Oddio è lunedì #43 – 10 anni dopo il Partito Democratico è ancora l’argine all’estremismo

Nel leggere i tweet del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, dovremmo essere tutti davvero preoccupati. Deve averlo pensato anche il potente senatore repubblicano Bob Corker, presidente della commissione Esteri, che all’ennesima minaccia via twitter all’Iran e alla Corea, è sbottato, arrivando a denunciare come rappresenti una vergogna che “la Casa Bianca sia diventata un asilo-nido per adulti“. Secondo Corker, Trump sarebbe il novello fanciullo con la valigia nucleare in mano e non sarebbe mai uscito dal ruolo di protagonista di un reality globale, stile “The Apprentice”. Il rischio maggiore, secondo il senatore repubblicano, è che a furia di minacciare altri paesi, il Presidente Usa possa “trascinarci verso la terza guerra mondiale“. Secondo diversi politologi, tuttavia, la politica dei tweet minacciosi, messa in atto da Trump, potrebbe rientrare nella cosiddetta “Teoria del pazzo”, inventata da Richard Nixon ai tempi della Guerra Fredda. All’epoca la teoria del pazzo doveva servire da deterrente, poichè la presunta instabilità emotiva del Presidente, che aveva istruito i suoi consiglieri affinchè la comunicassero in via confindenziale a tutti gli interlocutori stranieri, veniva usata per frenare il comunismo e far credere che una guerra sarebbe potuta scoppiare in qualsiasi momento, se il presidente “pazzo” avesse davvero perso la pazienza.

Che tuttavia Trump non rappresenti per il pianeta l’uomo giusto al momento giusto, diventa piuttosto evidente quando si prende in esame uno dei suoi principali avversari sullo scacchiere politico globale. Questa settimana su Rai3 è andata in onda la prima parte della lunga intervista di Oliver Stone al leader russo Vladimir Putin. Tralasciando le critiche, alcune certamente condivisibili, al lavoro del regista americano, il documentario ha comunque il merito di farci conoscere il punto di vista del Presidente della Russia, vicino alla quarta rielezione. Nell’intervista Putin racconta la sua verita, certamente mente sul rispetto dei diritti civili, snocciola battute sessiseio non ho mai la luna storta, non sono mica una donna” e omofobepreferirei non fare la doccia insieme a un gay, perchè provocarlo“, dedicando a questo passaggio, l’unica sguagliata risata dell’intero girato. I suoi occhi si fanno profondi, invece, quando spiega che la Russia difenderà i propri confini in qualsiasi modo, nel caso di una nuova corsa agli armamenti. Per tutta l’intervista Putin parla degli americani come di alleati, ma ne mette in luce ogni possibile difetto, arrivando allo zero comico assoluto, quando Oliver Stone gli fa vedere il film il “Dottor Stranamore”, regalandogliene una copia. A quel punto Putin si accorge che all’interno del cofanetto manca il DVD ed esclama ridendo: “tipico regalo americano. Al netto delle parole del politico accorto e preparato, il disprezzo verso gli Stati Uniti è strisciante, anche quando interrogato sui candidati alla Casa Bianca, risponde con un “curiosamente voi cambiate i presidenti, ma la politica non cambia“. La preoccupazione maggiore per il futuro sarà quella di scoprire chi sia il pazzo per finta, chi quello vero e quanto spazio avrà la politica del dialogo in questo gioco molto pericoloso.

Sabato 14 ottobre alle ore 10.30 il Partito Democratico festeggia i dieci anni dalla sua fondazione. Lo faremo con una grande iniziativa politica a Roma, al Teatro Eliseo, alla quale interverranno Matteo Renzi, Walter Veltroni e Paolo Gentiloni. Dal segretario del Lingotto 2007 a quello del Lingotto 2017, passando per l’attuale Presidente del Consiglio. Non è facile descrivere i tanti sentimenti che si provano nei confronti di un partito che hai contribuito a fondare. Basti pensare che ho ancora incorniciato a casa il certificato di fondatore del Pd. Sono stato delegato con Veltroni, Franceschini, Bersani e Renzi. In dieci anni di vita politica, ho avuto l’onore di rappresentare il mio partito in una delle amministrazioni municipali più grandi e importanti della capitale del mio Paese. Oggi ricopro il ruolo di coordinatore della segreteria del segretario del Pd Roma Andrea Casu, con il quale lavoriamo ogni giorno per costruire l’alternativa al populismo grillino e alla destra.

In questi dieci anni il Partito Democratico ci ha probabilmente regalato più delusioni che gioie in termini elettorali. Nonostante questo, abbiamo contribuito a governare il Paese negli ultimi anni, grazie al lavoro dei governi di Enrico Letta, Matteo Renzi e Paolo Gentiloni. Nel momento peggiore per le democrazie occidentali, sferzate dalla crisi economica, dal terrorismo globale e dai rigurgiti delle destre, il Partito Democratico italiano ha saputo rappresentare un argine alla deriva estremista. Nei prossimi mesi affronteremo le elezioni politiche più difficili e incerte degli ultimi anni, quelle che potrebbero segnare il futuro dei prossimi vent’anni del nostro Paese. Matteo Renzi, nella direzione del 30 settembre scorso, ha spiegato come “serva una forza tranquilla” per dare un futuro al Paese.

Una forza che non sappia soltanto raccontare le importanti riforme avviate negli ultimi anni, ma sappia anche indicare l’orizzonte per il futuro. Una forza che sia sempre in grado di cambiare quello che non funziona, anche quando questo vuol dire mettere in discussione un proprio provvedimento. Per questa ragione ho particolarmente apprezzato l’intervento del Presidente del Pd Matteo Orfini sulla necessità di modificare quanto prima la legge sullo stalking (clicca qui), in conseguenza della discussa sentenza del tribunale di Torino. Così come reputo determinanti gli ultimi interventi del ministro Graziano Del Rio (clicca qui) e di Walter Veltroni (clicca qui), sulla necessità di approvare la legge sullo Ius Soli, sottraendola al dibattito strumentale e spiegando come sia fondamentale accogliere e conquistare al nostro sistema di valori quel bambino straniero che parla la stessa lingua dei nostri figli, indossa le stesse magliette di calcio, pratica gli stessi sport e hobby degli altri. Per difendere la nostra identità e la sicurezza, come sta facendo il Ministro Marco Minniti, ci vogliono anzitutto autentiche politiche di integrazione, che fissino le regole per poter stare nel nostro Paese. Sta qui la ragione d’esistenza del Partito Democratico italiano e la sua missione nella storia del nostro Paese. Siamo la forza che vuole parlare al cuore e al cervello delle persone e non alla loro pancia. Siamo quelli che credono che si evolva investendo sul coraggio e sull’innovazione e non solleticando le paure e l’edificazione di muri fisici e mentali. E’sopratutto per questo sistema di valori condiviso che il Partito Democratico, a differenza degli altri partiti, sopravvive anche alle cadute dei propri leader. Il motivo autentico per cui ci sentiamo orgogliosi di essere democratici, è questa gestione collettiva della leadership, che molto spesso ci porta ad essere fin troppo polemici al nostro interno, ma che ci garantisce di essere liberi, senza padroni e con la voglia, ogni giorno, di lottare per migliorare il nostro Paese e il mondo in cui viviamo.

Virginia Raggi, oltre ad essere Sindaco di Roma, è anche Presidente della Città Metropolitana. Non è tanto singolare, quindi, che venga chiamata in causa sul crollo del tetto del liceo classico Virgilio, quanto che lo si faccia soltanto in seguito ad un incidente, che poteva avere conseguenze peggiori. In realtà nessuno, nemmeno i giornalisti, spesso si ricordano come la Raggi, oltre che di Roma, si dovrebbe occupare anche della ex Provincia e delle sue competenze, ad esempio, quelle in materia di edilizia scolastica per le scuole superiori. Il dramma è che non se lo ricordi nemmeno lei. Questo è quanto emerge dalla relazione del Ministero dell’Istruzione, che ha specificato come all’anagrafe dell’edilizia scolastica non risultino richieste per il finanziamento di interventi di manutenzione, ordinaria o straordinaria, per il Virgilio. Gli unici fondi arrivati all’Istituto sono stati 42 mila euro per l’adeguamento alla normativa anticendio; per il resto, invece, la città metropolitana a guida M5S è rimasta ferma. Peggio il liceo Virgilio non era nemmeno inserito fra le sedi più a rischio. La realtà è persino peggio di quello che sembra, poichè la Raggi non ha partecipato ai bandi, non ha utilizzato i fondi del Governo, ha persino azzerato le risorse, smantellando gli uffici preposti alle scuole superiori.

Tuttavia se da una parte la Sindaca non usa i fondi, dall’altra continua a vessare i romani. Per questa ragione, come già fatto in I municipio e come richiesto con un atto del Pd, approvato dal consiglio del III Municipio, stiamo chiedendo al Comune di Roma di riaprire per qualche giorno i termini per la presentazione dell’ISEE per la refezione scolastica. È un problema che riguarda tantissime famiglie romane, che in un momento di forte crisi economica, rischiano di non poter usufruire delle agevolazioni di cui hanno diritto e che sono previste dall’amministrazione. Dove governa il Pd, il prolungamento è stato già fatto, vedremo se il Campidoglio resterà silente e interte anche stavolta. Assieme al Pd dell’XI municipio, stiamo rispondendo con iniziative costanti, al clima di pesante intimidazione, promosso da esponenti di Forza Nuova e Casapound, che celandosi dietro la retorica dell’italianità, difendono invece l’abusivismo e l’illegalità, arrivando persino ad impedire fisicamente l’assegnazione di un alloggio pubblico ai legittimi assegnatari. Un clima che si ritrova anche ad Ostia, dove Athos De Luca ha dato avvio alla campagna elettorale per il X municipio, presentando la lista democratica a suo sostegno. Ostia sarà un test importante per comprendere lo stato di salute del M5S in città. Come Pd siamo consapevoli di doverci far perdonare molte scelte dai cittadini del X municipio e questo sarà lo spirito con il quale saremo presenti per le strade.

Questa settimana, inoltre, si è reso necessario un chiarimento con la Regione Lazio sul possibile pignoramento delle Case Ater di Roma, da parte dell’agenzia delle entrate, in conseguenza del mancato pagamento di una parte della seconda rata del concordato con Equitalia per la rottamazione del debito. Dopo aver analizzato accuratamente la documentazione, insieme all’assessore Fabio Refrigeri, il Partito Democratico di Roma ha pubblicato una nota per smentire categoricamente qualsiasi pericolo per gli inquilini degli alloggi ERP e per il personale dell’Ater Roma. Dal VI municipio, invece, ha preso avvio la protesta contro la decisione del presidente grillino Roberto Romanella di chiudere un presidio essenziale per il versante Prenestino. Dal III Municipio arrivano notizie positive per la soluzione del parcheggio del mercato Serpentara (clicca qui), anche se ogni volta che arriva una qualche soluzione, si registra costantemente l’assenza della presidente del municipio Roberta Capoccioni. A guardare bene i nomi dei Presidenti grillini dei municipi, c’è da farsi almeno una risata. “Romanella“, “Capoccioni“, si potrebbe quasi dire Nomen Omen.

p.s. questa settimana è stata abbastanza difficile, perchè ho partecipato al saluto di due persone con le quali sono cresciuto umanamente e politicamente. La combattiva Lina Tancioni è stata quanto di più lontano politicamente da me potesse esserci, eppure il nostro rapporto è sempre stato di correttezza e stima. Come dovrebbe essere fra avversari politici che si confrontano sulle idee, ma che sanno vedere nella visione dell’altro un arricchimento e non un nemico da tacitare. E poi c’è Maurizio Merolli. Maurizio per me ha rappresentato l’inizio. Il primo direttore per il quale scrivere un articolo sul mitico IV Circoscrizione. Uno dei primi mentori che ti suggerisce, quando sei ancora al primo anno di Università, “ma perchè non ti candidi tu“? L’amico con il quale parlare di politica fino a notte fonda e poi, dopo qualche anno, l’avversario leale con il quale mettere a confronto il Pd e il M5S, alla continua ricerca della vera sinistra. Sabato tantissime persone, diversissime fra di loro, lo hanno voluto salutare al Verano. Ho sempre pensato che il significato di una vita davvero vissuta, spesso lo capisci dai volti di chi vuole starti accanto per l’ultima volta. Ecco, Maurizio Merolli è stato un uomo con pregi e difetti come ne abbiamo tutti, ma è stato capace di parlare e farsi apprezzare da persone diverse, che fra loro non si parlano e stentano a salutarsi. Di uomini e donne così avremmo davvero bisogno e per questa ragione sono convinto che Maurizio mancherà a molti.

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