Trovo sinceramente incomprensibile questa titubanza per l`approvazione dello Ius Culturae. Viene da pensare che abbia ragione il cantautore Dario Brunori che nel suo ultimo singolo “Aldilà dell`amore” canta come si faccia finta di non sapere che si stia parlando di donne e di uomini, delle loro vite e dei loro sogni. Come quello della ventunenne campionessa nazionale di taekwondo Alessia Korotkova, ultima atleta costretta a dover interrompere il proprio cammino sportivo a causa della burocrazia del nostro Paese. Alessia è nata in una città russa della Siberia meridionale, ma vive con la propria famiglia a Reggio Emilia da quando ha tre anni. In Italia è cresciuta, ha studiato, ha preso la maturità e facendo sport è diventata una campionessa. Alessia è italiana e vuole gareggiare per la nazionale azzurra, ma per farlo deve avere la cittadinanza. Avrebbe i requisiti per farlo, ma sono due anni che la sua domanda è inevasa. Quando parliamo di Ius Culturae stiamo discutendo se dare o meno la cittadinanza a uomini e donne che sono già italiani di fatto e che hanno scelto il nostro Paese per realizzare i propri sogni. L`attuale governo è nato per risolvere le emergenze economiche, dare stabilità al Paese e ridurre i costi della politica. Quanto sarebbe bello se potesse essere ricordato anche per aver costruito una società aperta e capace di dare a tutti gli stessi strumenti per inseguire i propri traguardi.
A Roma venerdì è sbarcato il leader della Lega Matteo Salvini che con quattro amici ha inscenato un’isolata protesta per chiedere le dimissioni della sindaca grillina Virginia Raggi. Dopo tre giorni di proteste e manifestazioni in seguito alla scellerata decisione della Sindaca di liquidare Roma Metropolitane e tutti i suoi dipendenti, anche la Lega ha deciso di presentarsi sotto le finestre del Campidoglio. Ad accogliere la sparuta compagine leghista c’erano però alcuni esponenti dell’amministrazione pentastellata, che in polemica con Salvini avrebbero voluto offrirgli delle coppe di Mojto. Il tutto condito da cartelli goliardici per ricordare all’ex ministro come il Campidoglio non fosse il Papeete. Sembravano davvero quattro amici al bar, sia i leghisti che i grillini. Uno scenario surreale che la capitale del Paese non merita. E’ bene ricordare come questa settimana a Roma sia successo di tutto. Si è dimesso il sesto consiglio d’amministrazione di Ama, l’azienda che dovrebbe raccogliere i rifiuti dei romani e che senza l’ausilio della Regione Lazio oggi non saprebbe come e dove smaltirli. Un fallimento colossale della Sindaca e dei suoi ormai numerosi assessori all’ambiente. Abbiamo poi assistito all’uso sproporzionato delle forza pubblica da parte della Sindaca, nell’assurdo tentativo di scortare un delegato del Campidoglio all’interno degli uffici di Roma Metropolitane. Obiettivo del blitz: portare all’amministratore della società una comunicazione della giunta comunale. Come se nel 2019 non sarebbe stato sufficiente inviare un fax, una mail o persino un whatsapp. Come se non bastasse la crisi delle municipalizzate, sui giornali i presidi della scuole di Roma hanno chiesto l’intervento delle Asl, per valutare la chiusura degli istituti scolastici per emergenza sanitaria a causa dei troppi rifiuti abbandonati. La Sindaca Virginia Raggi ha liquidato tutto questo caos con un intervento ridicolo della durata di cinque minuti scarsi. Lo stesso tempo che evidentemente dedica ogni giorno a Roma per averla ridotta in queste condizioni. La Sindaca è l’unica responsabile del degrado della città e del fallimento delle municipalizzate e dovrebbe assumersi le proprie responsabilità, rassegnando immediatamente le proprie dimissioni.