C’è una storia che questa settimana mi ha davvero molto colpito. Non ha avuto l’onore delle prime pagine dei grandi quotidiani, ma fortunatamente è riuscita ad emergere grazie alla giornalista di Leggo Ida Di Grazia (leggi qui). Il protagonista involontario di questa triste vicenda è un uomo di 42 anni che da vent’anni lavora da infermiere, attualmente all’Ospedale Sant’Andrea di Roma. Il nostro infermiere vive in un grande condominio composto da sette scale in zona Cinquina-Bufalotta alla periferia del III Municipio a cavallo del grande raccordo anulare. Quando è scoppiata la pandemia, in qualità di responsabile di una delle scale, ha rimproverato quelli che non rispettavano le norme di sicurezza a tutela della salute di tutti. Da allora ha subito una serie di brutti episodi. Prima la bicicletta rubata nel garage, poi l’auto abbozzata e persino una prima scritta sul proprio box con l’accusa di essere un untore per gli altri condomini. Infine la scritta sullo specchio dell’ascensore: “col tuo lavoro ci fai ammalare bastardo”. Nel momento in cui medici ed infermieri sono stati considerati eroi da tanti di noi, nella nostra città c’e chi si è trovato a dover affrontare in solitudine l’odio e la frustrazione di chi le regole non le vuole rispettare, ben prima dell’emergenza Covid-19. Voglio ringraziare la giornalista che ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica questa vicenda, che avrà probabilmente anche strascichi legali. Tuttavia credo che spetti a tutte le Istituzioni, da quelle nazionali al Comune di Roma, intervenire per premiare chi in questi 60 giorni di quarantena ha continuato a svolgere il proprio dovere. È importante farlo sopratutto adesso che comincia la fase due dell’emergenza.
Già questa mattina i giornali hanno cominciato a riportare storie di ordinario bullismo e mancato rispetto delle regole da parte di chi proprio si rifiuta di adottare comportamenti responsabili per il bene collettivo. Ho già avuto modo di scrivere la scorsa settimana che la fase due sarà più difficile di quella che abbiamo alle spalle. Ci sarà bisogno di molto controllo sociale da parte di tutti noi, per isolare e denunciare i comportamenti dolosi e irrispettosi delle regole. Dovremo ovviamente tutti lasciarci guidare dal buon senso, senza integralismi o ideologismi. A cominciare dalle misure sociali ed economiche che servono alla nostra città per poter ripartire. Proprio perché riteniamo fondamentali le prossime settimane, come Partito Democratico di Roma stiamo combattendo già da giorni con il Campidoglio affinché la Sindaca Virginia Raggi estenda, almeno fino alla fine di maggio, l’esenzione del pagamento delle strisce blu. A Milano e Torino è già così, mentre a Roma si è deciso di far ricominciare a pagare il parcheggio proprio a quei cittadini che oggi sono tornati a lavorare in giro per la città, perché non hanno la fortuna di poter essere in smart working da casa. Nel momento in cui chiederemo ai cittadini responsabilità nei comportamenti, i primi a doversi comportare responsabilmente dovrebbero essere proprio gli amministratori della Capitale d’Italia. Senza integralismi e ideologismi che non si addicono alla crisi che stiamo ancora vivendo.