Il borsino della settimana (12 settembre 2016)

raggi-grilloLa settimana che è passata ci ha regalato alcune conferme, ma anche sorprese inaspettate. Raffaele Marra è stato trasferito ad altro incarico, sarà il direttore del dipartimento risorse umane (quota 1.80). Ridimensionato anche lo stipendio di Salvatore Romeo (quota 1.20), soprattutto dopo i pareri di illegittimità sulla sua nomina forniti dall’Anac. È uscito di scena anche l’assessore in pectore al bilancio Raffaele De Dominicis, che non abbiamo fatto nemmeno in tempo a quotare. Francesco Totti (quota 1.50) spinge la sua Roma alla vittoria e rimane dopo vent’anni di attività un investimento sicuro come l’oro.

Tra le sorprese, quella più clamorosa, l’ha centrata la mia amica Alessia Vetro, che in un suo post di commento al borsino della settimana scorsa, aveva puntato sulle dimissioni del mini direttorio romano di Paola Taverna. Se avessi dovuto quotarlo, lo avrei dato almeno a 10. Quindi davvero una bella intuizione. Resiste invece l’assessore all’ambiente Paola Muraro, la cui quota di conseguenza sale un pochino. Almeno fino alla lettura delle carte dell’inchiesta che la riguarda.

Chi rischia:

Luca Cordero di Montezemolo – 1.40 – Il presidente del comitato olimpico Roma2024 già questa settimana potrebbe chiudere bottega. Il diktat di Beppe Grillo per il no alle Olimpiadi prelude quello della sindaca Raggi, che probabilmente verrà formalizzato questa settimana. Tra i mille incarichi non si annoierà di certo.

Diego Porta – 1.60 – Non cambia la situazione dell’attuale comandante dei Vigili Urbani di Roma, il cui incarico è stato prorogato fino al 31 ottobre. Vedremo se la Sindaca confermerà la scelta di Carlo Buttarelli quale suo sostituto, oppure il M5S riuscirà ad individuare un profilo diverso da imporre alla Raggi.

Paola Muraro – 3.50 – Ha respinto il primo assalto. Indiscrezioni giornalistiche raccontano che le sue dimissioni siano state respinte dalla Raggi, che in una telefonata con Di Maio riportata dal Fatto Quotidiano, la ritiene indispensabile. La Sindaca ha legato a doppio filo il suo futuro a quello dell’assessore all’ambiente.

Paolo Berdini – 4.00 – La sua quota scende, nonostante abbia incassato la revoca di Marra. Rimane aperto il caso Muraro, che l’assessore all’urbanistica Berdini proprio non digerisce. Nei prossimi giorni i casi Olimpiadi e Stadio della Roma lo metteranno al centro della mischia e vedremo quanto conta politicamente.

Roberto De Zerbi – 4.50 – Il neo tecnico del Palermo è passato dalla sconfitta per lo spareggio per la B al rifiuto dell’Ascoli. Dopo le incomprensioni con il Foggia, è arrivata la proposta del Palermo di Zamparini. Alla prima in casa, ieri, era squalificato. 3-0 dal Napoli ci sta, ma Zamparini lo conosciamo tutti. Non può sbagliare molto.

Virginia Raggi – 30.00 – In una settimana la Sindaca di Roma si è di molto indebolita. Ecco spiegato l’abbassamento di dieci punti per la sua quota. Le dimissioni o la defenestrazione da parte del M5S sono ancora lontane, ma l’aver accettato tutti i diktat di Beppe Grillo la mette in una pozione difficile, sopratutto perché con le dimissioni del mini direttorio romano, da adesso in poi, ogni errore sarà imputato soltanto a lei.

Chi spera:

Mario Canzio – 2.50 – Ex ragioniere dello Stato fino al 2013, è fra i papabili a ricoprire il delicato assessorato al bilancio della giunta Raggi. Epici i suoi scontri con i governi Berlusconi e Monti, ai quali negò l’attestazione di bontà per i conti pubblici di molte leggi di iniziativa parlamentare e governativa.

Donald Trump – 4.00 – Migliora ancora la quotazione del tycon repubblicano che non piace al Partito Repubblicano. Stavolta a dargli una mano è la sua stessa sfidante Hillary Clinton, che nel bel mezzo della campagna elettorale definisce i sostenitori di Trump “razzisti, sessisti, omofobia xenofobi e islamofobi”. Magari avrà pure ragione lei, ma non è mai una buona idea insulare gli elettori prima del voto.

Luigi Di Maio – 4.50 – Scendono di botto le quotazioni a candidato premier del M5S dell’enfant prodige pentestellato. Il caso Raggi lo ha indebolito, ma sopratutto ridicolizzato. Si può non capire bene il contenuto di una mail o leggere male i messaggi della Taverna e pretendere di ricoprire l’incarico di Presidente del Consiglio? Se lo sarà chiesto Beppe Grillo, che non a caso a Nettuno ha fatto chiudere al più lucido Alessandro Di Battista.

Federico Pizzarotti – 7.50 – Il ribelle sindaco di Parma si è tolto qualche sassolino dalla scarpa ed ha sparato a zero contro il direttorio nazionale, arrivando persino ad ipotizzare una sua candidatura per il Movimento. Ogni errore del M5S nazionale, è un punto in più per lui, che ha sempre criticato i “ragazzacci” pentestellati.

Antonio Di Pietro – 18.00 – “Che c’azzecca” con Roma. Solo l’amicizia con Beppe Grillo potrebbe catapultarlo nella giunta Raggi. Sarebbe uno spettacolo.
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