Oddio è lunedì #158 – il miglior modo per vendicarsi dei propri nemici è diventare migliori di loro

Alle volte un’immagine può valere più di migliaia di parole. Lo scatto sul quale voglio soffermarmi arriva dal Regno Unito, dove da settimane si scontrano a colpi di manifestazioni di piazza gli anti razzisti del movimento Black Lives Matter e gli hooligans dell’estrema destra. Proprio quest’ultima manifestazione è finita in scontri con la polizia e giornalisti picchiati ed è proprio qui che è accaduto qualcosa di difficilmente immaginabile. Dagli scontri è emersa l’immagine di un uomo nero muscoloso, in jeans e maglietta, che si carica sulle spalle un uomo bianco pelato e in maglietta nera. È uno degli estremisti di destra, che fino a qualche momento prima stava partecipando agli scontri all’esterno della stazione londinese di Waterloo. Non gli sta facendo del male, al contrario lo porta in braccio per salvarlo dalla violenza e dagli scontri, perché è ferito. Protagonista del gesto è Patrick Hutchinson, padre di due figli ed esperto di arti marziali. Quando i giornalisti gli chiedono cosa sia successo, il ragazzo di colore spiega di aver visto una persona picchiata a terra e in grossa difficoltà e di aver deciso di buttarsi su di lui per proteggerla con il proprio corpo. Fortunatamente a quel punto, anche altre persone hanno deciso di fare da scudo ai due, che continuavano ad essere colpiti dalla furia cieca della massa. Quello che mi ha colpito della fotografia, un manifesto contro ogni forma di razzismo e violenza, è stata la spiegazione che ne ha dato lo stesso Hutchinson: “se allo stesso modo i tre poliziotti che erano inerti intorno a George Floyd in America avessero agito, mentre stava per essere ucciso, sarebbe ancora vivo. Invece non lo hanno fatto”. Poche parole che ci ricordano come siano i comportamenti di ognuno di noi a fare la differenza. Se anche uno soltanto dei poliziotti di Minneapolis avesse fatto la cosa giusta, tutto il mondo avrebbe parlato di una storia di coraggio e non di un orribile omicidio. Quel coraggio che Hutchinson ha dimostrato nel salvare un manifestante di estrema destra, sceso in piazza per picchiare altri neri come lui. Sono sincero quando scrivo di non essere sicuro di essere capace di saper fare la stessa cosa. È necessario trovarsi in una situazione simile per scoprirlo davvero. La difesa di un nemico in difficoltà è un gesto di fratellanza e solidarietà universale tra esseri umani, ed è probabilmente una delle azioni più difficili da compiere. Forse aveva ragione Diogene di Sinope quando scriveva che “il miglior modo per vendicarsi dei propri nemici è diventare migliori di loro“. Per questo quando accade un episodio del genere deve essere celebrato e narrato, affinché possa diventare fonte di ispirazione per tutti noi. 

I fascisti nostrani sono individui assai particolari. Si auto professano “estremisti della legalità” e poi te li ritrovi ad occupare illegalmente luoghi pubblici come il Palazzo di via Napoleone III (Casapound) o i locali di via Taranto (Forza Nuova). Dicono di combattere per i poveri ed invece aprono abusivamente pub e locali per fare soldi (a Casal Bertone e a San Giovanni), senza avere autorizzazioni, rispettare le regole e pagare le tasse. Nei giorni scorsi sono uscite due inchieste interessanti dell’Espresso e del Fatto Quotidiano su questo argomento. Tuttavia a me non torna qualcosa. Prendo ad esempio l’occupazione di via Taranto in VII Municipio. Dagli articoli si evince come tutti abbiano denunciato la vicenda. Per primi il gruppo del Partito Democratico del VII Municipio. Poi anche l’Ater proprietaria dei locali, il VII Municipio che dichiara di non aver rilasciato autorizzazioni commerciali e infine la polizia municipale che giustamente ha chiesto alla Questura un sopralluogo congiunto. Sopralluogo che incredibilmente sarebbe stato negato. E allora mi chiedo per quale ragione la Questura ha negato il sopralluogo? Perché si permette l’attività illegale di Forza Nuova a via Taranto, mentre le regolari attività commerciali, che già faticano in questo difficile momento post Covid, vengono regolarmente e giustamente sottoposte a controlli? Cercasi parlamentare di buona volontà disposto ad interrogare il Ministro degli Interni sull’argomento. 

Questa settimana è stato pubblicato il #desi2020, l’indice di digitalizzazione dell’economia e della società curato dalla Commissione Europea. L’Italia sta messa malino e si piazza al poco onorevole 25esimo posto fra i 28 Stati membri dell’Unione Europea, arretrando di due posizioni rispetto allo scorso anno. La questione è piuttosto seria. Siamo all’ultimo posto per il capitale umano e soltanto il 42% delle persone tra i 16 e i 74 anni sono almeno in possesso di competenze digitali di base. In un mondo che corre verso la tecnologia del 5G, che immagina di improntare il mondo del lavoro verso lo smart working e che moltiplica l’offerta di servizi online, l’Italia ha ancora un 17% di persone che non hanno mai usato internet, mentre soltanto il 32% della popolazione usufruisce attivamente dei servizi di #egovernment, ovvero l’interazione online tra la pubblica amministrazione e l’utenza, a fronte di una media europea del 67%. In sostanza mentre gli altri Paesi corrono sul digitale, in Italia camminiamo e ce la prendiamo comoda. Invece sono necessari  investimenti e soluzioni rapide. Il digitale è fondamentale anche per valutare l’impatto sociale delle difficili scelte politiche ed economiche che si dovranno compiere. Immaginare di governare il futuro senza l’ausilio della tecnologia, dell’analisi dei dati e della valutazione dell’impatto ambientale e sociale, equivale a scegliere con una benda sugli occhi. Non è una questione accademica, ma prettamente economica, che investe il modo con cui la politica saprà rinnovarsi nei prossimi mesi. Il Covid-19 ci ha fatti precipitare nell’era digitale. Conviene a tutti ed è un dovere per chi ha responsabilità a ogni livello, metterci nelle condizioni di viverla al meglio.

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