Oddio è lunedì #136 – i muri vanno giù al soffio di un’idea

Non è semplice tornare da Gerusalemme in Italia nella settimana in cui alla senatrice Liliana Segre, superstite novantenne della Shoah, è stata assegnata la scorta per le minacce d’odio ricevute e contemporaneamente il Comune di Predappio si permette di negare i fondi per la visita di due studenti nel campo di sterminio di Auschwitz. C’è da vergognarsi per l’ignoranza di questa parte di italiani, che nega le aberrazioni del nazi-fascismo e si proclama nostalgica delle dittature. L’ignoranza genera mostri non soltanto nel nostro Paese. Il nostro mondo è andato in confusione. Nel 2005 scrissi un libro dal titolo impegnativo: “Islam e occidente, il nuovo incontro nel mondo globale” (clicca qui). Negli anni post 11 settembre 2001 provare a teorizzare la possibilità di un incontro fra la civiltà occidentale e quella islamica era una tesi piuttosto azzardata. Tuttavia la mia più grande preoccupazione nello scontro fra islamisti fanatici e integralisti religiosi occidentali era il desiderio di entrambe le fazioni di far precipitare il mondo nella Jahiliyya, ovvero l’età dell’ignoranza e del caos sociale. A quasi 15 anni di distanza il nostro mondo è sempre più preda di una rinvigorita ignoranza globale e molti di quelli che avrebbero dovuto e potuto fare qualcosa per impedirlo sono invece rimasti in silenzio a guardare e spesso a guadagnare su coloro che vengono nutriti quotidianamente da questo nuovo oppio dei popoli.

La settimana scorsa ho visitato a Tel Aviv il museo della Shoah. Mentre camminavo per le stanze che raccontavano degli orrori dello sterminio nazista, dai muri costruiti dai tedeschi per isolare il ghetto di Varsavia fino alle deportazioni forzate sui treni piombati diretti ai campi di sterminio, mi sono domandato con sconcerto come sia possibile aver subito crudeltà simili ed avere ancora voglia di costruire muri. I muri vanno abbattuti. Tutti e in qualsiasi epoca storica, perché il male non appartiene soltanto ad un determinato luogo o momento storico, ma ci accompagna lungo tutta la storia dell’umanità. Sta a noi, come direbbe Italo Calvino, riconoscere nell’inferno quello che inferno non è e preservarlo. Bisogna sempre combattere come quelle migliaia di giovani della Germania dell’Est, che in una notte di trenta anni fa fecero a pezzi il muro di Berlino, assestando un colpo mortale alla cortina di ferro, alla guerra fredda e agli equilibri nati dalla seconda guerra mondiale. Quei giovani scelsero, imposero e si presero la libertà, poiché è il popolo che deve guidare le scelte dei governi e non il contrario. Da quel momento in poi cominciò davvero a concretizzarsi il sogno di un’Europa unita, plurale e senza confini. Un’Europa nella quale non aver paura e nella quale poter vivere in pace.

Dopo molti anni di pace il modello occidentale di democrazia e libertà sta andando in pezzi. Un Sindaco di centrodestra può impunemente permettersi di dire: “questo treno va in un’unica direzione, cioè solo verso Auschwitz” per giustificare il diniego di fondi per due suoi studenti. In queste parole sta tutta la sua ignoranza, l’inutile protervia di chi non capisce di aver detto la cosa giusta ed anzi pensa di aver giustificato il suo vile atto. “Questo treno va solo ad Auschwitz”. Proprio come quelli piombati che mandavano a morire milioni di persone. Purtroppo si moltiplicano i politici in tutto il mondo che vogliono mettere in discussione la memoria e con essa le nostre libertà conquistate al prezzo di tanti sacrifici umani. Questo significa che bisogna moltiplicare gli sforzi per arginare il ritorno di chi la democrazia voleva che nemmeno l’avessimo.

Questa settimana sarà molto importante per il Partito Democratico di Roma. La convocazione dell’assemblea romana per l’elezione condivisa del tesoriere e la successiva direzione di mercoledì segneranno il necessario cambio di passo per costruire il progetto politico per Roma. Serve unità certo, ma è importante soprattutto lavorare per rilanciare la nostra città. Al Partito Democratico guardano tutti gli attori in campo per immaginare un’orizzonte politico capace di portare la Capitale al 2030. È una responsabilità collettiva che chiama in causa tutti quelli che in questi anni hanno lavorato per migliorare Roma. Si riparta tutti insieme isolando chi usa ancora il Pd soltanto per finire sui giornali, visto che non riuscirebbe a farlo per l’attività amministrativa di cui dovrebbe invece occuparsi.

p. s. venerdì ci ha colpito come un macigno la notizia che Maria Coscia non c’è più. Con lei ho iniziato tanti anni fa il mio percorso amministrativo e politico. Da donne come lei ho imparato che non c’è bisogno delle “quote” in politica, quando sei una persona onesta, capace e di valore. Maria è stata per tanti di noi un’insegnante di vita politica che abbiamo avuto l’onore di avere al fianco e che ti auguri sempre possano avere anche le future generazioni.

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Ciao Steve Jobs

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=oObxNDYyZPs&feature=player_embedded] Ci sono persone che non hai mai conosciuto e tuttavia hanno contribuito a cambiare la tua vita. I tuoi stili, i tempi, le abitudini.

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