Il cerchio comincia a stringersi intorno al presidente Usa Donald Trump. L’ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn si è, infatti, dichiarato colpevole di aver mentito all’Fbi, dopo essere stato formalmente accusato di aver reso dichiarazioni false sui suoi contatti con la Russia. Secondo il procurato Mueller, a chiedere a Flynn di incontrare i russi, durante la campagna elettorale statunitense, sarebbe stato un funzionario importante della squadra del Presidente. Secondo i media Usa potrebbe trattarsi di Jared Kushner, il genero di Trump e consigliere del capo dell’amministrazione Usa. L’accusa cerca ovviamente le prove per dimostrare il legame diretto fra Trump e Flynn, un ex generale che ha collezionato 18 medaglie al valore. Qualora il legame esistesse e coinvolgesse direttamente Trump o persone vicinissime a lui, questo consentirebbe di mettere in stato d’accusa l’attuale Presidente statunitense.
Una situazione incandescente sul fronte interno, che potrebbe avere come ripercussioni immediate un peggioramento della situazione internazionale. Il primo contraccolpo lo si è avuto in questo ore, con gli Stati Uniti che si sono sfilati dall’accordo delle Nazioni Unite per la migrazione sicura, il Global Compact on Migration, firmato nel settembre 2016. Tuttavia se la situazione del Presidente dovesse ulteriormente peggiorare, non si può escludere anche una progressiva escalation anche in campo militare. Già in passato, infatti, la guerra è stata usata come arma di distrazione di massa, per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dai guai dell’amministrazione di Washington. Per questa ragione, non è una buona notizia il raid aereo israeliano in Siria, a sud di Damasco. Secondo il quotidiano israeliano Haaretz, l’obiettivo del blitz sarebbe stata una presunta base iraniana, informazione che troverebbe conferma in una notizia della Bbc della scorsa settimana, secondo la quale milizie iraniane starebbero costruendo avamposti militari permanenti, in collaborazione con l’esercito di Damasco. Una sorta di guerra fredda mediorientale, che complice la debolezza del potere esecutivo americano, può degenerare improvvisamente
In questo scenario l’Europa è pericolosamente debole. In Germania Angela Merkel rischia di non riuscire a formare un nuovo governo e di far precipitare nuovamente al voto il Paese locomotiva dell’Unione. Il destino della Germania ci coinvolge direttamente e può indicare l’orizzonte per il prossimo futuro. Quando nel recente passato, la Germania ha aperto la strada ai governi di larghe intese fra cristiani democratici e socialisti, anche in Europa e in Italia ci sono stati, nel nome della governabilità e della stabilità dei mercati, i governi tecnici e di larghe intese. Nei prossimi mesi il nostro Paese affronterà una lunga campagna elettorale, al termine della quale potremmo trovarci nella situazione di non avere un chiaro vincitore. Il Partito Democratico deve avere l’ambizione di essere il primo partito politico d’Italia, a guida di una larga coalizione, capace di raggiungere una maggioranza parlamentare autosufficiente. Dobbiamo profondere ogni nostra energia per arrivare a questo risultato, per impedire alle destre populiste di invadere il Parlamento e pervadere di paure e rancori la vita pubblica del Paese. Bisogna farlo, per evitare di trovarci a dover percorrere la strada già battuta da qualcun altro.
Vogliamo farlo, anche per dimostrare che questi anni di governo sono stati una novità positiva per il Paese. La scorsa settimana, per la prima volta nella sua storia, l’Italia ha adottato una misura nazionale e universale di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale: il REI (Reddito di Inclusione). Il Reddito di Inclusione, che può già essere richiesto da tutti i nuclei familiari in condizione di particolare fragilità, rappresenta un traguardo significativo. Una misura strutturale, fortemente voluta dal governo Democratico e che aiuterà circa 660 mila nuclei familiari. Può essere richiesto dagli aventi diritto (clicca qui), presso i Comuni e nel caso di Roma, direttamente agli uffici dei municipi. Tuttavia l’amministrazione capitolina, guidata da Virginia Raggi, ha deciso per l’ennesima volta di chiudere la porta in faccia a chi ha più bisogno, scegliendo di tenere aperti per sole 6 ore e mezzo a settimana gli uffici nei Municipi, rendendo complicata persino la presentazione delle richieste di accesso al reddito di inclusione.
Per questa ragione il Partito Democratico di Roma ha scelto di andare incontro ai romani, per spiegare a tutti i cittadini che cos’è e come funziona il reddito di inclusione. Già questo fine settimana, i militanti democratici hanno organizzato banchetti nelle piazze dei municipi, consegnando volantini e materiale informativo, per aiutare i romani a scoprire e richiedere l’accesso al Rei, che prevede un contributo economico fino a 534 euro e un progetto personalizzato di inclusione sociale e lavorativa per le persone e le famiglie che vivono in una condizione di particolare fragilità. Sarà una mobilitazione collettiva, che continuerà per tutto il mese di dicembre. Mentre la Raggi continua a voltarsi dall’altra parte, noi insistiamo testardamente a voler stare dalla parte dei romani.
Così come stanno facendo i consiglieri democratici sul bilancio comunale. La Giunta Raggi ha inviato il bilancio ai municipi tra giovedì 23 e venerdì 24 novembre. In questo modo dei 10 giorni per l’espressione del parere, previsti dal regolamento, ben quattro sono coincisi con giornate festive. Un escamotage tecnico, finalizzato a comprimere ulteriormente il ruolo dei municipi, che si trovano a fronteggiare un bilancio stilato con criteri ragioneristici, che non tiene in alcun conto delle specificità dei territori. Per questa ragione il Pd Roma ha scelto di riunire subito i consiglieri comunali, il partito romano, gli eletti e i segretari municipali. Sono molti gli elementi di preoccupazione che sono stati riscontrati: l’assenza delle coperture economiche e i tanti fondi vincolati ad entrate non certe, il taglio agli investimenti e ai servizi, le numerose opere che vengono cancellate, nessuna idea di città e nessuna proposta per le periferie. Per questo motivo il Pd si è schierato al fianco degli amministratori municipali, che nei territori stanno contrastando questo bilancio iniquo.
Venerdì scorso il primo municipio ha bocciato il bilancio, mentre nel terzo il consiglio è stato chiuso senza alcun voto, poiché la Presidente del Municipio è scappata dall’aula con tutti gli emendamenti presentati dalle opposizioni, millantando assurde manipolazioni sugli atti. A dire la verità, la minisindaca grillina ha accusato l’opposizione di “manumissioni“, riuscendo persino a sbagliare il termine usato sul suo volantino, pubblicato sui social. Un lapsus freudiano probabilmente, dato che la “manumissio” indicava, nel diritto romano, l’atto con cui il proprietario liberava un servo dalla schiavitù. In questo caso, probabilmente, la schiavitù dell’ignoranza e dell’arroganza.
La media degli amministratori grillini è questa. Presidenti di municipio che non conoscono il significato delle parole ed interrompono servizi pubblici, quali un consiglio municipale sul bilancio, per portare degli emendamenti dai carabinieri. O peggio consiglieri grillini che invocano il “metodo Spada“, per cacciare dall’aula i consiglieri delle opposizioni. Per esprimere il nostro sostegno ai consiglieri democratici Giulia Fainella e Angelo Vastola, siamo andati insieme al segretario romano Andrea Casu e alla consigliera capitolina Giulia Tempesta, al consiglio dell’undicesimo municipio, dove seppur dimezzato, il gruppo del Pd presente in aula con i consiglieri Gianluca Lanzi e Maurizio Veloccia, ha dato filo da torcere agli incapaci grillini. Nella giornata di oggi altri gruppi democratici nei municipi della capitale combatteranno per provare a cambiare questo bilancio. Dal lavoro dei territori, nasceranno gli emendamenti con i quali i consiglieri comunali daranno battaglia in Campidoglio.
Questo fine settimana ci sono stati due eventi importanti. L’apertura della campagna elettorale di Nicola Zingaretti, per confermarlo alla guida della Regione Lazio e l’interessante convegno “La cosa giusta“, che si è tenuto nella giornata di sabato nella bellissima sala conferenze al Tempio di Adriano. Si è discusso di proposte per il futuro del diritto allo studio, dell’Università e della ricerca. Sono intervenuti, fra gli altri, il Presidente del Partito Democratico Matteo Orfini, il Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli e il senatore Francesco Verducci, che ha indicato, fra le numerose idee proposte, il superamento del numero chiuso nelle nostre Università, quale obiettivo strategico per la prossima legislatura.
p.s. voglio mandare un saluto a Francesca Scarpato, segretaria regionale dei giovani democratici della Campania, alla quale sui social è stato augurato di essere stuprata, dal solito seminatore d’odio pseudo grillino. Non ho il piacere di conoscerla, ma dalle sue risposte mi sembra una tosta, una giovane donna impegnata in politca, che non ha certo bisogno della difesa di un uomo. Tuttavia non si può lasciar correre. I social sono ormai pieni di personaggi così, frustrati paranoici, che passano insulse giornate ad augurare del male agli altri. Trovare il modo di arginare questa deriva, è compito essenziale di una politica che si ponga l’obiettivo di migliorare la società in cui viviamo.