Ma chi te lo fa fare…

circolo pdQualche mese fa, un politico di lungo corso, quando seppe che mi sarei candidato al consiglio comunale con Roberto Giachetti, mi disse, in un raro sprazzo di sincerità, “ma chi te lo fa fare“. Già allora, per alcuni addetti ai lavori, la sconfitta del Partito Democratico alle elezioni amministrative era piuttosto prevedibile. Troppi i danni provocati da Mafia Capitale. Troppa la delusione delle persone per la relazione sullo stato dei circoli democratici, che non ha mai fatto menzione di chi da sempre aveva denunciato i circoli finti e il tesseramento gonfiato. Insopportabile per molti la scelta di cacciare Ignazio Marino, senza spiegarne accuratamente le ragioni politiche, ma adducendo a pretesto la sola questione degli scontrini. Insomma per chi pratica la politica da anni il cocktail era sufficiente a prevedere una sonora sconfitta per chiunque ci avesse messo la faccia. “Nemmeno con Gesù Cristo si vince” scriveva il giornalista Enrico Pazzi, nel suo visionario libro “Roma fa schifo” del novembre 2014.

corbucci circoloOggi che la sconfitta si è concretizzata in tutta la sua drammatica dimensione, devastando anche il lavoro dei municipi, con le eccezione del I e del II, quella domanda merita una risposta pubblica da parte mia. Soprattutto per le tante persone che ancora una volta mi hanno sostenuto, consentendomi di stare fra i 22 che sarebbero potuti entrare in Campidoglio in caso di vittoria di Giachetti e che in queste ore mi stanno circondando di affetto ed attenzione. “Chi te lo fa fare” certo. Sarebbe stato molto più comodo ed intelligente candidarmi in municipio. Per la quarta volta, come legittimamente hanno fatto tanti altri in tutti gli schieramenti politici, per rimanere comunque il primo fra i pochi superstiti. Sarebbe stato facile e più redditizio. Sicuramente mi avrebbe consentito di essere eletto ancora una volta nel mio municipio, mettendomi all’opposizione, esperienza già fatta nel 2008 con Alemanno e Bonelli. Ma da allora sono passati otto anni. Dieci in totale, da quando sono stato eletto per la prima volta amministratore municipale.

Dieci anni in cui sono stato in maggioranza per cinque anni (in due diverse amministrazioni) ed in opposizione per altri cinque. In questa esperienza bellissima ho potuto apprezzare le cose migliori del municipio, ma anche i limiti reali del decentramento. Per questa ragione mi è sembrato doveroso accettare la candidatura al Comune di Roma, per contribuire a rinnovare la lista del Partito Democratico e per portare la voce del mio territorio in Campidoglio. Era la scelta più incerta, ma assolutamente quella più giusta per le aspettative delle tante persone, che in questi anni hanno creduto al nostro progetto politico.

tavoliChi me lo ha fatto fare? La passione per la politica vera, che non si limita a commentare sui social le azioni degli altri, ma interviene per migliorare la vita delle persone. Aprendo un asilo nido in uno dei quartiere più periferici della città. Riqualificando una piazza, liberata dalla speculazione edilizia. Denunciando il malaffare, gli abusi edilizi e la corruzione, quando tutti tacevano per convenienza. Quella passione che non si spegne se non si viene eletti da qualche parte, ma che anzi si accende più forte e fa raddoppiare gli sforzi e i progetti. Quella passione che mi fa credere che il Partito Democratico possa tornare a guidare Roma in futuro, se saprà far emergere le energie migliori e se finalmente troverà la forza di chiedere scusa ai cittadini di cui si è dimenticato. Quelli che abitano nelle nostre periferie. Quelli che soffrono per la crisi economica. Quelli che sbattono la testa contro il muro perché non trovano un lavoro. Quelli che vogliono sentirsi sereni nel votare persone oneste e preparate.

Chi me lo fa fare quindi? La spinta enorme di questa mia famiglia adottiva, composta da donne e uomini, con cui sono cresciuto e maturato. Con i quali ho sofferto (spesso) e gioito (poco), ma con i quali ho condiviso la mia vita. Una vita resa bella e piena, anche dalla bella politica in cui crediamo. Quella che si fa per gli altri e non per se stessi.

 

p.s. E siccome si cade per imparare a rialzarsi, giovedì 23 giugno alle ore 18.30 ci vediamo alla sezione Pd Giovanna Marturano (Piazza Bortolo Belotti 37/38) per parlare del voto e del futuro del Pd.

 

 

 

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