Nella giornata di ieri tutta la città si è svegliata con la notizia dell’incidente fra una Land Rover Defender e un tram della linea 19 in Piazza Cinque Giornate. A dare grande eco alla notizia la circostanza che alla guida del suv ci fosse il noto giocatore della Lazio Ciro Immobile. Fortunatamente le conseguenze del brutto incidente, con il frontale del suv distrutto e il tram scalzato dai binari, sono state più lievi di quello che le immagini successive allo scontro avrebbero potuto suggerire. Soprattutto perché in auto assieme al calciatore c’erano le due figlie e sul mezzo pubblico alcuni cittadini. Nonostante sia Immobile che l’autista del tram siano stati portati in ospedale, per entrambi le prognosi sono più che confortanti. E questa è la cosa che conta. Sulla dinamica dell’incidente cercherà di fare luce la polizia di Roma Capitale. Ma in questi casi l’importante è che nessuno si sia fatto male.
Secondo le statistiche elaborate da Aci e Istat, nel 2021 si sono registrati 11.129 incidenti stradali con 13.862 feriti e e 121 vittime. La distrazione alla guida e il mancato rispetto della segnaletica si consolidano tra le prime cause degli incidenti (52,6%), mentre l’eccesso di velocità ha causato il maggior numero di incidenti mortali (27,9%). Statistiche allarmanti che ci devono indurre a portare avanti politiche che riducano i limiti di velocità sulle strade dove si tende a correre di più, limitino la pericolosità di alcuni incroci, risolvano le criticità provocate da alcune ciclabili pericolose e inducano gli automobilisti a non utilizzare lo smartphone quando sono alla guida.
Come nella vita, si può andare a sbattere anche in politica. E anche qui, chi è responsabile di un incidente non sempre è pienamente consapevole delle conseguenze che può provocare. Per chiarire questo concetto voglio soffermarmi sulle prime settimane da segretaria di Elly Schlein. Dopo le primarie, la segretaria ha lavorato per comporre una squadra formata da un mix di novità ed esperienza. Della segreteria fanno infatti parte sia persone che fino a qualche settimana fa non erano nemmeno iscritte al Partito Democratico ed altre che lo sono fin dalla sua nascita. Un mix che ha rispecchiato il sostanziale equilibrio uscito dal congresso, che ha eletto a Presidente del partito il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini. Sono convinto che alla nostra segretaria bisogna lasciare il tempo di lavorare e di spiegare agli italiani la sua idea per il futuro del Paese. Dobbiamo aiutarla nell’organizzare l’opposizione al governo delle destre per prepararci al meglio alle elezioni europee del prossimo anno. Nel frattempo, però, è necessario un elevato senso di responsabilità da parte di tutti, onde evitare di disseminare il percorso di trappole o peggio ancora di esasperare le possibili ragioni di conflitto.
Trovo davvero assurdo e provocatorio, ad esempio, l’ordine del giorno presentato dal gruppo di Alleanza Verde-Sinistra al decreto Pnrr per chiedere al governo di revocare i poteri commissariali al Sindaco Gualtieri e sospendere le procedure autorizzative sul termovalorizzatore di Roma, nominando un nuovo commissario. Un attacco politico assurdo all’autonomia amministrativa del Campidoglio, che fa seguito alle parole del nuovo membro della segretaria politica nazionale democratica Sandro Ruotolo, contrario all’impianto che consentirà la chiusura del ciclo dei rifiuti a Roma.
Ci sono due questioni inaccettabili in questo dibattito. La prima è di merito. Chi parla di termovalorizzatore e raccolta dei rifiuti dovrebbe aver fatto almeno per qualche mese l’amministratore locale di una media grande città italiana. Altrimenti il rischio è di fare del facile populismo politico e mai il bene dei cittadini. Chi vuole fare propaganda politica sulla salute delle romane e dei romani, fa finta di non sapere che in Europa il termovalorizzatore è l’impianto più comune per integrare il riciclo dei rifiuti. Indovinate quale è l’elemento che accomuna tutte le 14 città cui la Commissione Europea ha assegnato finora il premio di Capitale verde europea? Ebbene sì, tutte hanno l’inceneritore a recupero di energia. Stoccolma, Nantes, Amburgo, Bristol, Lisbona, Vitoria-Gasteiz, Copenaghen, Lubiana, Lahti, Essen,
Nijmegen, Oslo, lo scorso anno Grenoble e Tallin quest’anno. Hanno anche in comune di avere dei partiti davvero “verdi” di governo, capaci di non dire sempre dei no strumentali, ma di proporre delle politiche concrete per risolvere i problemi.
I contrari sono gli stessi che si dimenticano che i termovalorizzatori ci sono anche in Italia. 40 impianti sono in funzione e si trovano nelle Regioni del Nord ed in Toscana. Nove sono nell’ Emilia Romagna governata da Bonaccini e Schlein e ben tre, udite udite, sono già nel Lazio. Solo Roma, quindi, dovrebbe continuare ad avere una situazione di emergenza, che ha come conseguenza un grande sperpero di risorse pubbliche ed anche un notevole impatto sull’ambiente, visti i mal funzionamenti riscontrati in questi anni nei Tmb e il notevole uso di carburante per spostare i mezzi dell’Ama da una parte e l’altra della città. Al nuovo termovalorizzatore, al contrario, i rifiuti ci arriveranno su rotaia e già questo dovrebbe essere visto come uno straordinario contributo ambientale. Infine sempre i populisti dei rifiuti omettono di riconoscere al Sindaco e all’assessore all’ambiente Sabrina Alfonsi di essere arrivati con un anno di anticipo alla chiusura del Tmb di Rocca Cencia. Una battaglia lunga più di dieci anni.
Fin qui il merito. Ma c’è anche una questione inaccettabile di carattere prettamente politico. C’è chi fuori e dentro il Partito Democratico vuole usare la questione del termovalorizzatore per mettere i bastoni fra le ruote al Sindaco Roberto Gualtieri e per minare fin dal principio la segreteria di Elly Schlein. C’è chi trama in sostanza per riproporre uno scontro che sembra molto simile a quello già vissuto fra Matteo Renzi e Ignazio Marino. Tutti ci ricordiamo come è finita quella stagione politica. Marino venne disarcionato da Sindaco. Roma regalata al M5S di Virginia Raggi. E anche Matteo Renzi cominciò il proprio declino come segretario del Partito Democratico.
Perché alla fine gli incidenti sono così. Non conta troppo di chi sia la colpa. Alla fine si rischia di farsi tutti del male.