Ieri mattina sono stato a Piazza del Popolo alla manifestazione “I can’t breath”, dove più di cinque mila persone sono rimaste ordinatamente in ginocchio per 8 minuti e 46 secondi, il tempo interminabile che ha portato alla morte per soffocamento dell’afroamericano George Floyd. Distanziati e tutti con la mascherina indosso eravamo lì per protestare contro il razzismo. Personalmente ero a Piazza del Popolo anche per sostenere i veri americani, i tanti democratici e anche una parte di quei repubblicani che non si sentono rappresentati dal Presidente Donald Trump, un uomo che ha minacciato di usare l’esercito contro i suoi stessi cittadini e che ha dato ordine di disperdere con i lacrimogeni i manifestanti davanti alla Casa Bianca, soltanto per andare a farsi fotografare con una Bibbia in mano davanti ad una chiesa chiusa. L’uso di un’immagine sacra per finalità che non siano spirituali è un sacrilegio. E’ un uso strumentale che sa di profanazione e pertanto non è rispettoso della fede genuina e della pietà popolare. E’ una sorta di superstizione che nulla ha a che fare con la religione. Quando poi lo si fa inneggiando alla violenza e al razzismo, come fanno certi politici come Trump e Salvini, diventa persino rovesciamento del significato che quei simboli rappresentano. Bene hanno fatto ad indignarsi la Vescova di Washington Mariann Edgar Budde e padre Antonio Spadaro, gesuita e direttore di Civiltà Cattolica. A questo mondo purtroppo ci sono pericoli ancora peggiori del Covid-19.
Il giorno prima al Circo Massimo un manipolo di 300 persone hanno inscenato una manifestazione di stampo fascista con tanto di botte ad un malcapitato reporter. Una manifestazione autorizzata senza una ragione plausibile e che fortunatamente è stata un flop di partecipazione. Sarebbe dovuta essere la risposta dei fascisti allo sgombero del palazzo di via Napoleone III, occupato da Casapound e sequestrato questa settimana dalla Procura. Formazioni neo fasciste come Casapound e Forza Nuova andrebbero immediatamente sciolte. Gli sgomberi dei luoghi occupati illegalmente nei quali si alimentano politiche di odio e razzismo dovrebbero invece proseguire su tutta Roma. Per questa ragione sarebbe lecito chiedersi cosa stia facendo la Presidente del VII Municipio Monica Lozzi per sgomberare i locali di via Taranto, occupati da Forza Nuova. Mi chiedo se siano mai stati inviati i vigili urbani per verificare che il pub aperto in quella sede sia in possesso di permessi o autorizzazioni. In questi ultimi giorni la Lozzi si è distinta per commenti e video in cui polemizzava con la Sindaca Raggi e con il Partito Democratico. Chissà se le è rimasto un po’ di tempo per verificare il rispetto della legalità nel municipio che amministra.
Ci sono anche buone notizie in questo mese di giugno. Il ritorno alla vita sociale passa attraverso la riapertura dei luoghi più importanti per i nostri ragazzi, rispettando tutte le misure di sicurezza, distanziamento fisico e sanificazione. Sabato mattina siamo stati con il Presidente del III Municipio Giovanni Caudo e con il segretario democratico del III Municipio Filippo Maria Laguzzi alla ripresa dell’attività motoria dell’Associazione sportiva dilettantistica Rugby Nuovo Salario. È giusto riaprire in sicurezza lo sport pubblico dedicato ai nostri ragazzi. Dobbiamo chiedere alle Istituzioni preposte di accelerare anche sull’apertura dei centri estivi e sulla ripresa il prima possibile della scuola in presenza. Consentire ai nostri ragazzi di poter andare in giro ovunque ormai liberamente, tranne che a scuola non è più sostenibile e non è nemmeno utile alla loro crescita culturale e sociale. A proposito di sociale, il Partito Democratico di Roma boccerà nelle prossime settimane il Piano sociale cittadino 2019-2021. Un documento gravemente carente e tardivo, che ignora completamente le disuguaglianze economiche e sociali create dall’emergenza Covid-19 e non risponde ai nuovi e crescenti bisogni della città. I nostri eletti chiederanno il ritiro del piano e la convocazione della conferenza socio sanitaria cittadina, al fine di attivare un reale percorso di partecipazione, che coinvolga tutte i soggetti attivi nella città per elaborare, anche alla luce delle conseguenze dovute alla pandemia del Covid-19, un piano cittadino realmente idoneo e aggiornato, in grado di fronteggiare adeguatamente l’emergenza sociale che stiamo attraversando.