Oddio è lunedì #150 – la disuguaglianza sociale ed economica colpirà più del virus

In Italia sembra vada un po’ meglio, nel resto del mondo in realtà va molto peggio. Questa è la sintesi della settimana che si è appena conclusa. Sono quasi settanta mila le persone che nel mondo hanno perso la vita a causa del Covid-19. Più di un milione quelle contagiate che presentano sintomi di varia natura. Impossibile dire quanti siano gli asintomatici, ovvero coloro che sono entrati a contatto con il virus ma non hanno sviluppato alcun sintomo. Sono loro (siamo noi?) i più pericolosi per gli over 65, quelli colpiti più duramente. In Italia le misure restrittive assunte coraggiosamente dal Governo Conte-Gualtieri un mese fa stanno producendo lentamente un calo dei ricoveri, di quelli che necessitano della terapia intensiva e finalmente anche dei decessi. Solitamente tendiamo ad avere poca memoria, di conseguenza vale la pena ricordare come siamo stati presi per matti da molti paesi occidentali, quando abbiamo scelto di restare a casa per salvaguardare le vite dei più deboli. Vale la pena di non dimenticare come ci siamo sentiti quando dal giorno alla notte siamo passati dal timore di un colpo di tosse di un cittadino cinese, all’essere isolati in quarantena dal resto del mondo. Per un paio di settimane la paura dell’ignoto ha trasformato un virus universale in un killer su base etnica. Mentre si perdeva tempo con astruse teorie sull’immunità di gregge o peggio ancora negando o minimizzando il problema, il virus era già silenziosamente ovunque

Fotografia della giornalista Mara Azzarelli

Dopo un mese di quarantena è ancora presto per poter pensare di essere fuori pericolo o di essere nella fase discendente del contagio. Eppure oggi che negli Stati Uniti muoiono più di mille persone al giorno e i contagiati sono più di 330 mila e la Spagna ci ha già superato per contagi, mentre Francia e Germania galoppano su cifre analoghe, vale la pena di ricordare come il virus rappresenti un nemico globale, come la grande crisi economica che ci lascerà in eredità. Per questa ragione, aldilà dei tempi dell’emergenza sanitaria, è assolutamente necessario ragionare fin da ora sulla fase due di questa crisi. C’è una lapalissiana oggettività che dovrebbe tenerci svegli la notte. Molte persone usciranno da questa crisi mondiale molto più povere e in condizioni di grave precarietà sociale ed economica. Paradossalmente altre avranno invece accumulato un vantaggio, pur essendo rimaste ferme e improduttive a casa. In sostanza la disuguaglianza sociale ed economica crescerà, sopratutto nei grandi centri urbani e colpirà milioni di persone. Molte di più probabilmente di quante ne avrà  uccise il virus. Per questa ragione la preoccupazione primaria delle democrazie occidentali dovrebbe essere rivolta alla redistribuzione della ricchezza, non soltanto attraverso l’erogazione di contributi emergenziali, pur giusti e sacrosanti in questa fase dell’emergenza. Per scongiurare situazioni anti democratiche come avvenuto in Ungheria, dove Orbàn ha ottenuto poteri illimitati, sarà fondamentale intervenire con fermezza e giustizia sociale. Saranno necessari meccanismi rapidi di erogazione della liquidità in favore di chi saprà investire, misurando i propri impatti ambientali e sociali e limitando al contempo il generarsi di esternalità negative. Bisognerà combattere con ogni mezzo le infiltrazioni delle mafie e delle diverse criminalità organizzate, enormemente avvantaggiate dalla possibilità di immettere denaro liquido in un sistema economico e sociale fortemente compromesso. Sarà fondamentale chiedere a chi ha di più di investire risorse per creare lavoro per chi ne avrà bisogno. Non penso soltanto a quelli che hanno molto di più, ma anche ai tanti che restando a casa non avranno comunque perso il proprio lavoro, la propria casa e le proprie certezze, ma che allo stesso tempo avranno legittimamente paura di investire sul futuro. Invece sarà quello che si dovrà fare e il Governo dovrà lavorare per renderlo semplice, conveniente e necessario. Investire quello che si può per rialzare la serranda di un locale chiuso, per far ripartire il turismo verso le nostre città, per sostenere la compagnia aerea di bandiera, per scommettere sull’innovazione della nostra agricoltura, della pesca, dell’artigianato, per velocizzare la macchina amministrativa e per semplificare le normative sugli investimenti. Semplificare non vuol dire commissariare. Semplificare vuol dire investire sull’innovazione tecnologica e sulla trasparenza. Sia chiaro, no basteranno le azioni di un Governo, fosse anche il migliore possibile, per far ripartire l’economia. Ci vorrà l’azione concreta e la volontà di ognuno di noi. Sopratutto di chi alla fine di questa crisi non avrà perso le proprie certezze. 

????MARTEDI’ 7 APRILE ORE 18.30 ????
Dibattito su Zoom e in diretta Facebook su questa pagina su 
????Emergenza Covid-19 e criminalità organizzata” ????. Partecipano la giornalista FLORIANA BULFON e il coordinatore della segreteria del PD Roma RICCARDO CORBUCCI. Modera il giornalista ENRICO PAZZI. Si potrà seguire il dibattito e porre domande partecipando alla conferenza “Zoom”, prenotandosi fino alle ore 17.30 di martedì 7 aprile scrivendo alla mail pdterzomunicipio@gmail.com
Sarà possibile seguire il dibattito in diretta su questa pagina e sulle pagine facebook PD ROMA – Partito Democratico di Roma, Pd Nuovo Salario Giovanna Marturano.

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