di www.roma2013.org
A sette mesi dalla sentenza del Tar del Lazio che aveva confermato le due note del Comune di Roma e la delibera della giunta Alemanno che annullavano il provvedimento di raggiunta intesa che per il commissario straordinario sostituiva il permesso di costruire, estromettendo il Salaria Sport Village dagli impianti pubblici sorti per i Mondiali di Nuoto, viene pubblicata la sentenza del Consiglio di Stato (n. 05799/2011) che ribalta il giudizio di primo grado. Questa decisione annulla la nota n. 1312 dell’11 giugno 2010 con la quale Roma Capitale ribadiva la propria competenza a rilasciare il titolo autorizzativo edilizio anche in presenza dei poteri di deroga commissariali, la nota n. QF1430 del 26 gennaio 2010 e la delibera di giunta n. 196 del 30 giugno 2010 dove non era stato incluso il Salaria fra gli impianti pubblici per i mondiali di nuoto. La sentenza non entra nel merito dell’altro importante ricorso, fermo al Tar del Lazio, presentato dall’associazione ambientalista Italia Nostra, che riguarda la validità delle ordinanze emesse dalla presidenza del consiglio dei ministri che hanno attribuito i poteri commissariali. Per questa ragione il vicepresidente del consiglio del IV Municipio Riccardo Corbucci, alfiere della battaglia contro gli abusi definisce l’intero procedimento “un bluff che non cambia il quadro probatorio e che serve soltanto a fornire un’arma al Salaria Sport Village da poter brandire al processo penale”.
Infatti la IV corte del Consiglio di Stato precisa di non poter entrare nel merito della validità delle ordinanze della presidenza del consiglio che anche questa volta si é costituita a fianco del Salaria Sport Village contro gli avvocati del Comune di Roma che hanno sempre asserito come “i provvedimenti in questione non fossero, come erroneamente interpretati dal TAR, di carattere provvedimentale, bensì di ricognizione”. In pratica senza una effettiva efficacia. Ed infatti nonostante questa sentenza non ci saranno cambiamenti della situazione attuale. Il consiglio di Stato ha semplicemente annullato gli atti, senza efficacia, del Comune di Roma.
La sentenza, tuttavia, avrà risvolti sul procedimento penale in corso. E’ sempre Corbucci a paventarlo in una nostra esclusiva intervista: “il Salaria potrà dire di avere un giudizio del tribunale amministrativo che interpreta le ordinanze della presidenza del consiglio a suo favore, mentre la Procura non potrà considerare nulle quelle ordinanze. É come se il processo, istradato correttamente, si trovi a poggiare su fondamenta di argilla”. E qui ci si chiede come mai sia arrivata prima la sentenza del Consiglio di Stato, rispetto alla sentenza da parte del Tar del Lazio sul ricorso che può dirimere l’intera vicenda. Infatti tutte le accuse della Procura si basano sul presupposto che il commissario delegato non potesse agire in deroga ai poteri commissariali, ma il tribunale amministrativo non ha ancora deciso se questo sia vero o meno. Esistono sentenze della corte di cassazione che limitano enormemente il potere di ordinanza. Sia per quanto riguarda la straordinarietà della stessa che la limitatezza temporale. L’esempio più lampante é la piscina prefabbricata che é stata calata nel centrale del tennis al Foro Italico. In quel caso l’emergenza é stata affrontata con un’opera che é poi stata eliminata. Non si vede cosa potrebbe avere di temporaneo, invece, il Salaria Sport Village che il tribunale giudica pubblico “semplicemente perché inserito nel piano delle opere per i Mondiali d Nuoto”. Fermo restando, ovviamente, il parere diverso dell’amministrazione comunale.
Di fatto, ad oggi, l’unica certezza è che, sempre citando dalla sentenza, “le opere realizzate non possono essere ritenute abusive fino a quando il titolo autorizzatorio rilasciato dal Commissario delegato, sul quale il Comune ha espresso la propria intesa, non venga annullato dal giudice amministrativo su ricorso di eventuali controinteressati”. Tutto il resto è fuffa. Fuffa che però potrebbe tornare utile al Salaria Sport Village durante il processo penale. Da qui ne consegue che il vero giudizio deve ancora avere luogo, e si tratta del giudizio in relazione al ricorso presentato da Italia Nostra.
A leggere la sentenza sembra che Governo e Salaria abbiano assestato uno schiaffo al Sindaco di Roma Alemanno, colpevole di aver aderito alle teorie della Procura, senza avere una sentenza di un tribunale amministrativo che avrebbe il potere di annullare il provvedimento di raggiunta intesa del commissario straordinario. Ma anche su questo Corbucci vede delle ombre “le due memorie di giunta di Alemanno sono inutile per stessa ammissione dell’avvocatura comunale come si legge dalla sentenza. Il Salaria Sport Village ha visto in poco meno di un anno due sentenze, una del Tar del Lazio ed una, la più attesa, del Consiglio di Stato. In queste sentenze si esula dal vero merito della questione e si parla d’altro. Si annullano questi due atti inutili di Alemanno che sarà quindi costretto, con la scusa della sentenza, a reinserire il Salaria Sport Village fra le strutture pubbliche per i mondiali di nuoto. Il tutto avrà l’unica conseguenza di fornire al Salaria pezzi di carta per il processo”. Il vicepresidente piddino vede quindi una strategia volta a salvare l’abuso del Salaria Sport Village che stasera segna un punto a suo vantaggio, il primo dopo una lunga serie di batoste. Una sentenza che verrà utilizzata in sede giudiziaria e sbandierata e propagandata ai quattro venti, ma che non entra nel merito.
Le ordinanze della presidenza del consiglio che difende Berlusconi e il Salaria Sport Village con i soldi dei contribuenti sono valide? Perché questa é la domanda. Il resto é la solita difesa ormai usata negli ultimi due anni. Il tutto avrebbe avuto molto più effetto se il Salaria avesse fatto ricorso contro le ordinanze della presidenza del consiglio per dirimere definitivamente la questione. Ma sarebbe stato difficile in quel caso avere gli avvocati della presidenza come parte in causa invece che come alleati. Meglio sacrificare Alemanno che di questi tempi va di moda. E magari salvare il Salaria Sport Village anche a costo di perdere popolarità e ferire giustizia e legalità. Tanto siamo in Italia e qualcuno deve pensare che tutto possa finire a tarallucci e vino. Ma Corbucci promette battaglia: “gli abusi del Salaria e della cricca sono un simbolo. Farli passar darebbe un colpo mortale alla credibilità del nostro Paese. Ora più che mai sono fiducioso che i cittadini non lo faranno passare, malgrado i tentativi della cricca di sopravvivere”.
INTERVISTA CON RICCARDO CORBUCCI, VICEPRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEL IV MUNICIPIO
Siamo in compagnia del vicepresidente del consiglio del IV Municipio Riccardo Corbucci che per primo nel dicembre del 2008 ha denunciato gli abusi edilizi del centro sportivo di Settebagni. Lo incontriamo per commentare la sentenza del Consiglio di Stato che avvolgere il ricorso del Salaria Sport Village contro due memorie di giunta dell’amministrazione comunale. Una vittoria per Anemone e soci?
Ci aspettavamo una sentenza di questo tipo dal consiglio di Stato presieduto da Pasquale De Lise, viste le cronache dei giornali che avevano relazionato sui rapporti fra lui e l’imprenditore Diego Anemone. Tuttavia la sentenza é corretta giuridicamente ed amministrativamente, ma é sbagliata la domanda che é stata posta al tribunale amministrativo.
In che senso?
Questo ricorso presentato dal Salaria Sport Village contro due delibere di giunta del Comune di Roma é stato un bluff fin dall’inizio. La sentenza non cambia una virgola del quadro probatorio e del processo penale. Serve soltanto a dare al Salaria un’arma in mano da brandire contro le accuse della Procura.
Che differenza c’é fra questo ricorso e quello presentato da Italia Nostra?
Questo ricorso era contro due delibere che la stessa amministrazione Alemanno definisce ricognitive e non certo prescrittive, quindi prive di valore impositivo che nel accogliere le motivazioni della Procura dichiarava nullo il provvedimento di raggiunta intesa che il commissario straordinario aveva emesso in sostituzione del permesso di costruire e di conseguenza definiva non pubblico l’impianto del Salaria Sport Village. Il Consiglio di Stato, ribaltando la sentenza del Tar che dava ragione a Roma Capitale, senza entrare nel merito dei reali poteri di ordinanza ha deciso di annullare questi due atti. Che però già non avevano alcun valore.
Per quale motivo allora?
Per eludere la vera questione. Il ricorso fermo al Tar da due anni, presentato da Italia Nostra e dai comitati di quartiere, chiede invece l’annullamento delle ordinanze del Presidente del Consiglio e i conseguenti atti commissariali che sono il presupposto che ha consentito l’edificazione del Salaria Sport Village. Su questo il tribunale amministrativo deve pronunciarsi perché noi siamo convinti che il Presidente del Consiglio e il commissario straordinario abbiano abusato dei poteri di ordinanza e di deroga. Circostanza che a mio avviso viene confermata anche nelle premesse dell’attuale sentenza del consiglio di Stato che espressamente afferma di non poter entrare nel merito della validità delle ordinanze. Tutto il resto sono chiacchiere che serviranno ai legali del Salaria durante il processo penale.
Si spieghi meglio.
Questa sentenza del consiglio di Stato afferma che stando alle ordinanze della presidenza del consiglio, prendendole per buone in attesa del pronunciamento del tribunale amministrativo, il commissario straordinario aveva il potere di derogare alle vigenti normative urbanistiche, emendando un provvedimento in grado di sostituire il permesso di costruire. Inoltre sempre stando a quelle ordinanze il Salaria, pur essendo privato, sarebbe pubblico soltanto perché inserito all’interno del piano delle opere per i Mondiali di Nuoto. Nulla di nuovo rispetto a quanto già affermato dai legali della presidenza del consiglio e del Salaria Sport Village, anche questa volta a braccetto in udienza. La vera questione é proprio la validità delle ordinanze.
Secondo voi non sono valide?
Esattamente. La legislazione in materia di ordinanze prevede che queste abbiano carattere di emergenza, straordinarietà e siano limitate nel tempo e nello spazio. Anche se i grandi eventi sono stati inseriti in questa fattispecie, in realtà per rientrarvi realmente sarebbero dovuti permanere rischi derivati da eventi determinati dalle decisioni dell’uomo. Anche usando grande fantasia non vedo rischi nei mondiali di nuoto se non quelli derivati dalla costruzione di un cubo di cemento in zona esondabile vicino al Tevere.
Cosa intende per limitati dal tempo?
Interventi come sono stati fatti per i mondiali di nuoto, dove si é calata una piscina prefabbricata all’interno del centrale del tennis. Quello é stato un intervento d’emergenza e limitato nel tempo. Anche in questo caso, peró, non si evidenziano rischi, ma soltanto ritardi nell’organizzare l’evento. L’utilizzo della protezione civile per bypassare le regole e le amministraIoni ha generato gli affari della cricca e trovo vergognoso che la presidenza del consiglio spenda soldi pubblici per difendere in giudizio le ragioni del Salaria Sport Village che non ha nemmeno pagato un euro di oneri concessori.
Cosa succederà ora?
L’unico effetto é che si bloccherà l’iter per la demolizione avviato dall’amministrazione municipale, a seguito della memoria di giunta di Alemanno. Il consiglio di Stato ha osservato correttamente che non deve essere il Sindaco a definire nullo il provvedimento di raggiunta intesa.
Chi deve farlo?
Il Tar del Lazio esprimendosi nel merito del ricorso contro le delibere commissariali di Berlusconi.
E il processo penale?
Andrà avanti e in quella sede i legali del Salaria proveranno ad usare questa sentenza come arma contro la Procura che senza il pronunciamento del Tar sulle ordinanze della presidenza del consiglio avrà un fianco scoperto.
Cioè?
Il Salaria potrà dire di avere un giudizio del tribunale amministrativo che interpreta le ordinanze della presidenza del consiglio a suo favore, mentre la Procura non potrà considerare nulle quelle ordinanze. É come se il processo, istradato correttamente, si trovi a poggiare su fondamenta di argilla.
A leggere la sentenza sembra che il Governo abbia dato uno schiaffo al Sindaco Alemanno.
Non mi trova d’accordo. Il sindaco ha provato da sempre a sanare questi abusi, sbagliando costantemente gli strumenti amministrativi in suo possesso. Credo, invece, che questa messa in scena possa essere concordata fra Governo, amministrazione e Salaria Sport Village.
Non le pare di esagerare.
Le due memorie di giunta di Alemanno sono inutile per stessa ammissione dell’avvocatura comunale come si legge dalla sentenza. Il Salaria Sport Village ha visto in poco meno di un anno due sentenze, una del Tar del Lazio ed una, la più attesa, del Consiglio di Stato. In queste sentenze si esula dal vero merito della questione e si parla d’altro. Si annullano questi due atti inutili di Alemanno che sarà quindi costretto, con la scusa della sentenza, a reinserire il Salaria Sport Village fra le strutture pubbliche per i mondiali di nuoto. Il tutto avrà l’unica conseguenza di fornire al Salaria pezzi di carta per il processo.
Non crede proprio alle coincidenze.
Quando si tratta del Salaria Sport Village credo a quello che ho visto con i miei occhi. Un sistema gelatinoso che arriva ovunque. Ma che non deve dimenticare che noi siamo ancora qui. Più combattivi che mai a difendere il principio di giustizia e legalità. Il futuro del nostro Paese passa anche attraverso questo simbolo a Settebagni. L’impunità contro questo abuso, simbolo dei nostri tempi, metterebbe la parola fine alla credibilità del nostro Paese. Ora più che mai sono fiducioso che i cittadini non lo faranno passare, malgrado i tentativi della cricca di sopravvivere.