In questi primi giorni le forze politiche che sostengono il governo guidato da Giorgia Meloni hanno presentato due proposte di legge per innalzare a 10 mila euro la soglia dei contanti da utilizzare per gli acquisti e per prevedere un nuovo condono tombale. Due mosse prevedibili che facevano parte delle proposte del programma elettorale delle forze di centrodestra e che fanno già capire dove tirerà il vento. Aumentare il contante con cui possiamo fare acquisti non aiuterà di certo le famiglie più in difficoltà, come tutti possiamo ben immaginare, ma servirà senz’altro a far aumentare il nero. Così come i condoni serviranno ai soliti furbetti che in questi anni non hanno rispettato le regole in barba ai tantissimi che lo hanno fatto. Già in queste prime settimane c’è già molto sul quale fare opposizioni. Lasciamo da parte le speciosità linguistiche sugli articoli da utilizzare per definire Giorgia Meloni ed occupiamoci delle politiche di questo Governo. Un Governo al quale viene naturale prendersela con i rave party e con il soccorso in mare da parte delle Navi delle organizzazioni non governative, piuttosto che con i delinquenti che hanno costretto intere famiglie a lasciare la Curva Nord di San Siro o con i fascisti radunati a Predappio. La destra italiana è sempre stata così. Due pesi e due misure.
I prossimi anni saranno intensi e ci vorrà una nuova opposizione interpretata da chi è a contatto quotidiano con i problemi delle persone. Un’opposizione che dovrà stare più nelle piazze che nelle stanze. Più in trincea e meno in collina. Leggo spesso sui giornali del dibattito sul Partito Democratico di Roma, che troppo spesso viene denigrato senza che nessuno si prenda la briga di ricordare come il partito romano si sia ricostruito dopo la terribile sconfitta alle amministrative del 2016. Quel nuovo partito composto da giovani donne e uomini è ripartito dai territori e dai municipi. Da persone che avevano grande esperienza amministrativa e da dirigenti che per anni hanno tenuto aperto sezioni e presidi di quartiere. Non è un caso che il Partito Democratico di Roma abbia ricostruito la coalizione di centrosinistra che insieme a Roberto Gualtieri ha riconquistato la capitale. E non è un caso che abbia mantenuto percentuali di consensi più alte di quelle nazionali, nonostante i continui cambi di leadership nazionale. A Roma ben prima delle elezioni un gruppo dirigente capace ha saputo guidare il partito, scrivere un programma che segnasse la propria identità ed infine costruire con le primarie una coalizione forte in grado di vincere le elezioni senza essere alleato del M5S e del terzo polo di Renzi e Calenda. È successo meno di un anno fa nella capitale del Paese e può succedere anche in Italia adottando lo stesso metodo e anteponendo l’interesse generale a quello particolare. Come è stato fatto a Roma in questi anni.
La sconfitta è stata una botta durissima, ma è ora di rialzarsi e di andare avanti. Ci sono esempi grandiosi di rinascita. Come quello di Lula tornato ad essere eletto Presidente in Brasile dopo un calvario terribile. Una vittoria sofferta e importantissima per i progressisti di tutto il mondo, che dimostra come la destra sia forte, ma che si possa battere.