Oggi sono stati eletti il presidente (Mario Novelli – M5S), i vicepresidenti (Manuel Tiranti – M5S ed Emiliano Bono – FdI) e i segretari (Valerio Scamarcia – M5S e Cristiano Bonelli – Lista Marchini) del consiglio del III municipio di Roma. A tutti e tre faccio gli auguri affinchè possano fare il meglio per il nostro territorio. Tuttavia quanto accaduto merita qualche considerazione.
1) Per la prima volta la carica di presidente del consiglio municipale è stata contesa fra due esponenti dello stesso partito. Mario Novelli (M5S) ha raccolto 14 voti, Massimo Moretti (M5S) 10. A tutte le votazioni era assente il consigliere Cristiano Bonelli. Nella sostanza, quindi, la maggioranza della presidente Capoccioni ha perso almeno 2 voti dei 16 sui quali poteva contare. Mentre il consigliere anziano del M5S Massimo Moretti avrebbe ottenuto almeno tutti i voti delle opposizioni, più due voti provenienti dalle fila della maggioranza.
2) Sulla votazione per le vicepresidenze, tuttavia, si è consumata la spaccatura più clamorosa nella maggioranza pentestellata. Emiliano Bono di Fratelli d’Italia, infatti, ha raccolto ben 11 voti. Ben tre voti in più di quelli delle forze di opposizione. Dalla votazione sono inoltre usciti un voto nullo ed uno per il consigliere Massimo Moretti. Da questo dato matematico, quindi, si evince come la fronda nel M5S sia aumentata di altre tre unità nella seconda votazione. Infatti il vicepresidente del M5S Manuel Tiranti è stato eletto vicario con soli 11 voti, tre in meno del presidente Novelli e ben cinque voti in meno rispetto alla maggioranza di 16 che sostiene la Capoccioni.
3) Entro dieci giorni ci sarà il consiglio municipale per l’approvazione delle linee programmatiche della Presidente Capoccioni. Vista l’ampia fronda nella maggioranza (5 consiglieri su 16), qualora non si arrivi ad una ricomposizione politica, non sono da escludersi clamorose sorprese.
4) Sono molto rammaricato per la scelta del gruppo del Partito Democratico di non puntare al ruolo di vicepresidente dell’aula consiliare. Un ruolo istituzionale importante, che il Pd essendo arrivato al ballottaggio, avrebbe meritato. Per questa ragione mi auguro sinceramente che almeno la presidenza della commissione trasparenza possa andare ad un esponente del Partito Democratico. Un’eventualità che sarà possibile soltanto con l’accordo delle altre forze politiche di opposizione di centrodestra (Fdi e Lista Marchini). Il gruppo del Pd oggi ha votato a sostegno di Emiliano Bono alla vicepresidenza dell’aula, quindi è logico aspettarsi che lo stesso faranno i consiglieri di Fdi sulla commissione trasparenza. O almeno c’è da sperarlo.
p.s. accetto critiche e discussioni sul merito