La vicenda della donna violentata in un sottopasso di Roma mi ha profondamente colpito e amareggiato, non solo per la gravità della violenza subita nel cuore della nostra città, ma anche per le parole che la vittima ha pronunciato all’indomani dell’episodio: “Io gridavo e provavo a bloccare le auto che passavano, ma nulla. Nessuno mi aiutava. L’indifferenza della gente mi ha fatto davvero male”. Un’indifferenza che spaventa tanto quanto la brutalità del criminale che, nel sottopassaggio di Porta Pia, aveva il suo rifugio. I sottopassi di Roma sono spesso luoghi abbandonati, bui e degradati. Ci sono però alcune eccezioni: spazi come quelli sotto la galleria Alberto Sordi o Piazza Barberini sono stati riqualificati da anni e ospitano librerie frequentate, punti di riferimento che resistono al digitale. Come amministrazione comunale, lavoriamo da mesi per preservare queste realtà di rigenerazione e riqualificazione urbana, con l’obiettivo di estenderle al resto della città laddove possibile. È un impegno iniziato ben prima di questo tragico episodio e che ci vede attivi insieme ai colleghi Svetlana Celli e Yuri Trombetti, e al dipartimento patrimonio di Roma Capitale. Non ci siamo inventati nulla di nuovo: in passato alcuni sottopassi sono stati riqualificati e resi più sicuri. Tuttavia, nel tempo, è mancata la volontà di illuminare questi spazi e di utilizzarli con attività commerciali, sociali e culturali che potessero offrire servizi ai cittadini romani.
Da queste riflessioni è nata l’idea di una proposta di delibera per dare una nuova vocazione economica e socio-culturale ai sottopassi, assegnandoli a realtà commerciali e associative, come librerie, cooperative del verde, startup tecnologiche e organizzazioni culturali. L’obiettivo è riaccendere la luce in aree oggi preda del degrado, dell’abbandono e della criminalità. Non tutti i sottopassi, però, sono adatti a una rigenerazione: alcuni, da tempo inutilizzati, verranno chiusi e tombati dall’assessorato ai lavori pubblici, ridisegnando la viabilità di superficie per migliorare e rendere più sicuri marciapiedi e piste ciclabili. Stiamo lavorando su questo fronte già da tempo e c’è bisogno di accelerare.
La scorsa settimana abbiamo fatto un passo avanti con l’approvazione del regolamento per le antenne di telefonia. Un regolamento che abbiamo fortemente voluto, sfruttando la possibilità fornita dalla legge nazionale di tutelare specifiche aree sensibili dall’esposizione ai campi elettromagnetici, individuare zone preferenziali per l’installazione degli impianti e proteggere beni di pregio paesaggistico, ambientale o storico-artistico. Sono soddisfatto del percorso di ascolto e condivisione portato avanti dalla commissione Roma Capitale, dagli assessorati e dai dipartimenti coinvolti in questi mesi di studio. Abbiamo accolto diverse osservazioni dai municipi e dalle realtà territoriali, e in aula sono stati approvati numerosi emendamenti da tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione che hanno contribuito a migliorare il regolamento. È un traguardo importante per la città di Roma, che si dota di uno strumento ragionevole per garantire una rete infrastrutturale adeguata, consentendo all’amministrazione un controllo e monitoraggio costante attraverso l’osservatorio. Anche questo lavoro è durato un anno e mezzo, ma il tempo impiegato è stato necessario per creare un regolamento serio e condiviso.
Concludo con due buone notizie. Sono iniziati i lavori per la ricostruzione della casa sociale degli anziani e del quartiere Valli, situata nel Parco delle Valli, all’interno della Riserva dell’Aniene. 800mila euro investiti per restituire alla comunità un luogo di aggregazione sociale fondamentale. La nuova struttura, con una superficie di circa 150 mq e un pergolato esterno di 165 mq, sarà tecnologicamente avanzata sul piano dell’efficienza energetica e caratterizzata da elementi di architettura bioclimatica. È prevista l’installazione di un impianto fotovoltaico in grado di soddisfare il fabbisogno energetico dell’intero edificio e saranno utilizzati biomateriali.
Infine, venerdì scorso, l’Assemblea Capitolina ha approvato una mozione che impegna il Sindaco e l’Assessore competente a ottenere una deroga dal Ministero dell’Interno alla norma che richiede un’attesa di dieci anni dalla morte di una persona prima di intitolarle una strada o una piazza. L’obiettivo è intitolare un luogo pubblico di Roma a Maria Lisa Rodano Cinciari, su proposta dell’associazione “Noi Rete Donne”, che ha svolto un grande lavoro di sensibilizzazione sul tema. La mozione, di cui sono il primo firmatario, completa un percorso già avviato anche dal Municipio I grazie all’impegno della consigliera Giulia Callini, che lo scorso 29 aprile ha approvato un atto analogo. Marisa Rodano è una delle figure più illustri della storia della Repubblica Italiana: partigiana, fondatrice dell’Unione Donne Italiane, consigliera comunale e provinciale, deputata e parlamentare europea. La sua vita dedicata alla politica e alla lotta per la libertà, la parità di genere, i diritti e la giustizia sociale è un esempio e un riferimento per tutti coloro che si impegnano per il bene comune. Intitolarle una strada, una piazza o un parco nella sua città è non solo un tributo doveroso, ma anche un monito per le nuove generazioni di donne che si affacciano alla vita e alla buona politica.