Le donne italiane non ricevono dallo Stato tutto l’aiuto necessario per poter avere le stesse opportunità degli uomini nel mercato del lavoro, soprattutto per quanto riguarda le retribuzioni. Probabilmente non serviva la rilevazione del Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d’Europa per averne contezza, tuttavia la contestazione agli Stati membri dell’Unione promossa dall’ong “University Women of Europe“, ha il merito di porre al centro della discussione politica il rispetto del diritto delle donne alla parità di retribuzione e alle pari opportunità. Sono ancora troppe esigue le misure positive per riconciliare la vita personale e professione e sono ancora insufficienti le sovvenzioni per servizi come gli asili nido. Il divario retributivo è poi davvero inaccettabile e rappresenta l’ostacolo principale al conseguimento di un’uguaglianza reale. In questa situazione l’emergenza Covid-19 ha ulteriormente scaricato sulle donne la gestione della crisi, visto che la chiusura delle scuole in proporzione ha colpito di più le madri dei padri. Le leggi scritte già ci sono, è necessario lavorare sul loro rispetto, nonché dal punto di vista culturale sia in famiglia che nei luoghi di lavoro. Sull’argomento se non l’avete visto vi consiglio questo bellissimo video di fanpage (clicca qui).
Pensavamo di averle viste davvero tutte con il M5S di Roma ed invece non è così. Forse per dare una risposta originale alla questione delle “pari opportunità”, il Presidente del VI Municipio ha fatto pubblicare sul sito istituzionale del Comune di Roma un avviso pubblico per la selezione di un componente di sesso femminile per completare la giunta municipale. Ovviamente il brogliaccio pubblicato non è un vero e proprio bando ed infatti non è firmato da alcun dirigente della pubblica amministrazione, ma dallo stesso mini sindaco. In queste poche pagine di mostruosità giuridica amministrativa, il Presidente del Municipio arriva a scrivere testualmente “che stante il carattere politico e istituzionale delle nomina ad assessore, lo stesso Presidente sarà libero di accettare o meno le candidature pervenute, ricorrendo ove fosse necessario, anche a colloqui con le interessate”. Insomma una sorta di provino dai contorni davvero inquietanti. Speriamo non sia un altro modo originale per trovare un’altra poltrona retribuita con fondi pubblici per qualche eccellente escluso della squadra della Sindaca Virginia Raggi. Sono infatti trascorse soltanto poche ore dalla nomina lampo ad assessore del V Municipio, dell’ex presidente sfiduciata del III Municipio Roberta Capoccioni. Ad oggi rimangono senza “poltrona” gli ex mini sindaci sfiduciati dell’XI e del IV Municipio. Chissà che non ci aspettino altre sorprese a cinque stelle… alla faccia dell’uno vale uno. L’amministrazione del VI Municipio ha già dimostrato abbondantemente il proprio fallimento, il Presidente provi ad essere ancora più creativo e pubblichi un bando per sostituire se stesso. La parità fra donne e uomini non si risolve con la fantasia al potere.
Sono passati tre anni da quando una classe dirigente nuova di donne e uomini si è caricata sulle spalle l’onere di ricostruire la credibilità del Partito Democratico di Roma. Il 29 giugno di tre anni fa Andrea Casu veniva eletto segretario dei democratici romani. L’anno prima il Pd era sprofondato al 17% ed il centrosinistra aveva perso il ballottaggio con Virginia Raggi, rischiando di bruciare un intero gruppo dirigente, che solo due anni prima amministrava la città e tutti i municipi. Il congresso di Roma celebrato nel 2017 fu un congresso vero, iniziato all’indomani della sconfitta alle elezioni amministrative e durante il lungo commissariamento. Le tante iniziative politiche, la Festa de L’Unità, l’arricchimento dei forum tematici, le primarie nazionali, le esperienze di Trasforma Roma e Santa Chiara, la Leopolda e il Lingotto, l’opposizione in Campidoglio e nei municipi, le magliette gialle e le tantissime riunioni fino a tarda notte. Un anno di rinascita capace di sommare energie di donne e uomini, che quando si mettono in cammino assieme diventano inarrestabili. A tre anni di distanza moltissime cose sono cambiate. Il Partito Democratico di Roma ha raddoppiato i propri consensi ed ha costruito una coalizione ampia di centrosinistra. Grazie a questo lavoro unitario ha strappato al M5S due municipi (III e VIII) ed ha fatto cadere le giunte grilline in IV e XI Municipio. Il gruppo capitolino si è distinto per la sua ferma opposizione alla Raggi e insieme con il Partito Romano sta lavorando sulle proposte politiche che presenteremo alla città. Nel frattempo ci sono stati i buoni risultati alle elezioni politiche e il contributo alla vittoria della Regione Lazio di Nicola Zingaretti. Con il nuovo segretario nazionale il Partito Democratico di Roma si è ritrovato ancora più unito ed ha approvato un nuovo Statuto che restituirà identità politica alle sezioni territoriali, salvaguardando il buon lavoro delle unioni e delle segreterie municipali. Nonostante la tessera del Pd Roma sia la più cara d’Italia, per contribuire al rientro dai debiti pregressi, i nostri iscritti non si sono mai tirati indietro e si sono moltiplicati i simpatizzanti, che contribuiscono alla vita delle nostre sezioni territoriali e tematiche. Questa comunità straordinaria si è preparata per poter contribuire a fornire alla nostra città una classe di amministratori onesti e capaci di risolvere i problemi. Questi anni sono stati un’esperienza indimenticabile e il meglio dovrà ancora venire, perché uniti lavoreremo per liberare Roma dall’incompetenza e dal pericolo di una vecchia destra che vuol tornare a fare i danni che ancora oggi stiamo pagando.