Stamattina nel leggere i social mi sono un po’ vergognato di alcuni nostri connazionali, italiani con i “cromosomi” rossi bianchi e verdi e il pedigree immacolato, che passano il loro tempo a insultare la capitana della nazionale italiana femminile di calcio, perché non sufficientemente portatrice delle caratteristiche fisiche italiche. Sara Gama ha trent’anni, è triestina e gioca nella Juventus. Sara è una bella donna, sa giocare bene allo sport più amato dagli uomini ed è anche di colore, in un momento storico in cui ogni rutto o conato fa fatica a rimanere nelle gole profonde e incontinenti di centinaia di leoni da tastiera, troppo impegnati nella propria vita ad interpretare il ruolo di agnelli frustrati. Quelli che insultano Sara nel giorno in cui le nostre calciatrici sono un simbolo di unità nazionale, sono gli stessi che issano i vessilli del proprio partito (Lega), coprendo uno striscione che chiede verità è giustizia per Giulio Regeni.
Questo è stato il primo atto del nuovo Sindaco di Ferrara, che dimostra se mai ce ne fosse ancora bisogno l’impasto di volgarità, superomismo e odio con cui la destra populista e razzista di Salvini sta imbrattando le coscienze del Paese. In questo clima pericoloso, troppo spesso chi vuole opporsi alla destra tende a perdersi in divisioni inutili che sfiancano le migliaia di persone che ogni giorno frappongono i propri corpi all’avvento di un nuovo egoismo storico, basato sul conflitto fra il noi e il diverso. Fra l’io e l’altro. Questa è la ragione per la quale non si possono continuare a leggere i distinguo social sui risultati del Partito Democratico e delle coalizioni di centrosinistra impegnate nelle amministrative. Il clima sfavorevole certamente non si è ancora invertito e i risultati in alcune città rimangono delle ferite. In altri luoghi si è combattuto e resistito come nella vicina Monterotondo. In altri ancora si è tornato a vincere come a Livorno. Livorno può essere un simbolo, perché la sua parabola assomiglia a quella di Roma. Lì il M5S ha perso e il centrosinistra tornerà ad amministrare la città. Da Livorno sono venuti alcuni dei personaggi, vedi l’Assessore Lemmetti, che stanno mal governando Roma. Come a Livorno, a Roma si può tornare a vincere per tornare ad amministrare bene la città come si è già fatto ai tempi di Rutelli e Veltroni.
In questi giorni in libreria c’è l’interessante libro di Walter Veltroni su cosa sia stata Roma in quegli anni. Ho già avuto modo di scrivere in passato che cominciai a fare politica quando Veltroni era Sindaco e il centrosinistra prendeva tantissimi voti, soprattutto nelle periferie. Vent’anni dopo il Partito Democratico è tornato ad avere la fiducia di una parte della città, prendendo alle ultime elezioni il 30% dei consensi. Abbiamo ancora due anni davanti a noi per costruire l’alleanza che può portare la città ad essere amministrata come merita. Nei prossimi mesi lavoreremo per rafforzare il Partito Democratico di Roma, per rilanciare la sua azione e per costruire le condizioni per chiamare l’intera città a scegliere con noi il miglior Sindaco e la migliore squadra per la capitale. Per farlo avremo bisogno dell’aiuto di tutti.