Tanti auguri per questo 2018 che inizia di lunedì e terminerà con un lunedì. Nel mezzo ci aspettano molteplici impegni, dalle elezioni politiche e regionali del 4 marzo in Italia, all’esito della crisi politica in Germania; dalla missione cinese Chang’e 4 per esplorare il lato oscuro della Luna all’arrivo della pasqua, che per ironia capiterà il primo di aprile. Sarà l’anno dei mondiali di calcio in Russia senza l’Italia, dei mondiali di volley maschile che invece si svolgeranno nel nostro Paese e soprattutto dei giochi olimpici invernali di Pyeongchang, nella Corea del Sud. Un evento sportivo quest’ultimo, che avrà indiscutibilmente risvolti politici, in conseguenza dello stato di attenzione e di allerta nella regione. Della situazione internazionale il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump sembra possedere una percezione limitata ai 280 carattere di un tweet. Soltanto in questo modo si possono spiegare le sue continue ed imbarazzanti esternazioni. L’ultima, in ordine di tempo, per deridere i presunti benefici che il riscaldamento globale avrebbe potuto avere sull’ondata di gelo che ha colpito gli Stati Uniti.
In molti si sono scagliati contro il Presidente statunitense, per aver messo impropriamente insieme la meteorologia con gli effetti del cambiamento climatico. La democratica Kathleen Rice ha paragonato il presidente Usa ad “un bambino che odia l’ora di scienze“, sottovalutando la strategia dei populisti, che punta proprio a banalizzare, creando distorsioni e confusioni su argomenti molto complessi per i cittadini. Squalificare il merito, intorbidire le acque, dibattere sui social di argomenti che invece avrebbero bisogno di conferenze, studi, soluzioni e comunicazioni comprensibili per la collettività, rappresentano le armi con le quali i mediocri cercano di emergere a scapito dei più preparati. Alle provocazioni dei vari Trump, di conseguenza, non è più sufficiente rispondere con una comunicazione tradizionale. Le repliche devono essere politiche e in politica i populisti e gli estremisti vanno isolati per salvaguardare i valori democratici e continuare a lavorare per il bene comune. Mai discutere con un idiota. Ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza.
Roma affronta questo 2018 nelle vesti di una città immobile, spenta, meno solidale e più arrabbiata. Una città nella quale vengono sfrattate dalle proprie sedi la Casa delle donne e le consulte per i cittadini portatori di handicap. Una città dove nel nuovo regolamento del servizio per la mobilità delle persone con disabilità, sono fortemente discriminate le persone con disabilità cognitiva. Una città nella quale, a causa dell’incapacità dell’amministrazione pentastellata, bisogna attendere fino a novembre 2018, soltanto per poter presentare la domanda per conoscere se si ha diritto o meno ad ottenere il reddito di inclusione. Una città nella quale si strapagano gli alberi di Natale già defunti e si spendono 900 mila euro per il capodanno (clicca qui), magari per preparare una bella passerella al Circo Massimo per il candidato premier del M5S Luigi Di Maio. Una presenza che lo stesso capo del movimento aveva pubblicizzato sui social, salvo dover rinunciare dopo la levata di scudi di deputati e amministratori democratici. Purtroppo viviamo in una capitale travolta per l’ennesima volta dall’emergenza rifiuti, per colpa della Raggi e della sua assessore Montanari che non sono state capaci di prevedere l’emergenza, colte dall’improvviso arrivo del Natale e del Capodanno, giunti anche quest’anno, inaspettatamente, il 25 e il 31 dicembre.
L’unica soluzione per la Sindaca festante è stata quella di rivolgersi all’Emilia Romagna, per chiedere che i rifiuti dei romani vengano smaltiti nei loro inceneritori. Eppure non erano proprio loro quelli contrari, tanto da cacciare l’indisciplinato sindaco di Parma Federico Pizzarotti? La verità è che i grillini fanno i duri e puri con gli inceneritori degli altri, dimostrando che oltre a dire “no“, non hanno alcuna idea di come si possa amministrare una città. Al contrario del Presidente Stefano Bonaccini e dell’Emilia Romagna, che tutti dovremmo ringraziare per essersi fatti carico di aiutarci e di evitare per Roma l’ennesima brutta figura davanti al mondo. Il tutto negli stessi giorni in cui la deputata del movimento Paola Taverna ha provato ad ingannare i romani, strumentalizzando un presunto aumento del 10% dei visitatori di Piazza Venezia, per metterlo in relazione con le polemiche sul povero “Spelacchio“, l’albero di Natale peggiore della storia di Roma. In pratica la deputata grillina ha scambiato – c’è da augurarsi di proposito – il significato di cattiva fama con quello di buona reputazione. D’altronde i seguaci del movimento di Beppe Grillo sono proprio così, la raccontano a se stessi e ai loro adepti, senza avere bisogno di dimostrare con i fatti quanto vanno dicendo.
Il Partito Democratico di Roma sta denunciando quotidianamente il disastro del M5S a Roma, ma allo stesso tempo ha deciso di agire concretamente con la propria comunità di iscritti e simpatizzanti, per migliorare la qualità della vita della città che amiamo. Lo abbiamo fatto in questi giorni di festa sul cosiddetto “piano freddo”, messo in campo dall’amministrazione Raggi, che a fronte di 7.500 persone censite senza fissa dimora, 3 mila delle quali costrette a dormire all’aperto, ha messo a disposizione appena 230 posti al chiuso, di cui soltanto 40 effettivamente disponibili. Una vergogna per la storia di accoglienza che vanta la nostra capitale. Per questa ragione i circoli democratici hanno aperto le porte a tutti i cittadini romani volenterosi di dare una mano, raccogliendo coperte e sacchi a pelo che saranno consegnate ad Acli Roma, Comunità di Sant’Egidio e Caritas Roma, le quali provvederanno alla loro distribuzione. Sul sito del Pd Roma (clicca qui) è pubblicato l’elenco dei punti di raccolta con i giorni e gli orari di apertura delle sedi. Sono azioni di resistenza civica, che portiamo avanti perchè abbiamo stampate nel cuore le parole di Antonio Gramsci sull’odio per gli indifferenti. “Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitimismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti“. Perciò, aggiungo, mi stanno profondamente antipatici tutti quelli che criticano, senza fare nulla per migliorare ciò che li circonda. Insomma odio i compulsivi da tastiera, spaparanzati sul divano a pontificare di come farebbero meglio di quelli che agiscono nella realtà.
Le azioni producono sempre cambiamenti e non sempre a vantaggio di chi le compie per senso di responsabilità. Penso, ad esempio, ai consiglieri di tutte le forze politiche di opposizione del III municipio e ai consiglieri usciti dal M5S, che nelle prossime settimane combatteranno una battaglia per liberare il III municipio dalla cattiva amministrazione di Roberta Capoccioni, per restituire doverosamente la parola ai cittadini. Molto probabilmente lo faranno presentando tutti insieme una mozione di sfiducia, come prevede lo Statuto di Roma Capitale e il regolamento municipale. Un atto politico non indolore, perchè ognuno di quei consiglieri deciderà di mettere in discussione il proprio ruolo di amministratore, anteponendo al proprio interesse quello della collettività che rappresentano e che auguro loro di rappresentare anche in futuro. Tuttavia sono certo che lo faranno con orgoglio e responsabilità, perchè molti di quei consiglieri li conosco e in questi anni hanno già dimostrato di tenere ai cittadini più che al proprio ruolo.
Se davvero la Capoccioni venisse sfiduciata dal consiglio municipale, ai sensi dell’articolo 27 comma 29 dello Statuto di Roma Capitale, sarebbe il Sindaco ad assumere la funzione di commissario fino alle nuove elezioni, mentre le funzioni del consiglio e della giunta municipale sarebbero esercitate dalla giunta capitolina. Inoltre se la Presidente fosse sfiduciata entro il 24 febbraio 2018, il municipio potrebbe andare al voto, assieme con l’VIII municipio ed altri 763 Comuni, già nella tornata amministrativa del prossimo giugno. Per questa ragione il Partito Democratico di Roma e del III municipio stanno chiedendo da settimane le doverose dimissioni di una Presidente orfana della propria maggioranza. Invece, negli ultimi giorni, stiamo ormai assistendo ad uno spettacolo indecoroso, che mortifica e paralizza l’attività del territorio. I vertici del movimento, dalla candidata alla Regione Lazio Roberta Lombardi al Presidente del consiglio comunale Marcello De Vito, sono impegnati a salvare poltrone e stipendi della Presidente del municipio e dell’assessore Giovanna Tadonio, rispettivamente ex collaboratrice della Lombardi e consorte di De Vito (clicca qui). Viene da chiedersi se il famoso codice etico dei grillini dica qualcosa al riguardo dei conflitti di interesse fra amici e familiari. Lo spettacolo del M5S a Roma può darci l’idea di quello che potrebbe accadere, se questi incapaci governassero la Regione Lazio e il nostro Paese. Una motivazione in più per vivere questo tempo da cittadini e partigiani.
p.s ieri si è spenta Paola, una guerriera vera con la quale ho avuto il privilegio e l’onore di condividere uno dei momenti più significativi della sua vita assieme al suo Lello e alla loro dolcissima bambina. Non ci sono parole, solo immagini. Tutte potenti e indelebili, come il ricordo che le persone speciali lasciano in quelli che incontrano nel cammino.