A Roma il “cazzaro” è un genere di individuo specificatamente definito. Nel gergo giovanile è un millantatore di presunte capacità, virtù e successi. In sostanza un fanfarone, uno spaccone. Attenzione. “Cazzaro” si nasce, difficilmente si diventa, perché non basta raccontare fregnacce spacciandole per vere. È necessario anche “bullarsi” delle cose che si dicono, ostentando quella fasulla sicurezza, capace di convincere lo sprovveduto di turno che quanto si sta affermando è la verità e che semplicemente è l’altro che ascolta a non conoscerla. “Cazzaro” dunque si nasce. Sarà forse per questo che la parola è anche un cognome di origine greca (katsàros), diffuso nella zona di Sparta e Olimpia e presente in Italia soprattutto in Veneto. Si proprio nel Veneto… dove la sua diffusione sarebbe legata alla presenza nel passato della X° Legio romana di stanza nel Triveneto.
In queste ore è virale la frase di una stupidità sconcertante scritta sui social dalla candidata leghista dell’Emilia Romagna Lucia Borgonzoni e subito ritwittata dal senatore Matteo Salvini. “Tra i primi provvedimenti ci sarà l’attenzione ai più deboli, gli ospedali saranno aperti di notte, di sabato e di domenica, come in Veneto”. Una frase sciocca che non è passata inosservata sui social e che ha prodotto migliaia di post e tweet di presa in giro da parte degli utenti. Tuttavia davvero dovremmo credere che Matteo Salvini e gli esperti comunicatori della Lega siano scivolati su una buccia di banana così clamorosa? La verità a mio avviso è ben altra. Alzi la mano, infatti, chi conosceva prima di questa boutade il nome e il viso della candidata leghista della Regione Emilia Romagna. La mia convinzione è che la macchina comunicativa della Lega abbia costruito a tavolino un tweet semplicistico quanto falso e banale, distorcendo un concetto espresso dalla Borgonzoni in un comizio, per inondare i social network con il suo nome e la sua immagine. Rischiando di farla prendere in giro vi starete domandando? La risposta è affermativa. Fra qualche giorno nessuno si ricorderà più di questo post, in compenso però in poche ore questa operazione ha fatto passare la candidata di Salvini dall’essere un’illustre sconosciuta a una figura nazionale, grazie all’oliata macchina comunicativa del suo leader. E tutti, ma proprio tutti, abbiamo contribuito a questa operazione, prendendo in giro quel tweet e contribuendo alla discussione che ne è sorta sui social. Tutti compreso io che sono costretto a scriverne per spiegare cosa penso.
La comunicazione politica oggi è profondamente cambiata ed usa i social anche per distorcere la realtà, disinformare i cittadini, costruire o infangare profili politici, dare risalto a notizie da usare come armi di distrazione di massa. I migliori ad usare queste tecniche di comunicazione oggi sono le forze della destra eversiva e populista. Questo genere di comunicazioni sono ancora poco regolamentate e controllate. Cosa ancora più grave la società e le Istituzioni non riescono ad opporvi nulla di efficace. Anche chi si oppone a Matteo Salvini spesso si limita ad apostrofarlo quale “cazzaro” appunto e senza volerlo contribuisce alla sua abnorme visibilità. Su Facebook, su Twitter e adesso anche su TikTok, il nuovo social dei giovanissimi. Chiunque voglia giocarsi le prossime elezioni politiche contro questa mostruosità dovrà attrezzarsi quanto prima, cominciando ad arruolare chi questi strumenti sa usarli efficacemente per il bene degli altri e non soltanto per il proprio. Ci sono esempi positivi come quello di Imen Jane, una ragazza di venticinque anni nata in provincia di Varese da genitori di origine marocchina. Laureata in economia si definisce divulgatrice e non influencer. Usa la competenza unita alla freschezza, ovvero mescola l’essere preparati e al tempo stesso capaci di spiegare concetti complessi con parole semplici. Non fa più politica in un partito, nonostante in passato abbia frequentato i giovani democratici, eppure si occupa di politica più di tante persone che conosco e che ne parlano ogni giorno. Per spiegare la legge finanziaria del Ministro dell’economia Roberto Gualtieri ha scritto un post su Instagram (vedi l’immagine), dove è seguita da 176 mila followers. Per capirci Matteo Renzi ne ha 228 mila e Nicola Zingaretti 87 mila. Della sua analisi mi ha colpito la semplicità di questa frase: “pensate che il 75% della manovra servirà a coprire le famose clausole di salvaguardia, cioè l’enorme buco di bilancio che ci siamo trascinati dalla legge di bilancio scorsa”. Basterebbe questo concetto ripetuto ovunque per far capire i danni causati dal governo giallo-verde. Salvini non è caduto per merito nostro, è semplicemente fuggito dalle proprie responsabilità, per continuare a fare quello che gli riesce meglio, ovvero il “cazzaro”. Attenzione, però, in Italia i “cazzari” vincono le elezioni, soprattutto se non vengono smascherati. È già successo in passato e può succedere ancora.
Per questo il compito di un partito vero come il Partito Democratico deve essere quello di dare spazio a chi sta riempendo le piazze reali e virtuali del nostro Paese, facendo politica anche fuori dai partiti. Ai ragazzi di Bologna del movimento delle “sardine“, che hanno riempito una piazza in soli sei giorni per contrastare Salvini e per sostenere chi la politica la fa quotidianamente nelle Istituzioni, nei movimenti, nei partiti e nella società civile, sono profondamente grato. Dovremmo esserlo tutti. Questa generazione sente la necessità di contribuire a dare più senso e valore alla politica. Prova a farlo con gli strumenti del nostro tempo, usandoli meglio di quelli che hanno responsabilità di governo del Paese. Non fare di tutto per intercettare queste energie nuove sarebbe imperdonabile.
Voglio chiudere con due foto notizie che mi hanno particolarmente colpito questa settimana. La prima è dedicata all’eroina dei fumetti di Roma. Si proprio lei, Virginia Raggi in version RoboCop intenta a comminare multe e sanzioni qua e là per la città. L’opuscolo che la ritrae in versione fumetto è destinato ai ragazzi delle scuole. A parte che se a scuola mi avessero dato una roba del genere sarei diventato un teppista, ma battute a parte Virginia Raggi in versione fumetto rappresenta il giusto epilogo di una Sindaca che ha sempre solo fatto ridere e che ora ha perso il senso della misura e si auto celebra usando fondi pubblici. Si ritiri questa robaccia dalle scuole.
Un plauso voglio invece farlo a chi ha voluto portare sugli schermi di Sky il proprio quartiere di origine che è anche il mio. Sto parlando del gruppo trap della Sierra, che ad X-factor si sono esibiti con alle spalle la gigantografia del logo di Montesacro. A Giacomo e Massimo andrà il mio tifo per la vittoria finale, perché quando non ti scordi da dove vieni è più facile sapere dove vuoi arrivare.