Ci sono due storie che possono aiutarci a comprendere quanto la politica stia rischiando di perdere le proprie radici ideali, lasciando spazio a movimenti e leadership che fanno del vuoto pneumatico culturale la propria cifra di riferimento. Le due storie sono entrambe ambientate a Roma e sono accadute questa settimana, anche se sono destinate a lasciare strascichi nei prossimi mesi. La prima riguarda Giorgio Marincola, un ragazzo nero, figlio del colonialismo, che scelse di combattere il nazifascismo e che grazie agli antifascisti di oggi sarà per sempre nel cuore della città di Roma accanto alla via che porta il nome della più grande Strage italiana compiuta dagli italiani in Africa. La proposta lanciata dal giornalista Massimiliano Coccia è stata portata avanti con tenacia dal gruppo del Partito Democratico del VII Municipio, che se l’è vista respingere dalla maggioranza composta da consiglieri eletti nel M5S. Questi consiglieri si sono furbescamente astenuti, ben sapendo che l’astensione in municipio equivale ad un voto contrario. Lo hanno fatto per prendere in giro la cittadinanza, nascondendosi dietro presunti e inesistenti vizi di forma, che sono stati smascherati dal Campidoglio. La realtà è che oggi i consiglieri del M5S in VII Municipio si trovano persi in mezzo al guado. Devono decidere se migrare nel movimento Italexit con la Presidente transfuga Monica Lozzi per rimanere sulle proprie poltrone da consiglieri municipali, oppure se sfiduciare la Presidente per difendere la Sindaca Virginia Raggi. Proprio la Sindaca ha voluto chiudere sul nascere la polemica scoppiata dopo il voto contrario espresso dal consiglio del VII Municipio, dicendosi favorevole alla proposta di intitolare a Marincola la nuova fermata della metro C di Amba Aradam. Il voto sulla proposta sarebbe previsto in Aula Giulio Cesare per domani 4 agosto.
Proprio questa mattina, coincidenza anomala ma neanche troppo, tre consiglieri comunali del M5S hanno dato vita ad un’altra storia di segno completamente opposto alla prima. La proposta partorita dalle brillanti menti del Campidoglio è quella di istituire un museo sul fascismo a Roma. Ci si rende conto che un’esperienza politica è arrivata al capolinea quando si passa il tempo a proporre idee balzane, invece di risolvere i veri problemi della città. Questo ne è un esempio lampante, anche perché la proposta arriva proprio da quei consiglieri che in questi anni hanno attaccato le esperienze sociali e culturali della Casa Internazionale delle donne e del Cinema America. L’idea in sostanza arriva da chi sembra avere più a cuore la memoria dei valori del fascismo che dell’anti fascismo. Se ci pensiamo bene sarebbe un po’ come se in Germania avessero realizzato un museo sul nazismo, al posto del Memoriale dell’Olocausto situato nel quartiere Mitte di Berlino. I consiglieri grillini nella loro proposta scrivono come il Museo dovrebbe “raccontare tutti gli aspetti del regime fascista in maniera esplicativa, utilizzando anche le nuove tecnologie digitali che funga da polo attrattivo per scolaresche di ogni ordine e grado d’Italia e d’Europa”. Per farlo saper a questi geni della politica, l’Italia è una Repubblica anti fascista per legge, non per opinione. Nemmeno l’ex Sindaco Gianni Alemanno, che di storia del fascismo italiano qualcosa ne sapeva, si è mai sognato di elaborare una proposta del genere. Quando ci si dichiara né di destra né di sinistra, spesso ci si scopre fascisti.
Non permetteremo che Roma medaglia d’oro per la Resistenza ospiti un museo del fascismo: l’unica memoria che la Capitale deve continuare a coltivare per combattere la violenza e l’odio dei nostri giorni è quella degli orrori che il fascismo ha arrecato alla nostra città, attraverso la valorizzazione di tutti i luoghi che illuminano il ricordo delle pagine più nere della nostra storia come il Museo di Via Tasso, le Fosse Ardeatine, la casa della memoria e il museo della Shoah che deve aprire il prima possibile a Villa Torlonia. Insieme a tutti gli eletti, gli iscritti e i simpatizzanti democratici ci batteremo in ogni sede per chiedere il ritiro della mozione presentata e chiedere a tutte le forze politiche in Campidoglio di raddoppiare gli sforzi per promuovere e sostenere insieme tutti i luoghi della nostra città che custodiscono e tramandano i valori dell’antifascismo e la memoria della Shoah e della Resistenza: luoghi che evidentemente i firmatari di questa mozione non conoscono.