La battaglia sui cambiamenti climatici sta diventando sempre di più la nuova frontiera dell’azione civica e politica. Mentre in Italia la politica insegue un’agenda surreale, spesso incentrata sulla facile ricerca del consenso, milioni di giovani in tutto il mondo manifestano per il proprio diritto al futuro. I “Fridays for Future” si sono ormai trasformati nella protesta globale pacifica più importante del pianeta. Un’idea diventa virale non per caso, soprattutto quando è in grado di smuovere tantissimi giovani, oggi sempre più lontani dall’impegno attivo nella politica dei partiti tradizionali. Tuttavia l’idea che la lotta ai cambiamenti climatici debba essere la priorità per tutti i governi mondiali appare semplice quanto rivoluzionaria, perché per la prima volta nella storia chiama in causa la necessità di modificare le abitudini di ognuno di noi. Mai come in questa occasione ognuno di noi sarà chiamato nei prossimi anni a svolgere la propria parte, o per negare i cambiamenti climatici per continuare a godere dei benefici del nostro presente o per difendere il pianeta e il futuro delle generazioni che verranno dopo di noi. Questo scontro estremo rappresenta la vera ragione che spinge migliaia di persone sia a seguire l’esempio di Greta Thunberg, che ad attaccarla violentemente sui social. Tuttavia ho notato in questi ultimi mesi come anche persone molto intelligenti, che condividono nel merito i messaggi di Greta, siano in soggezione quando ascoltano i suoi speech. Il tono, le parole, lo sguardo e i gesti di questa ragazza afflitta da sindrome di Asperger sembrano quasi disturbarci, come se in qualche modo il nostro inconscio venisse risvegliato bruscamente da un sonno piacevole. Greta paga il destino della figura mitologica greca Cassandra, invisa a molti per la sua facoltà di preveggenza di terribili sventure.
E tuttavia Greta sembra assomigliare anche a Morpheus, uno dei personaggi principali della trilogia cinematografica di Matrix, perché ci costringe dinnanzi ad una scelta. Pillola azzurra o pillola rossa? Una domanda che nel film viene accompagnata da queste parole: “è la tua ultima occasione, se rinunci non ne avrai altre. Pillola azzurra: fine della storia. Domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa: resti nel paese delle meraviglie e vedrai quanto è profonda la tana del bianconiglio”. Nel film mentre il protagonista Neo avvicina la mano per scegliere la pillola rossa, Morpheus chiosa: “ti sto offrendo solo la verità”. Esattamente quella che Greta sta disvelando agli occhi di ognuno di noi, inchiodando i politici e i protagonisti del sistema economico alle loro terribili responsabilità e chiamando al tempo stesso ognuno di noi a decidere se continuare a rimanere prigionieri delle nostre rassicuranti abitudini, piuttosto che promuovere stili di vita per salvaguardare la nostra casa comune e il futuro di chi ci sarà dopo di noi. Un mio carissimo amico ha scritto come il maggior insegnamento di Greta non riguardi il clima, bensì la psicologia di massa. Infatti a molti risulta esecrabile che qualcuno dal basso lotti veramente per quelle stesse cose di cui risulta tanto rassicurante il potersi lamentare.
Per tutte queste ragioni ho apprezzato l’iniziativa del Ministro Lorenzo Fioramonti di aprire una discussione con l’Associazione nazionale Presidi sulla possibilità di giustificare i ragazzi che hanno partecipato alle manifestazioni di piazza. E’ di fondamentale importanza che i nostri giovani si appassionino a temi sociali e politici. Di conseguenza è sacrosanto che la scuola favorisca la presa di coscienza collettiva di una generazione, troppo spesso bombardata dal marketing e dalle politiche dei social. Proprio sul tema dell’informazione, di internet e delle post-verità consiglio il libro di Walter Quattrociocchi e Antonello Vicini “Liberi di crederci“. Il concetto fondamentale di questo interessante studio è che fondamentalmente tendiamo a guardare quello che vogliamo vedere e sentiamo quello che vogliamo ascoltare. Nonostante l’avvento di internet e dei social network la moltiplicazione delle idee e dei punti di vista differenti hanno spinto l’umanità a rifugiarsi in delle nicchie sempre più ristrette di idee e pensieri affini fra loro. Di conseguenza usiamo ogni giorno google e i motori di ricerca per avere conferma e approvazione per i nostri punti di vista e molto raramente cerchiamo di smentirci. Il paradosso di internet è che invece di estendere la conoscenza universale è divenuta la principale fonte di bugie, che lentamente ha contribuito a scardinare i pochi punti di riferimento degli uomini, frammentando la società e creandone degli altri su misura per ognuno.
Incredibile ma vero, questo libro mi ha anche aiutato ad affrontare con maggiore serenità quanto accaduto in questi giorni nel Partito Democratico. La lacerante scissione di Matteo Renzi rappresenta, per chi come me ha fortemente creduto nell’elaborazione politica della Leopolda, una delusione cocente. In questi dieci anni Renzi ha messo in evidenza tutte le sue caratteristiche, sia quelle positive che quelle negative. Ha avuto il merito di traghettare il Partito Democratico in un nuovo sistema politico, di riaccendere la speranza di una generazione lasciata troppo spesso ai margini e di contribuire all’elezione di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica. Di contro, grazie al Partito Democratico Renzi ha potuto ricoprire il ruolo di Presidente del Consiglio e di segretario nazionale del Partito più importante del centrosinistra italiano. Ha interpretato e incarnato da protagonista solista un’intera stagione italiana, governando per tre anni il Paese ed avendo tutto il tempo di rinnovare il Partito Democratico. Ha vinto e perso come succede in politica. E’ caduto e si è rialzato come nella migliore tradizione italiana. Tuttavia mai avrei immaginato che se ne sarebbe potuto andare da quel partito che gli aveva consentito di vivere questa straordinaria ascesa politica. L’abbandono del Partito Democratico è un grande errore umano e politico. Soprattutto perchè le giustificazioni addotte sono di carattere egoistico e non tengono in alcuna considerazione i sentimenti delle tantissime persone che hanno sostenuto con convinzione le sue idee, difendendolo da chi lo attaccava. Ha commesso un errore Renzi e sbaglia chi oggi festeggia la sua uscita dal Pd, così come sbagliava ieri chi festeggiava l’abbandono di Pierluigi Bersani. L’esodo degli ultimi due segretari democratici non è una questione che può essere sottovalutata o peggio snobbata. Tuttavia il Partito Democratico lo abbiamo fondato proprio perchè le fondamenta della casa del riformismo italiano fossero solide a tal punto dal superare le scelte dei singoli leader. La politica è fatta di grandi idee, obiettivi da raggiungere e sogni da realizzare. I destini dei singoli devono venire inevitabilmente dopo, anche quando si passa dall’essere protagonisti a comprimari. Questo per me significa credere nella forza della politica e nella capacità rigeneratrice insita nel Partito Democratico.
Anche per questo voglio ringraziare di cuore i tanti volontari che hanno permesso la settimana scorsa lo svolgimento della Festa dell’Unità del Partito Democratico del III Municipio. Un momento di discussione politica importante per i democratici romani, soprattutto perchè giunto proprio nella settimana successiva la scissione. Nella location di Largo Sergio Pugliese a Talenti abbiamo discusso delle ragioni che hanno portato il Partito Democratico a sostenere il governo Conte 2. I segretari del Pd Lazio Bruno Astorre e del Pd Roma Andrea Casu hanno tuttavia ribadito come a Roma non ci sarà alcun accordo con Virginia Raggi, la peggiore Sindaca della capitale, impegnata anche questa settimana nel cambiare per l’ennesima volta la propria sgangherata giunta. Discorso diverso, invece, per i futuri appuntamenti elettorali. Come avvenuto in Umbria, si deciderà caso per caso se l’alleanza di governo potrà essere riproposta anche per le elezioni amministrative. Un ringraziamento per l’organizzazione della festa voglio mandarlo anche al neo segretario del Pd del III Municipio Filippo Maria Laguzzi, oltre che a tutto il gruppo dirigente locale di cui mi onoro di fare parte. Un in bocca al lupo speciale, invece, lo dedico a Giulio Bugarini che la scorsa settimana è diventato consigliere capitolino in seguito alle dimissioni di Roberto Giachetti. Giulio ho imparato a conoscerlo in questi ultimi due anni e sono certo che saprà portare in Campidoglio quella serietà e quell’impegno che lo contraddistinguono. Grazie ai nostri parlamentari, al gruppo capitolino, agli eletti nei municipi e al gruppo dirigente di Roma e del Lazio, il Partito Democratico di Roma continuerà a lavorare per migliorare la qualità della vita dei romani e per farsi trovare pronto per le prossime elezioni del 2021.
Vent’anni fa insieme ad un gruppo di folli scatenati fondammo “Agorà”, un giornale d’informazione dell’allora IV Circoscrizione di Roma (oggi III Municipio). Con gli anni quel giornale diventò prima una piazza cartacea e poi anche virtuale di incontro e confronto fra i cittadini del III Municipio e le Istituzioni. Per tanti anni ho avuto l’onore di dirigere quel giornale e di crescere insieme a tanti ragazzi che oggi sono diventati giornalisti. A vent’anni di distanza alcuni amici hanno avuto un’idea un po’ folle e ovviamente anche un po’ romantica… ovvero tornare a pubblicare “Agorà” per contribuire a ricostruire quel tessuto comunicativo fondamentale per tenere unità una comunità. Insomma mi hanno chiesto di tornare a dirigere questo giornale ed io senza alcun giudizio o buon senso ho deciso di accettare. Quindi a presto, aiutateci perché ne avremo bisogno!