Doveva essere la notte degli Oscar durante la quale sostenere la resistenza Ucraina di fronte alla cieca violenza russa. Il palco di Hollywood sarebbe dovuto servire per una notta a mandare un messaggio di pace e di avversione alla guerra. Sarà invece ricordata come la notte in cui il misero minuto di silenzio in ricordo delle vittime del massacro ucraino è stato oscurato dal pugno con cui Will Smith ha voluto rimarcare cosa voglia significare essere un maschio alfa nella cultura patriarcale planetaria. Tuttavia peggio del pugno, un gesto di pura violenza gratuita non commisurata all’entità dell’offesa subita, mi è sembrata grottesca la giustificazione dell’attore. Per Will Smith o per chi ha cercato di aiutarlo, un pugno in faccia ad un comico per una battuta infelice contro la propria moglie sarebbe un gesto di difesa e dì amore. Una sorta di apoteosi della cultura patriarcale per la quale la violenza si potrebbe ben giustificare per difendere un soggetto considerato più debole. Per l’americano Will Smith l’onore della propria compagna. Per il russo Vladimir Putin l’autonomia dei ribelli del Donbass, perchè no. La notte degli Oscar non ha saputo dire nulla contro la guerra, l’uso delle armi e la violenza politica e militare. Tuttavia in maniera mirabile e persino cinematografica ci ha detto tutto sulla civiltà moderna di cui siamo intrisi. Altro che differenze fra Occidente e Oriente. Fra democrazie e dittature. Il nostro problema più profondo si cela nel rapporto malato che l’umanità ha con la violenza. Una violenza, che come ha detto Will Smith mentre veniva premiato subito dopo aver preso a cazzotti uno dei presentatori dello show, è stato solo frutto dell’amore che farebbe “fare cose pazze”. Roba da matti se queste parole non fossero state immediatamente superate per follia dalle successive: “quando sei nel momento più alto, il diavolo viene a prenderti”. Su una cosa i proverbi popolari hanno ragione, spesso il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi. Di conseguenza la notte degli Oscar che doveva rappresentare la massima espressione della cultura illuminata, si è trasformata di colpo nel palcoscenico di quella cultura patriarcale su cui poggia la violenza delle armi. Quella violenza che tutti vorremmo terminasse in Ucraina e che invece rischiamo dì portarci fin dentro casa nostra.
Villa Spada, il consiglio municipale contrario all’antenna di via Sambuca Pistoiese
di Sara Mechelli (www.romatoday.it) Nel IV Municipio non c’è posto per alcuna antenna. Il miniparlamento di Piazza Sempione ha respinto al mittente la richiesta di