La guerra in Ucraina sta producendo il più alto numero di rifugiati da un Paese, concentrati in un tempo così ristretto, nella storia mondiale. Le previsioni parlano di 7-8 milioni di persone e c’è da augurarselo, perché vorrebbe dire che almeno i corridoi umanitari per i civili siano riusciti a salvare delle vite. Questa guerra dura da 12 giorni e le immagini che ci arrivano dalle città ucraine sono già strazianti. Il mondo che verrà non sarà più come prima, perchè quella distruzione, la morte di donne e bambini, l’esodo di un popolo invaso perché voleva solo autodeterminarsi, rimarrà per sempre responsabilità delle politiche espansionistiche di Vladimir Putin. Anche con un accordo di pace, che tutti ci auguriamo possa arrivare il prima possibile, sarà difficile ricostruire una fiducia mondiale come l’abbiamo conosciuta negli ultimi cinquant’anni. L’occidente avrà enormi difficoltà a tornare a fidarsi della Russia in mano a Putin e il popolo russo rischierà di finire schiacciato fra la repressione interna di un’autocrate senza scrupoli e l’isolamento imposto dal resto del mondo occidentale. Nelle ultime 48 ore in Russia sono stati oscurati dal Governo i social network ed è stata firmata una legge che introduce condanne fino a 15 anni di carcere per chi intenzionalmente diffonde notizie false sulle forze armate del Paese. Le notizie false, ovviamente, sono quelle che provengono dall’Occidente. In Russia sono state chiuse le principali emittenti occidentali, le aziende europee e americane stanno chiudendo le proprie sedi e abbandonano il Paese, che non è più raggiungibile da nessun aeroporto degli Stati che fanno parte della Nato. In questa guerra ci sono le vittime dell’aggressione in Ucraina e quelle della repressione interna in Russia. Non ce lo dobbiamo dimenticare. Il nemico della libertà e della democrazia è un uomo solo al comando da ormai 22 anni e non il suo popolo. L’Italia, insieme a tutta l’Europa, è dalla parte giusta della Storia. E questo deve darci la forza per affrontare il tempo che verrà.
Roma come tutte le altre grandi capitali europee continua a manifestare per la pace. Anche venerdì sotto la pioggia il Sindaco Roberto Gualtieri e tanti altri sindaci hanno manifestato in Piazza del Campidoglio per chiedere che tacciano le armi e torni la diplomazia. Sono in corso decine di iniziative di solidarietà in sostegno del popolo ucraino. È già attivo l’hub della task force romana per l’emergenza Ucraina, costituita in questi giorni dal Sindaco Gualtieri. La sede, che raccoglie in un unico spazio il lavoro – al momento – di circa 30 associazioni, risponderà al numero verde 800.93.88.73 e all’indirizzo e-mail emergenza.ucraina@comune.roma.it. Ognuno di noi può dare il proprio contributo ed è fondamentale farlo ora.
A Roma continuiamo a lavorare per immaginare la città del futuro. Questa settimana Gualtieri era a Dubai insieme alla delegazione italiana per lanciare la candidatura di Roma per l’Expo 2030, una grande opportunità internazionale che vogliamo cogliere. Per amministrare al meglio Roma serve anche un’autonomia differenziata che tenga conto delle peculiarità territoriali e demografiche della città. Per questo motivo abbiamo avviato anche in Commissione Roma Capitale, in linea con l’indirizzo dato dal Sindaco Roberto Gualtieri, un percorso condiviso e un confronto costruttivo con tutte le forze politiche per dotare Roma non solo di maggiori poteri, ma anche di risorse adeguate alla sua popolazione, costituita oltre che dai 3,3 milioni di residenti anche dai 4 milioni e mezzo di City Users che la vivono e ne utilizzano i servizi. Al tema delle risorse, dunque, si aggiunge quello legato alla definizione di un ordinamento giuridico specifico e diversificato che può trovare una soluzione nel “contratto di servizio” tra Stato e Roma Capitale, che porti a snellire e semplificare le procedure, ad accorpare le competenze per consentire all’Amministrazione di lavorare meglio e offrire dei servizi di qualità. La nostra proposta politica si sviluppa quindi lungo una triplice direzione: una riforma costituzionale da avviare in questa legislatura, per conferire a Roma “un’autonomia differenziata”, l’adozione di una maggiore flessibilità sull’organizzazione e la gestione delle risorse umane e un intervento legislativo celere per la definizione di Testo Unico di Roma Capitale (TURC), che racchiuda un insieme di norme coerenti e adeguate alle peculiarità territoriali della Capitale. Abbiamo iniziato questa riflessione per poter arrivare con un contributo concreto alla convocazione di un Consiglio Straordinario sulla riforma di Roma Capitale, avviando parallelamente anche un cammino partecipato sulla revisione del Regolamento del Consiglio comunale e di quello sul Decentramento amministrativo.
Allo stesso tempo non si è fermata l’attività del consiglio comunale. L’aula Giulio Cesare ha approvato all’unanimità una mozione che ho presentato insieme a tutte le forze politiche del centrosinistra, con la quale abbiamo chiesto la verifica del rispetto dei limiti contenuti nell’autorizzazione in deroga ai rumori nei cantieri, rilasciata dal Dipartimento Tutela Ambientale alle Ferrovie dello Stato per dei lavori ai deviatoi della stazione Tuscolana. Abbiamo accolto le segnalazioni e fatto nostro il disagio dei cittadini che vivono nel quadrante di Via della Stazione Tuscolana e che da sette anni anni, senza soluzione di continuità, sia di giorno che di notte, convivono con i rumori assordanti provocati dai lavori di manutenzione per il rinnovo degli scambi ferroviari, che non permettono di riposare neanche la notte. Roma deve tornare ad essere una città, dove lo sviluppo economico e la qualità della vita dei cittadini, torni a coesistere.