier Matteo Renzi, per essere andato a New York per assistere alla storica finale fra due tenniste italiane. All’epoca Salvini evocò la ruspa. Oggi che è al potere, invece, decide di andarsene a Mosca per vedere la finale dei mondiali Francia-Croazia. Non c’è l’Italia in campo e non ci sono italiani che gareggiano. Lui semplicemente va a vedersi una partita di calcio per interesse personale, spacciandola per una questione politica. Casi banali come questi spiegano egregiamente la vera natura dei populisti di destra.

In pochi si interessano dei problemi reali, come la questione della compartecipazione dei pazienti e dei familiari alla spesa per le strutture residenziali socio riabilitative per i pazienti psichiatrici. Se la Regione Lazio non concederà un’altra proroga, dal 31 luglio tantissime famiglie rischieranno di non riuscire a pagare le rette delle SRSR, dovendo riportare a casa i propri familiari ed interropendo il percorso riabilitativo intrapreso, con il rischio concreto di intasare i pronto soccorso e i reparti ospedalieri. E’ una questione che abbiamo affrontato al tavolo sulla salute mentale, promosso dalla delegata del Pd Roma Carla Fermariello. In quella sede la Presidente della Consulta regionale per la salute mentale Daniela Pezzi ha spiegato come siano necessari dei correttivi, volti ad individuare e fissare i parametri delle situazioni di esenzione, in grado di garantire la piena tutela dell’utenza più fragile ed economicamente più svantaggiata. Sono molto soddisfatto che della questione si stia interessando anche il Presidente del Partito Democratico Matteo Orfini, che ha ribadito come la fascia di esezione, attualmente prevista dalla Regione Lazio per i pazienti con un Isee familiare fino a 20 mila euro, sia troppo bassa. Una proroga dell’entrata in vigore al 31 dicembre consentirebbe alla Regione Lazio di riprendere la discussione con la Consulta, valutando la possibilità di estendere l’esenzione totale, qualunque sia il reddito familiare, per i pazienti giovani fino a 27 anni e di prevedere l’esenzione totale per i pazienti con Isee familiare fino a 30 mila euro. In questo modo si potrebbe garantire il diritto alla salute dei pazienti, parametrando al contempo alle altre Regioni italiane la quota di spesa richiesta alle famiglie dalla Regione Lazio. Ora che la Regione Lazio è uscita dal commissariamento è possibile farlo, investendo subito su chi ha più bisogno.

Ormai si parla poco anche di legalità, complici le inchieste che a Roma hanno coinvolto la Sindaca Virginia Raggi. Ne è un esempio la gara d’appalto per i mezzi di Atac andata
deserta. Venerdì assieme alla consigliera capitolina Giulia Tempesta abbiamo denunciato come il fallimento della gara d’appalto avrebbe portato il Comune di Roma alla trattativa privata, magari per far fare festa a qualcuno. Un sospetto confermato incredibilmente dal vicepresidente grillino della commissione trasporti del Comune di Roma, che sui giornali si è spinto oltre, affermando che con il fallimento del bando pubblico, l’amministrazione avrà maggior potere, andando a trattare direttamente con le imprese. Maggiore potere per trattare con i privati quindi ed in cosa si esplicherà questo potere? Per rispondere a questa inquietante domanda, abbiamo chiesto alla Sindaca Virginia Raggi di spiegare e chiarire in aula in cosa consisterà questo potere di trattativa con i privati. Una cosa è certa, sulla trattativa privata vigileremo con grandissima attenzione.

Avete più sentito parlare dai grillini delle buche e del famoso piano Marshall, che avrebbe dovuto usare 17 milioni di euro per intervenire sull’emergenza? In realtà il vero piano consisteva nel negare l’evidenza, come hanno già fatto Grillo, Salvini, la Raggi e l’assessore Gatta. Nessuno di loro vede le buche, nemmeno quando vengono segnalate con le bombolette spray. Sembra che adesso arriverà il sistema raptor. Quando ho sentito l’annuncio mi sono subito tornati in mente i piccoli e famelici dinosauri di Jurassic Park… d’altronde ormai la capitale è uno zoo a cielo aperto con topi, cinghiali, pecore ed uccelli di ogni specie. I raptor, in effetti, potevano essere una soluzione contenitiva per limitare la presenza delle altre specie. Invece no. Il sistema raptor servirà ad individuare le buche, come i nasi elettronici sarebbero dovuti servire per percepire la puzza proveniente dall’impianto Ama di via Salaria. Bene ha fatto la consigliera Giulia Tempesta in un video a lanciare l’iniziativa ironica di spedire un paio d’occhiali all’assessore Margherita Gatta in via Luigi Petroselli 45. Nessuno sconto per chi continua a fingere di non vedere i problemi.

p.s. serate di Feste de l’Unità questa settimana. Buona partecipazione per quella dei democratici del IV Municipio a Casal Bertone. Tante iniziative, musica e soprattutto gli straordinari volontari che la rendono possibile. Domenica sera si è tenuta anche la piccola festa della sezione San Giovanni di via La Spezia, un luogo dove ogni settimana si respira politica e cultura. Troppo spesso il Pd che emerge è quello dei duelli rusticani sui social. Il vero Pd, al contrario, si trova in questi luoghi, sempre poco frequentati da chi critica dietro una tastiera.

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