Ormai è chiaro a tutti. Donald Trump sta davvero cercando di distogliere l’attenzione pubblica dai suoi gravi problemi politici, usando la politica estera. La mossa scelta dal presidente degli Stati Uniti per buttarla in caciara, come si dice dalle nostre parti, è però di quelle davvero pericolose per il futuro del Medio Oriente e della sicurezza mondiale. La decisione di riconoscere Gerusalemme, quale capitale dello Stato di Israele è, infatti, un azzardo politico che sta producendo una crisi davvero profonda e pericolosa. Il nostro Paese ha giustamente condannato la decisione unilaterale degli Stati Uniti e nella riunione d’urgenza delle Nazioni Unite si è allineata con Francia, Gran Bretagna, Germania e Svezia nella ferma condanna ad una decisone “non in linea con le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza“, e che non contribuisce “alla prospettiva per la pace nella regione“.
Lo status di Gerusalemme, infatti, deve essere determinato attraverso negoziati tra israeliani e palestinesi e non può certo essere imposto dagli statunitensi. Da Barak Obama a Walter Veltroni, passando per gli appelli costanti di Papa Francesco, si stanno moltiplicando le voci di chi cerca di metterci in guardia dai rischi per la democrazia, derivanti da politiche iper decisioniste ed unilaterali, che minano gli accordi globali, disconoscono percorsi di pace costruiti per decenni e dividono semplicisticamente il mondo in buoni e cattivi. Il vento del populismo carismatico, dove un leader spesso impreparato arringa le folle, facendo leva su sentimenti di paura e rassegnazione, e sfruttando le disuguaglianze culturali ed economiche, soffia potente. Viviamo un paradosso temporale della storia, nel quale le persone che vivono maggiori difficoltà si sentono più rappresentate da chi detiene il potere economico ed è corresponsabile delle disuguaglianze, piuttosto che dalle forze politiche tradizionali, il cui compito dovrebbe essere quello di riequilibrare gli squilibri, prodotti dal neocapitalismo finanziario globale. Sarebbe un pò come se alla guida della rivoluzione francese ci fosse stata Maria Antonietta, la consorte di Luigi XVI.
Maria Antonietta è rimasta celebre per una frase, che molto probabilmente non ha mai realmente pronunciato, ma che viene spesso usata per descrivere la distanza fra le elitè del potere e il popolo. È la celebre “dategli le brioches“, che la sovrana avrebbe indirizzato al primo ministro, che l’avvisava della scarsità del pane per il popolo. Se ci pensiamo bene oggi ci sono parecchie Marie, che girano sulla scena politica. Sono quelle figure che si candidano alle elezioni, senza sapere come affrontare davvero i problemi dei cittadini, ma immaginando di risolverli a parole, sui social e nei talk show. Sono personaggi in cerca d’autore, come la parlamentare del M5S Laura Castelli, che intervistata da Lilli Gruber su La7, ha provato a rilanciare un vecchio cavallo di battaglia grillino, ovvero il referendum anticostituzionale per l’uscita dall’Unione Europea.
Per mandare la grillina nel panico è bastata la più innocua delle domande della Gruber, quella che probabilmente voleva essere un assist per la parlamentare pentastellata. Cosa mai, infatti, avrebbe potuto votare al referendum sull’uscita dall’Euro, la grillina che lo aveva proposto? Dopo un primo nervoso “non si dice cosa si vota“, che ha lasciato sgomenti gli interlocutori in studio, nuovamente incalzata dalla conduttrice, la Castelli è crollata in un imbarazzante “non lo so“, fra l’incredulità di chi era costretta ad ascoltarla da casa (clicca qui per vedere il video, di una clamorosa comicità involontaria). I grillini assomigliano davvero tanto a quegli studenti che a scuola imparavano la lezione a memoria, ma che poi non sapevano mai rispondere, quando la domanda del professore implicava un qualsiasi ragionamento.
I grillini sono tutti come Virginia Raggi, la Maria Antonietta de’ noantri. La Sindaca è felice per lo stadio della Roma, come lo sono tutti i romanisti. Il problema è che lei non dovrebbe ragionare come una tifosa, ma piuttosto come la Sindaca di Roma. E’ quindi soddisfatta di aver ridotto le opere pubbliche a favore della collettività, trasformando un’opportunità per la città, in un progetto quasi esclusivamente a vantaggio dei privati. Lo stadio si doveva fare e si farà grazie ai fondi del Governo, come prevede la legge, ma le opere pubbliche sarebbero dovute essere di maggior impatto. La mia preoccupazione è che ce ne accorgeremo veramente soltanto quando sarà troppo tardi e magari sarà complicato arrivare al nuovo impianto.
Succede lo stesso per le #stradenuove della Raggi. Finalmente si è compreso cosa intendesse la Sindaca con il suo piano strade. Voleva chiuderle tutte, come ha fatto per Viale dello Stadio Olimpico, la salita che costeggiando lo stadio, collega la zona della Farnesina a piazzale Clodio. La strada da sabato e fino a data da definirsi è chiusa, subito dopo l’uscita della galleria all’altezza della Farnesina, perché le alberature sarebbero pericolose. Di conseguenza gli automobilisti saranno costretti a tornare su lungotevere Maresciallo Diaz e Cadorna, tramite via Paolo Boselli. Il risultato è che per raggiungere Piazzale Clodio e Prati dalla zona dello Stadio, ci vogliono almeno trenta minuti di traffico. Stasera la partita della Lazio contro il Torino peggiorerà ulteriormente la viabilità della zona. Per la Raggi, tuttavia, è tutto normale, così come lo sono i cassonetti dei rifiuti stracolmi di rifiuti e le aree verdi abbandonate a se stesse.
D’altronde i grillini romani sono ormai oggetto di approfondimento socio-culturale. C’è lo studente grillino del XII municipio, disperso alle Canarie per motivi di studio. Rischiava la decadenza da consigliere, perché aveva accumulato nove assenze consecutive dal consiglio e trenta dalle commissioni. Per “salvarlo“, la maggioranza municipale gli ha convocato un consiglio straordinario su misura, così che lo studente “fuori sede” potesse mantenere la “borsa di studio” ottenuta presso il municipio, dove compatibilmente con i gravosi impegni di studio, dovrebbe anche partecipare alle commissioni politiche sociali ed educative. Erano quelli non attaccati alle poltrone, quando le poltrone non le avevano. C’è poi il dimissionario Presidente del consiglio del III municipio Mario Novelli, a cui va la mia vicinanza umana, per essere stato l’ingiusto capro espiatorio dell’incapacità manifesta della Presidente del municipio Roberta Capoccioni, unica responsabile della farsa sul bilancio. A dimettersi sarebbe dovuta essere lei, la vera responsabile del disastro in III municipio.
Sabato eravamo con il cuore a #Como, mentre con le gambe siamo stati a Piazza Cairoli al fianco di Kartik Chondro, a pochi metri dal luogo in cui il 28 ottobre scorso, un manipolo di delinquenti lo ha ridotto in fin di vita. Siamo voluti tornarci con lui, dopo 43 giorni, per opporci ad ogni fascismo e intolleranza. E lo faremo ancora oggi al presidio antifascista di Via Cristoforo Colombo 90 (ore 15.30), per esprimere come Partito Democratico di Roma e assieme a tantissimi altri, la solidarietà ai giornalisti di Repubblica e de l’Espresso (clicca qui). Noi ci saremo sempre per difendere la democrazia e la libertà di espressione da quei fascisti codardi, che mentre sfilano a volto coperto, allo stesso tempo fanno pure da prestanome per società di comodo. C’è da essere sinceramente preoccupati per il clima intimidatorio a cui è costretta la nostra città. Aumentano in molti quartieri gli episodi di violenza, le minacce e le intimidazioni. Anche per questa ragione, assieme ai componenti della segreteria romana democratica del VII municipio Francesca Biondo e Daniele Parrucci, abbiamo voluto ribadire il nostro sostegno al comando dei carabinieri di via Britannia a San Giovanni, davanti la cui sede è stato fatto esplodere un ordigno. L’ennesimo atto vile rispetto al quale lanciare l’allarme. A coloro che mettono un ordigno durante la notte, vogliamo ribadire con forza, che continueremo a combattere per una città in cui poter esprimere le proprie idee alla luce del sole, in cui vivere senza paura e in cui lo Stato non arretrerà di un passo.
Questa settimana il segretario romano Andrea Casu ha varato la segreteria del Partito Democratico di Roma, che si è riunita per programmare le azioni di mobilitazione cittadina delle prossime settimane e avviare l’organizzazione dei prossimi appuntamenti programmatici ed organizzativi del partito. E’ una squadra di giovani donne e uomini, che rappresentano storie, impegno concreto e presenza reale nei territori della città. Sarà un orgoglio ed una grande responsabilità lavorare assieme a loro. Un forte in bocca al lupo ad Andrea Alemanni, Francesca Biondo, Claudia Daconto, Carlo Famiglietti, Gioia Farnocchia, Carla Fermariello, Letizia Gallacci, Augusto Gregori, Annarita Leobruni, Cristina Maltese, Cristina Michetelli, Massimiliano Pasqualini, Daniele Parrucci, Luca Pioli, Alessandro Rosi, Antonio Daniela Senneca, Giulia Tempesta, Marco Tolli, Daniele Torquati e Yuri Trombetti. Al lavoro della segreteria romana e dei coordinamenti dei municipi, si affiancherà anche quello utilissimo dei forum tematici. Tra le tante iniziative di questa settimana segnalo quella di oggi alle 18.30 al circolo Talenti (Via Giovanni Verga 54) con Stefano Ceccanti sulla nuova legge elettorale. Domani 12 dicembre in VI Municipio, alle ore 17.00 al circolo di Torre Maura (Via Elisabetta Canori 7), ci sarà una tavola rotonda sulla rigenerazione urbana e il recupero edilizio. Mercoledì 13 dicembre al circolo Nuovo Salario (Piazza B. Belotti 37) si discuterà di politiche per i migranti e i diritti umani in Libia con la deputata Giuditta Pini.
p.s. l’Oddio è lunedì compie un anno. Non è molto, ma non è nemmeno poco. Sono 52 settimane passate assieme a tantissimi amici, che ogni lunedì mattina rispondono al mio invito di discutere di politica e di quanto accade intorno a noi. In questi mesi qualcuno ha provato a chiedermi perchè lo facessi e la risposta è davvero semplice. Ricevere le risposte dei tantissimi che mi augurano anche soltanto una buona giornata o mi scrivono quello che pensano, dandomi sempre nuovi argomenti o prospettive sulle quali riflettere, è la benzina settimanale che nutre la mia voglia di contribuire a migliorare la città e il Paese che amiamo. Oddio è lunedì per me è questo. Spero possa esserlo anche per voi.