La vicenda della caduta sulla terra della stazione spaziale cinese Tiangong-1 dovrebbe farci riflettere seriamente sulla qualità della nostra informazione. Già tre giorni fa da profano, davanti al caffe del bar per capirci, avevo azzardato con alcuni amici che il resto della stazione orbitante sarebbe caduta in mare. Il ragionamento era piuttosto semplicistico lo ammetto, ma teneva almeno in conto il calcolo delle probabilità. Circa il 70,8% della superficie terrestre è coperta d’acqua. Le terre emerse sono soltanto il 29,2% e di queste appena il 2% è occupato da insediamenti urbani, mentre la parte restante da pascoli, allevamenti, catene montuose e deserti. A confermare la previsione, ovviamente, era arrivato il parere ben più importante del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che aveva quantificato nell’ordine di una possibilità su centomila miliardi, l’eventualità remota per un essere umano di essere colpito da un frammento della stazione. Della stessa opinione erano gli analisti della Nasa e dell’Agenzia spaziale europea.
Di diverso avviso, al contrario, gli operatori della comunicazione italiana, che per giorni sui telegiornali e sui principali quotidiani hanno raccontato della possibilità che un frammento del “palazzo celeste” potesse cadere sull’Italia. Ad un certo punto si è persino parlato della parte orientale dell’isola di Lampedusa. Poche righe per i due operai morti nell’esplosione di un’azienda di mangimi a Treviglio. Poche immagini della manifestazione di Parigi in memoria di Mireille Knoll. Pochissimi articoli sulla guerra dei dazi fra Stati Uniti e Cina, che potrebbe portare ad un aumento globale e incontrollato dei prezzi. Le prime pagine sono state tutte per una non notizia, un evento nemmeno troppo raro per la verità. L’informazione nel nostro Paese sta rischiando di diventare una sorta di psicosi collettiva, nel disperato tentativo di inseguire gli argomenti di cui si discute sui social network, con il rischio concreto di sottovalutare i fatti e le notizie vere che accadono nel mondo.
Venerdì notte, ad esempio, un manipolo di ignobili ignoranti ha imbrattato con una svastica il monumento in memoria del rallestramento nazista del Quadraro, a poche settimane dagli anniversari del 17 e del 25 aprile. Esistono questi poveri ignoranti che agiscono con il favore delle tenebre, perchè alla luce del sole si vergognerebbero di farsi vedere mentre disegnano svastiche sugli alberi e sui monumenti in onore dei morti; ma ci sono anche i provocatori del gruppo 36 Fusilier Kompanie, che il 20 e 21 aprile vorrebbero riprodurre, davanti a Villa Casati sede del Comune di Cologno, un campo militare nazista per rievocare i giorni dell’occupazione tedesca.
Un’iniziativa questa persino patrocinata dal Comune di Cologno Monzese a guida leghista. Tralasciando l’incoerenza di quegli amministratori leghisti, nostalgici dell’occupazione tedesca del Paese ed in aperta contrapposizione con le tesi del loro leader Matteo Salvini sull’attuale strapotere economico della Germania in Europa, bisogna invece temere l’ignoranza di questi individui. Ignoranza che può sfociare in violenza assassina come in Francia, dove una sopravvissuta della Shoah, la 85enne Mireille Knoll, è stata accoltellata ed arsa viva nella sua abitazione nel XI arrondissement da due giovani di 22 e 29 anni per motivi religiosi.
Secondo il ministero degli Interni francese le azioni violente di carattere antisemita nel 2017 sono aumentate del 26 per cento. Una ragione più che sufficiente per mettere in marcia i parigini. Al contrario, in Italia nessuna forza politica si è mobilitata. Siamo anestetizzati e tutti troppo impegnati a commentare le fake news sui social network. La gran parte delle persone che hanno votato il M5S, la Lega e le formazioni di centrodestra non sostengono idee neo fasciste. Ne sono fermamente convinto e già in altre occasioni ho cercato di approfondire le ragioni del voto di protesta e di cambiamento, che il 4 marzo scorso ha prodotto nel nostro Paese la vittoria politica delle forze anti europeiste. Tuttavia il M5S e la Lega hanno nel proprio gruppo dirigente chi strizza l’occhio a quella ristretta minoranza di estremisti che in Italia ancora esiste. Per questa ragione serve uno sforzo collettivo per opporsi alle provocazioni e alle azioni di chi nel 2018 vorrebbe cancellare la memoria della Shoah e dello sterminio nazi fascista. Gli estremismi e le dittature purtroppo nascono così, nell’indifferenza della collettività. Nella falsa sicurezza che il folle orrore di una minoranza non possa essere imposto alla maggioranza silenziosa delle brave persone. Purtroppo la storia ci racconta il contrario e sta alla maggioranza delle persone perbene indignarsi ed agire concretamente per combattere questi segnali preoccupanti.
Ad inizio settimana ho pubblicato il video di un gabbiano intento a nutrirsi in cima ad un secchione stracolmo di rifiuti. Il giorno seguente è stata la volta di un topo, divorato sul tetto di un auto da un altro volatile. Non è la prima volta che vediamo immagini di questo tipo a Roma, ma ormai i gabbiani e i roditori sono i padroni della città, soprattutto perchè la raccolta dei rifiuti non funziona. Il Comune di Roma ha deciso di chiamare la propria campagna sulla differenziata “mi piace un sacco“. Titolo certamente evocativo, che farebbe meno sorridere se l’Ama cominciasse a raccogliere i sacchi dei rifiuti in giro per la città. Sarebbe bello se poi lo si facesse anche per i rami caduti dopo la neve e lasciati per settimane ovunque, come nel cortile della scuola Valle Scrivia. Il M5S a Roma non sta facendo nulla, ma non è limitandoci ad evidenziare la loro incapacità che torneremo ad essere credibili agli occhi dei cittadini. Dobbiamo dire cosa farà per Roma il Partito Democratico e il centrosinistra, cominciando a costruire e raccontare una visione politica ed immaginando un orizzonte per uscire dal declino. Cominciamo a farlo dicendo come gestiremmo il trasporto pubblico e la gestione dei rifiuti.
Il 10 giugno prossimo si tornerà a votare per le amministrative ed anche in III e in VIII municipio. Tutte le opposizioni del III municipio hanno lottato unite per restituire la parola ai cittadini, mentre il M5S raccontava balle su presunti commissariamenti lunghi, affidati alla ex Presidente grillina sfiduciata. Quanto accaduto a Montesacro ha palesato almeno una grande verità, ovvero che i grillini non conoscono minimamente come funzioni la macchina amministrativa. Roberta Capoccioni era stata davvero convinta da qualcuno dei suoi che sarebbe stata il commissario del municipio, anche dopo essere stata sfiduciata dal proprio consiglio municipale. In quei giorni difficili, qualcuno del movimento deve averle detto una bugia, perchè se così non fosse significhirebbe che la decisione di mentire consapevolmente ai cittadini sarebbe stata una sua idea. In entrambi i casi l’ex mini Sindaca grillina ha dimostrato platealmente di non essere adatta ad amministrare un municipio grande come Bologna. Nelle prossime settimane le forze politiche presenteranno programmi e candidature. Il centrosinistra costruirà un campo di forze largo e coeso, aprendo un confronto con la cittadinanza e con tutte le realtà che ogni giorno collaborano per migliorare la qualità della vita dei nostri quartieri. Un’alleanza politica e civica per rigenerare la nostra comunità, riprendendo il filo interrotto della partecipazione e della condivisione delle scelte. Non sarà una questione di nomi e di coalizioni, ma di idee e progetti per la crescita del nostro municipio.
p.s. questo video purtroppo non è un pesce d’aprile, ma la quotidianità in cui sono costretti a vivere i romani. Sempre tutto bello, bello, bellissimo.