In questi giorni si è fatta molta disinformazione sull’apertura del nuovo supermercato di viale Adriatico angolo via della Alpi Apuane. Una nuova attività commerciale, al posto della banca, che ha messo sul piede di guerra gli operatori dello storico mercato comunale e di alcune forze di opposizione. La settimana scorsa, infatti, l’ex presidente del municipio Cristiano Bonelli e l’ex presidente della commissione commercio Jessica De Napoli hanno presentato in consiglio municipale un atto per chiedere la revoca dell’autorizzazione per l’apertura dell’attività commerciale. Una richiesta impossibile da votare in aula, perchè in violazione delle normative vigenti. Il commercio su sede fissa è regolamentato dal Decreto Legislativo (D.Lgs.) n.114/98, dalla Legge Regione Lazio n.33/99 e successive modifiche ed integrazioni e dal D.Lgs. n.59/2010 (clicca qui). Queste normative consentono l’apertura di un “esercizio di vicinato“, avente superficie di vendita inferiore ai 250 mq, con la presentazione di una semplice segnalazione certifica di inizio attività (Scia) telematica (clicca qui). Non esiste più da tempo, quindi, la possibilità di negare l’autorizzazione amministrativa, semplicemente perchè le “attività di vicinato” non sono sottoposte al regime autorizzatorio. Figuriamoci la possibilità di impedire politicamente l’apertura di un’attività commerciale. Tralasciando il fatto che sia molto grave che un ex minisindaco ed un ex presidente della commissione commercio non siano a conoscenza di quali siano le norme vigenti in materia di commercio, è invece importante che il municipio faccia scattare i poteri di controllo di cui è invece dotato.
La normativa nazionale, infatti, ha dovuto recepire obbligatoriamente le normative europee sulla tutela della concorrenza, che secondo l’UE ha il compito di favorire i cittadini (consumatori). Questa è la filosofia alla base della semplificazione amministrativa in ambito commerciale, urbanistico e di autocertificazioni. Personalmente queste liberalizzazioni non mi hanno mai convinto completamente e mi sono trovato a combatterle soprattuto in ambito edilizio, dove è molto elevata solitamente la possibilità di certificazioni e dichiarazioni mendaci. Tuttavia non si possono prendere in giro i cittadini, presentando un atto in cui si esprime la contrarietà su un’apertura, che non dipende dal consiglio municipale, ma dall’applicazione di una normativa nazionale a carattere automatico. Questo vuol dire che il giorno seguente la presentazione della Scia telematica, il supermercato di prossimità può aprire. Solo a quel punto, il municipio ha la possibilità di far scattare i poteri di controllo e la verifica dei requisiti che la struttura deve obbligatoriamente possedere. In questo senso un amministratore locale onesto intellettualmente e preparato amministrativamente può, quindi, garantire che l’ufficio tecnico, del commercio, i vigili urbani e la Asl vengano tutti immediatamente coinvolti nella verifica della documentazione presentata, accertando che i locali siano idonei. Questo è quello che il municipio può e deve fare. Tuttavia è giusto spiegare ai cittadini e agli operatori del mercato, che se tutta la documentazione risultasse in regola, l’attività commerciale potrà regolarmente operare.
Leggendo le parole delle opposizioni sulla “concorrenza sleale” o sulla mancata “tutela del commercio locale“, devo ammettere di sentirmi in forte imbarazzo per chi ha l’ambizione di rappresentare i cittadini, senza nemmeno conoscere le normative vigenti entro le quali potersi muovere.