La settimana appena trascorsa è stata particolarmente importante per la città. In assemblea capitolina abbiamo approvato due regolamenti attesi da un decennio. Quello per la gestione dei beni comunali materiali, immateriali e digitali e quello altrettanto importante per le nuove case sociali degli anziani e del quartiere. Due regolamenti sui quali abbiamo lavorato per diversi mesi insieme agli assessori Andrea Catarci e Barbara Funari e alle consigliere comunali Nella Converti ed Antonella Melito. Provo a raccontarvi le novità introdotte da queste delibere, che come spesso avviene non hanno avuto lo stesso risalto di altri provvedimenti, ma che cambieranno profondamente la nostra città e tutte quelle attività di volontariato che molto spesso suppliscono alle azioni dell’amministrazione.
L’approvazione del regolamento sui beni comuni è qualcosa di storico per Roma. A quasi dieci anni dalla sua prima approvazione nel Comune di Bologna, a quattro anni dalla legge approvata dalla Regione Lazio e dopo che per ben due volte nella passata amministrazione un testo analogo non venne approvato dall’assemblea capitolina, finalmente anche Roma dispone di questo strumento fondamentale per consolidare l’alleanza tra ente pubblico e cittadinanza attiva. Roma Capitale e i municipi potranno attivare i patti di collaborazione con i cittadini, regolarizzando finalmente le diverse e numerose attività realizzate volontariamente a tutela dei beni comuni, dando piena concretezza al principio di sussidiarietà orizzontale sancito dall’art. 118 della nostra Costituzione. Grazie al lavoro portato avanti in commissione Roma Capitale insieme alla vicepresidente Antonella Melito il testo base del regolamento è stato arricchito con emendamenti che prevedono l’introduzione di numerose novità, dalla possibilità di aprire i patti a tutti i soggetti, singoli, associati o comunque riuniti in formazioni, comprese quelle informali, anche di natura imprenditoriale purché nella dimensione della responsabilità sociale e non nell’attività di profitto, all’attenzione rivolta ai beni immateriali e digitali con l’introduzione dei “knowledge commons“‘” e dei “non fungible token“. Con questa delibera abbiamo finalmente colmato quel vuoto normativo che impediva di coinvolgere le persone nella cura del proprio territorio, per creare quei “legami di comunità” fondamentali per ampliare servizi e tutelare la bellezza dei nostri territori. Nei prossimi mesi ci aspetta un grande lavoro per riconoscere le tante attività che già si portano avanti nei municipi e per stringere nuovi patti fra cittadinanza attiva ed amministrazione comunale.
Dopo 13 anni di attesa, giovedì abbiamo finalmente approvato in Aula Giulio Cesare il Regolamento dei nuovi Centri Sociali Anziani di Roma che da oggi diventeranno le Case Sociali degli Anziani e del quartiere (CSAQ). Il nuovo regolamento consegna alle cittadine e ai cittadini della nostra città luoghi aperti e inclusivi, spazi pubblici d’aggregazione aperti alla comunità, dove oltre alle attività ricreative, ludiche e motorie rivolte agli anziani, sarà possibile svolgere attività di rilevanza sociale e di apertura e condivisione con il territorio. Questo regolamento, di cui sono firmatario insieme alla presidente della commissione politiche sociali Nella Converti è stato il frutto di mesi e mesi di consultazioni di cui siamo molto orgogliosi. Abbiamo dialogato con i Sindacati, il Forum del Terzo Settore, il Coordinamento cittadino e i coordinatori degli attuali Centri Sociali Anziani, passando per tutti i consigli municipali di questa città. Un lavoro di ascolto, studio e scambio di opinioni reciproco. Un lavoro che non è stato semplice, perché abbiamo trattato una materia delicata e fondamentale, occupandoci del futuro di 149 luoghi molto importanti per la città, che spesso si trovano lontano dal centro storico e rappresentano l’unico presidio pubblico dove le persone possono riunirsi e vivere in comunità. Le principali novità, che ricalcano quanto disposto dalla delibera regionale approvata due anni fa, riguardano l’apertura al quartiere di questi luoghi, l’obbligo di dotarsi della ragione sociale di Associazione di Promozione Sociale (APS) per gestire una casa sociale degli anziani e del quartiere, l’età di 60 anni per potersi iscrivere, con una quota del 30% di soci sotto ai 60 anni per favorire l’intergenerazionalità, l’inserimento di un tetto massimo alla quota di iscrizione che non potrà superare i 15 euro. Ed ancora l’istituzione per la prima volta nella storia di Roma di un centro di costo inserito nel bilancio capitolino per sostenere l’attività dei centri. Con questo regolamento non recepiamo solo le linee Guida della Regione Lazio che ci indicano come percorrere una strada completamente nuova per questi luoghi pensati dal Sindaco Petroselli per non lasciare sole le persone anziane. Il nostro obiettivo è stato quello di ridisegnarne la funzione pubblica per renderli centrali nella vita dei nostri quartieri.
Infine venerdì sono stato in III municipio per il consiglio straordinario sulla ZTL fascia verde al quale hanno partecipato anche l’assessore alla mobilità di Roma Capitale Eugenio Patanè e il presidente dell’omonima commissione Giovanni Zannola. Dopo una lunga discussione alla quale l’opposizione ha incredibilmente deciso di sottrarsi, l’aula di piazza Sempione ha approvato due ordini del giorno per procedere al superamento della deliberazione della giunta capitolina 371/2022. Pur nella consapevolezza che all’origine di questo provvedimento ci siano ragioni di salute pubblica, il consiglio del III Municipio ha chiesto alla Regione Lazio e al Campidoglio che insieme alle ragioni di salute si tengano in considerazione anche quella di giustizia sociale. Un provvedimento così importante deve necessariamente impattare in egual modo su tutti, senza rischiare di penalizzare eccessivamente le fasce più deboli della cittadinanza. Per questo sono state fatte alcune proposte concrete e si è chiesto di velocizzare le opere pubbliche attese da anni (riapertura fermata Fm1 Val D’Ala, potenziamento della metro B1, ponte ciclo pedonale sull’Aniene), che consentirebbero anche di migliorare la mobilità pubblica e quella più sostenibile. Sono consapevole della rabbia generata da questo provvedimento, ma sono anche sicuro che il Sindaco e il Presidente della Regione Lazio sapranno trovare i giusti correttivi per affrontare una questione molto delicata.
Un ultimo pensiero voglio dedicarlo all’amico Maurizio Zeppilli, capigruppo del Partito Democratico del decimo Municipio. Maurizio se ne è andato in silenzio, quasi senza voler disturbare, con l’educazione e l’intelligenza che ho avuto l’onore di scoprire in questo ultimo anno in cui abbiamo coltivato la nostra giovane amicizia. Il 21 aprile scorso ero stato ospite da lui ad Ostia per l’avvio dei lavori della commissione che stava cominciando a presiedere. In questo ultimo anno abbiamo parlato tanto. Di regolamenti, di Roma, di cultura e di innovazione tecnologica. Ogni volta che ci incontravamo, Maurizio mi regalava un libro. Un dono che oggi si fa sempre meno spesso. Non mi capacito che non ci sia più e mi reputo fortunato ad aver incrociato un tratto di strada insieme.
Vi segnalo qui alcuni link che possono essere interessanti.
Il mio intervento in assemblea capitolina sul regolamento dei beni comuni
Il mio intervento in assemblea capitolina sulle Case sociali degli anziani e del quartiere