Questo sembra proprio essere l’anno delle Capitane, donne coraggiose che non si vogliono proprio piegare ai diktat degli pseudo “capitani” nostrani ed oltre Oceano. Dopo Carola Rackete, la coraggiosa capitana della Sea Watch che ha sfidato le elucubrazioni razziste di Matteo Salvini, è stata la volta della capitana della squadra femminile di calcio degli Stati Uniti Megan Rapinoe, che si è rifiutata di cantare l’inno nazionale statunitense in aperta polemica con le politiche anti LGBT portate avanti dal Presidente Usa Donald Trump. Due donne che non si sono volute piegare alle politiche discriminatorie di due leader politici, diventando allo stesso tempo un simbolo per migliaia di persone e un bersaglio per i followers di Trump e Salvini.
Ci sono poi altre figure che con il loro comportamento rappresentano simboli meno positivi, come quello dell’attaccamento alla poltrona qualsiasi cosa succeda. Ne è ormai un esempio clamoroso la Sindaca di Roma Virginia Raggi, protagonista di un video nel quale pur di attaccare la Regione Lazio di Nicola Zingaretti ha tentato di mettere in giro una fake news sulla chiusura degli impianti messi a disposizione dalla Regione per superare l’emergenza sanitaria legata ai rifiuti. Per la Raggi non ci sono problemi con i rifiuti, anche se i cassonetti sono stracolmi, gli uccelli banchettano ormai ovunque e in alcune zone, come al Portuense, i cassonetti prendono fuoco. La Raggi non chiede scusa per il degrado in cui ha trascinato Roma negli ultimi tre anni, ma anzi con spocchia e arroganza attacca il Presidente della Regione che sta dando una mano ai romani, intervenendo in emergenza per affrontare quello che il Campidoglio non è stato in grado di risolvere. Incredibilmente la stessa cosa prova a farla la Presidente del VII municipio Monica Lozzi, che in un video attribuisce la colpa dei rifiuti in strada ai romani, incapaci di fare bene la raccolta differenziata. Come se scegliere un management di Ama che si occupi di far funzionare l’azienda, invece di trasformare il ruolo di Presidente di una municipalizzata ai rifiuti in una macchietta, sia compito dei cittadini e non Sindaco della città. La Raggi è ormai una persona sola, in mala fede e sempre più allo sbando. Per il bene di Roma qualcuno dei suoi dovrebbe farla dimettere. E invece si dimettono tutti gli altri, l’ultimo in ordine di tempo il vicepresidente vicario del consiglio comunale Enrico Stefàno.
La cosa più sconvolgente è che i grillini cercano davvero di giustificare il proprio fallimento sulla raccolta dei rifiuti con qualche video che immortala un cittadino che sbaglia la raccolta differenziata, come ha cercato di fare la nuova Presidente di Ama Luisa Melara o promuovendo qualche video auto celebrativo, come fatto dalla neo operatrice ecologica Lozzi in VII municipio. Per la cronaca la Lozzi è la stessa che con la sua maggioranza ha trovato anche il tempo di bocciare una delibera di iniziativa popolare, presentata dal comitato anti fascista del territorio, rigettando tutti gli emendamenti presentati dal Partito Democratico, persino quelli per lo sgombero della sede di via Taranto occupata da Forza Nuova o per il diniego a far svolgere la marcia fascista per Acca Larentia.
La realtà è purtroppo che questi grillini non soltanto rinnegano ogni giorno l’antifascismo, ma dimostrano di tenere più alle poltrone che alla qualità della vita della capitale. Sono molto peggio di quelli che contestavano. Si rifiutano di proporre progetti a favore della crescita della città per paura della corruzione, ma non temono di circondarsi di politici e dirigenti che i magistrati hanno recentemente indagato. Attaccano i giornalisti perché colpevoli di far loro domande, ma fanno finta di non aver bloccato l’attività del consiglio comunale perché il loro Presidente del Consiglio è stato arrestato. A parti invertite la Raggi avrebbe tirato fuori le manette in Aula Giulio Cesare, mentre adesso prova a fare l’avvocato difensore dei suoi. Tuttavia non è più il tempo di attaccare i grillini. La città li ha già derubricati e il voto li punirà come è giusto. Adesso è di fondamentale importanza che il Partito Democratico prospetti ai cittadini la visione di città che vorremmo. Una città dove si torni a parlare di prolungare le metropolitana, come la B1 che deve arrivare a Porta di Roma come prevede il piano regolatore. Una città dove si possa immaginare di organizzare grandi eventi come fa ormai da qualche anno Milano. Una città che torni a fare la Capitale. Proprio per questa ragione già da domani martedì 9 luglio alle ore 19 in via dei Cerchi 75 lanceremo dei gruppi di lavoro aperti, per lavorare all’elaborazione di proposte per rilanciare la città. Un progetto per costruire quello che sarà Roma se avremo ancora voglia di scommettere sul lavoro, gli investimenti e sopratutto i servizi e i sostegni sociali di cui i cittadini hanno assolutamente bisogno.