Voglio dirlo con grande chiarezza. La fase due mi preoccupa molto di più della fase dell’emergenza che abbiamo vissuto negli ultimi quaranta giorni. Le decisioni coraggiose assunte dal Governo, quando i contagi nel nord del Paese erano in crescita, sono state la ricetta corretta, non a caso replicata in tutto il Mondo quando il Covid-19 ha attraversato gli Oceani e raggiunto più di due milioni di persone. La scelta del governo Conte di chiudere tutto a marzo è stata sacrosanta ed il calo della curva dei contagi oggi ne è la dimostrazione oggettiva. Questo dato rappresenta un punto di partenza dal quale non si può prescindere, perché quelle scelte sono state compiute dando ascolto ai pareri degli scienziati e degli studiosi, che fortunatamente conoscono questi temi molto più di noi che dissertiamo sui social dai nostri divani. La memoria di quello che è successo soltanto poche settimana fa è di fondamentale importanza per gestire la nuova fase che ci aspetta.
Anche stamattina, all’indomani del discorso del Presidente del Consiglio che ha anticipato le misure contenute nel nuovo decreto, sui social svolazzano le cornacchie gracchianti di chi vuole strumentalizzare la tragedia per fini politici e di visibilità personale. Sono incredibilmente gli stessi che i primi giorni di marzo minimizzavano l’emergenza sanitaria e che soltanto due giorni dopo urlavano al Governo di chiudere tutto. Sono sempre loro oggi a pontificare che si riapra tutto subito, proprio quando gradualmente si comincia a riaprire qualcosa. Sempre gli stessi, basti guardare i loro post di un mese fa. Fate questo gioco con me. Leggete quello che certi politici o personaggi pubblici affermano oggi e tornate indietro nel tempo di un mese per vedere cosa avevano scritto prima. I social ormai non perdonano nessuno e la memoria collettiva virtuale rimane sempre lì alla portata di tutti. È uno sforzo che dobbiamo fare, perché nei momenti di grande crisi come quello che stiamo vivendo è fondamentale la coerenza nelle proprie azioni. La coerenza è necessaria per condurre una strategia lineare, che potrà pur contenere degli errori, ma che almeno tiene fermo l’obiettivo finale.
La fase due comincerà il 4 maggio e sarà molto più difficile per tutti, perché durante l’emergenza ci è stato semplicemente chiesto di restare a casa e di rispettare un divieto e delle semplici regole di buon senso. Moltissimi di noi lo hanno fatto con grande diligenza, rinunciando a tantissime libertà che abbiamo sempre dato per scontato. Altri invece hanno comunque preferito fregarsene, nonostante siano già morte nel nostro Paese quasi 27 mila persone. Con la fase due, invece, ognuno di noi dovrà iniziare la propria convivenza quotidiana con questa malattia e misurarsi con il distanziamento sociale alla presenza degli altri. Ognuno dei nostri comportamenti avrà una conseguenza su qualcun altro. Dare un bacio o una stretta di mano. Usare o meno i mezzi di protezione individuale. Il limite da non superare non ce lo porrà un decreto, ma la nostra coscienza individuale. Quello che deve esserci chiaro fino in fondo è che il virus potenzialmente è ancora ovunque intorno a noi. Nel mondo i decessi sono arrivati a 200 mila e non abbiamo ancora una cura sicura e nemmeno un vaccino all’orizzonte. In sostanza non abbiamo nessuna arma di difesa in più rispetto all’inizio del picco dell’epidemia.
Sono consapevole, come ovviamente lo è il Governo, che la crisi economica inizia a colpire duramente molte famiglie ed è soltanto per questa ragione che comprendo l’assoluta necessità di avviare una fase di graduale riapertura. Tuttavia ho grande preoccupazione e sono sollevato dal fatto che il Governo abbia deciso di farlo gradualmente, per tenere sotto controllo la curva dei contagi. Il resto stavolta dipenderà davvero dai nostri comportamenti individuali e dall’attenzione che ci metteremo. Non tutto tuttavia dipenderà soltanto dal nostro controllo, perché ci saranno anche i comportamenti degli altri e servirà un’azione collettiva di responsabilità e controllo sociale. La fase di convivenza con il Covid-19 tornerà a farci vivere sicuramente un po’ meglio, perché potremo almeno vedere i nostri affetti più cari, salutare degnamente le persone che ci lasceranno e vedere rialzate le serrande dei nostri negozi. Tuttavia ci porterà anche faccia a faccia con il virus, come accade ai tanti che hanno continuato a lavorare durante la quarantena collettiva. Torneremo ad essere più “vicini”, sicuramente più felici ma anche più vulnerabili. Per questo dovremo essere fortemente consapevoli che il peggio non è ancora alle nostre spalle e che la guerra non è ancora vinta. Nel frattempo sarebbe molto liberatorio se quelli che oggi attaccano Conte e il Governo per un’eccesso di prudenza, non siano come al solito i primi a rompere le scatole perché la curva dei contagi è tornata a crescere. Maggiore coerenza e silenzio gioverebbe nella fase due. In verità gioverebbe sempre all’Italia.
Qui di seguito le principali misure contenute nel decreto di ieri sera:
Il premier Conte ha dettato le linee guida che entreranno in vigore DAL 4 AL 18 MAGGIO.
Ecco la sintesi delle principali misure e
????Poiché col virus dovremo convivere per un pezzo, sarà calmierato il costo delle mascherine a 0,50 euro e su di loro sarà eliminata l’Iva.
????Gli spostamenti all’interno della Regione rimarranno solo per comprovati motivi di lavoro, necessità e per motivi di salute sempre con autocertificazione.
????Ci sarà la possibilità di spostamenti mirati per far visita a congiunti (ma non assembramenti).
????Divieto di spostarsi in altra Regione con mezzi pubblici o privati a meno di esigenze lavorative, assoluta urgenza o motivi di salute.
????In caso di febbre sopra 37,5 obbligo di restare a casa e segnalarlo al medico di famiglia.
????Saranno consentite le cerimonie funebri ma fino a un massimo di 15 persone e mantenendo il distanziamento sociale. Per il momento non saranno consentite altre cerimonie religiose.
????Consentita attività di vendita cibo da asporto per la ristorazione.
????Riapre tutta la manifattura, tutto il settore delle costruzione e del commercio all’ingrosso funzionale a manifattura e costruzioni. Questo col presupposto di rispetto RIGOROSO dei protocolli di sicurezza sui luoghi di lavoro.
????Divieti di assembramenti in luoghi pubblici e privati e i sindaci potranno disporre la chiusura di luoghi dove questo non può essere garantito.
????Consentito accesso a parchi e giardini pubblici condizionato a mantenimento delle distanze ed eventualmente a un contingentamento degli accessi.
????Sarà possibile fare liberamente attività sportiva e motoria anche non vicino a casa propria ma mantenendo almeno 2 metri di distanza in caso di attività sportiva.
????Saranno consentiti gli allenamenti degli sportivi professionisti sempre nel rispetto del distanziamento sociale, a porte chiuse e per gli atleti di discipline sportive individuali.
????Quanto alle misure economiche che sono allo studio del governo e che dovrebbero entrare nel prossimo Dpcm con le misure economiche.
➡️ Ipotesi di rinnovo automatico del bonus di 600 euro per le partite iva e gli autonomi.
➡️ Finanziamenti a fondo perduto per imprese con meno di 10 dipendenti oltre a contributi per affitto, utenze e per i costi del personale
Per le altre aperture, dovrebbero avvenire in questo modo se la curva dei contagi resterà bassa:
⏳DAL 18 MAGGIO
???? Riapertura di altre attività di commercio dal dettaglio
???? Riapertura di musei e biblioteche
???? Ripresa degli allenamenti per gli sport collettivi
⏳DAL 1 GIUGNO
???? Ipotesi di riaprire a pieno attivita di bar e ristorazione e di cura della persona (parrucchieri, centri estetici e centri di massaggio).
⛔ LE SCUOLE NON RIAPRIRANNO fino alla fine di questo scolastico perché questo significherebbe con molta probabilità un nuovo AUMENTO Fuori DEL CONTROLLO CALCOLATO dei contagi.
????Saranno riproposti il congedo straordinario e il bonus baby-sitting
Da quanto ha annunciato il premier, ci saranno delle misure di controllo da parte del ministero che, in caso di situazioni critiche che rischiano di tornare fuori controllo, entro 3 giorni permetteranno di intervenire con nuove chiusure.