La situazione è piuttosto grave. Ieri il presidente degli Stati Uniti Joe Biden lo ha detto chiaramente a chi gli faceva notare che le sanzioni economiche fossero una risposta troppo lieve all’invasione dell’Ucraina da parte di Vladimir Putin. L’alternativa alla strategia delle sanzioni messa in atto da Stati Uniti ed Unione Europea è soltanto una: la terza guerra mondiale. Uno scenario che sembrava inimmaginabile soltanto una settimana fa e che oggi rischia di presentarsi in qualsiasi momento, anche a causa di un banale incidente. Mentre in Ucraina si combatte sotto le bombe, l’Occidente è impegnato con tutte le proprie forze nel tentativo di isolare economicamente la Russia. In tutto il mondo si manifesta per la pace e per esprimere sostegno al popolo ucraino. Si è manifestato a Roma venerdì con una grande fiaccolata. Si manifesta anche in Russia, dove Putin sta facendo arrestare ogni giorno i dissidenti pacifici che manifestano contro la guerra. Così fanno i regimi totalitari, sia fuori dai propri confini che con i propri cittadini dissidenti. E quello di Putin è ormai chiaramente un regime guidato da uno zar e composto da una oligarchia tenuta insieme dal potere e dal denaro. Per questo è così importante colpire quel potere economico, perché è funzionale ad isolare Putin e consentire al popolo russo di alzare la testa e liberarsi di un despota.
I prossimi mesi saranno molto difficili. Più difficili di quelli vissuti a causa della pandemia. L’aggressione russa all’Ucraina cambierà inevitabilmente l’assetto geopolitico dell’Europa. Nessuno prende in considerazione l’ipotesi di entrare in guerra diretta con la Russia per difendere l’Ucraina. Nessuno vuole una terza guerra mondiale, che sarebbe fatalmente una guerra nucleare. Tuttavia i conflitti scoppiano non solo in maniera deliberata, ma anche quando non si vorrebbe. Spesso avvengono per passi successivi, per piccoli incidenti che portano ad azioni di risposta, e che producono conseguenze che nessuno all’origine voleva. Al momento l’alleanza atlantica di cui fa parte anche il nostro Paese rafforzerà il fianco est dell’alleanza, blinderà i propri cieli dai veicoli russi, chiuderà i propri mercati finanziari e rafforzerà le alleanze con paesi come la Svezia, la Finlandia, l’Australia e il Giappone. Putin potrebbe fermarsi? Può darsi. D’altronde successe anche nel 1938 con la conferenza di Monaco, che servì ad Hitler per ottenere parti del territorio della Cecoslovacchia con il benestare delle democrazie europee, che volevano solo evitare una guerra più estesa. Potrebbe succedere la stessa cosa oggi con l’Ucraina e forse c’è da augurarselo. Tuttavia meno di un anno dopo la seconda guerra mondiale scoppiò ugualmente, perché quando non si rispettano i confini degli Stati, il diritto dei popoli all’autodeterminazione e la parola data vale meno di niente, si può rimandare lo scontro per un limitato periodo di tempo, ma si rischia di non poterlo evitare per sempre.
Uno dei giornalisti che stimo di più nel nostro Paese è Fabrizio Gatti de L’Espresso. Qualche anno fa l’editore Zanichelli gli chiese una definizione d’autore del termine “guerra” per il vocabolario della lingua italiana “IoZingarelli2016”. Ve la propongo perché a mio avviso è applicabile a tutti quegli uomini che vogliono veder bruciare il mondo.
“La guerra è una malattia contagiosa della mente. Impedisce di risolvere i conflitti attraverso la parola. Colpisce i governanti e quanti li sostengono tra la popolazione, oppure i capi di fazioni ideologiche o religiose. Quando scoppia una guerra, governanti e capi si riconoscono immediatamente: pur avendola provocata, si tengono ben lontani dai combattimenti, vivono protetti nelle loro residenze e non si fanno mancare nulla. Le conseguenze si estendono agli individui sani e gli esiti sono mortali. La guerra non è riconosciuta da nessun sistema sanitario nazionale. I governanti che ne sono afflitti non vengono quindi isolati. Sono invece accolti ai più alti livelli istituzionali, dove diffondono il contagio. Quando la guerra aggredisce una popolazione sana, la sua reazione si chiama difesa. A volte, la difesa è anche la principale giustificazione per diffondere nuove guerre. E si ricomincia daccapo”.
La guerra è una malattia contagiosa della mente. È sufficiente ascoltare le parole degli ultimi giorni per convincersi che è proprio così. Sta ai popoli, a noi tutti per la verità, il compito di isolare dalla società quei leader politici che vogliono veder bruciare il mondo.