Non tutti forse se ne sono accorti, ma venerdì scorso Sky ha presentato M – Il figlio del secolo con un estratto del discorso di Benito Mussolini, interpretato magistralmente da Luca Marinelli. Questo breve segmento è andato in onda tra le 20:35 e le 20:45, quasi a reti unificate. Una strategia di marketing senza precedenti per il nostro Paese, che anticipava la qualità straordinaria della serie, evidente già nei primi due episodi.
M – Il figlio del secolo, trasposizione televisiva del romanzo di Antonio Scurati, è stata scritta da Stefano Bises e Davide Serino e diretta da Joe Wright. Sin dai primi minuti si percepisce il valore monumentale della produzione, dalla regia alla fotografia, dai costumi e alle atmosfere, fino alla straordinaria interpretazione di Luca Marinelli. Nei panni del Duce, Marinelli riesce a catturare gli spettatori con un’intensità che ricorda la capacità di Kevin Spacey in House of Cards. Tuttavia, ciò che rende davvero interessante questa serie non è solo l’eccellenza tecnica e artistica, ma soprattutto la forza delle parole.
Fin dalle prime battute, il dialogo scuote lo spettatore, spiegando con lucidità come sia nato e cosa abbia rappresentato il fascismo. Un momento particolarmente potente si trova all’inizio dello show: mentre scorrono le immagini di Mussolini appeso a testa in giù e preso a calci dalla folla, un fenomenale e inquietante Marinelli si rivolge direttamente agli spettatori, dicendo: “A cosa è servito? Guardatevi attorno, siamo ancora tra voi.”
Il concetto di un male banale, eterno e riconoscibile ci riporta a Umberto Eco e al suo saggio Il fascismo eterno, un testamento spirituale che offre alle generazioni attuali gli strumenti per identificare e combattere il ritorno del fascismo sotto nuove forme. Eco descrive il fascismo come figlio della frustrazione individuale e sociale, fondato su un populismo qualitativo che trasforma la risposta emotiva di pochi in una presunta “voce del popolo”. Un testo ancora oggi di una sconcertante attualità, che vale la pena leggere e rileggere.
Per chi saprà andare oltre i titoli e comprendere il significato profondo di questa produzione, M – Il figlio del secolo mostrerà la miseria morale e umana che è stata il fascismo, insieme alla spregiudicatezza di chi lo ha sostenuto. Proprio lo scorso anno si è celebrato il centenario del sacrifico di Giacomo Matteotti, che pagò con la vita il suo opporsi ai fascisti. Vale la pena ricordare alcune delle sue parole: “Il fascismo non è un’opinione, è un crimine”. Questo messaggio è centrale per chi ama la libertà, la democrazia e la convivenza civile. Contro chi fa della violenza e dell’odio la propria bandiera e contro chi sfrutta la democrazia per distruggerla, non si può e non si deve mai cedere. In ogni tempo e anche a costo della propria vita.