Salaria Sport Village, Corbucci (Pd): “gli uffici tecnici smentiscono parole di Morandi alla Voce”

da www.roma2013.org di Enrico Pazzi

Copia della determina dirigenziale del 9 maggio 2011 che intima la sospensione di ogni ulteriore attività edilizia al Salaria Sport Village
Il 17 giugno scorso in un’intervista al giornale locale “La Voce del Municipio”, Stefano Morandi neo presidente del Salaria Sport Village, alla domanda dell’editore del giornale Nicola Sciannamè sulla circostanza che si continuasse a lavorare nel cantiere, nonostante i sigilli apposti dalla magistratura, aveva risposto: “abbiamo avuto regolari autorizzazioni dalla Procura della Repubblica per mettere in sicurezza il cantiere e per procedere ad interventi di manutenzione della struttura“. A quelle dichiarazioni, giunte a tre anni dallo scandalo degli abusi edili per i Mondiali di Nuoto 2009, aveva risposto Riccardo Corbucci, vicepresidente del consiglio del IV Municipio, citato per la vicenda dei poteri ai commissari straordinari anche nel nuovissimo libro “Le mani sulla città”, dell’urbanista Paolo Berdini e del giornalista di Liberazione Daniele Nalbone. Nella sua replica (leggi qui), Corbucci aveva l’intento di smontare le dichiarazioni di Morandi, dimostrando come il Salaria Sport Village non soltanto non fosse ancora in sicurezza, visto che “l’intervento risulta compreso nella zona A, caratterizzata da costante rischio di esondazione del fiume Tevere, nella quale è vietata qualunque attività di trasformazione dello stato dei luoghi”, ma che il Tar del Lazio con sentenza n 906 del 1 febbraio 2011 (leggi qui) lo avesse già considerato “privo del titolo edilizio e quindi allo stato abusivo“.

La cartina con le zone A e B di esondazione del Tevere. Il Salaria Sport Village ricada in zona A (quella azzurra)

A completamento di quanto già esposto, il vicepresidente Riccardo Corbucci ha reso noto questa mattina un documento ufficiale, emesso il 9 maggio del 2011 a firma dell’ufficio tecnico del IV Municipio, nel quale si ingiunge “l’immediata sospensione da ogni ulteriore attività edilizia di opere in difformità dalle norme di legge e di regolamento ovvero di opere conformi alle norme urbanistiche ma in assenza di titolo abilitativo“. In sostanza il 6 aprile scorso gli uffici tecnici, per dare seguito alla sentenza del Tar del Lazio, hanno effettuato un accertamento tecnico in seguito al quale alla Società Sportiva Romana s.r.l., proprietaria del Salaria Sport Village, è stato ingiunto di sospendere immediatamente i lavori edili in corso.

Questa decisione è stata firmata il 9 maggio scorso e subito notificata ai legali rappresentanti del Salaria Sport Village. “Appaiono quindi incredbili le dichiarazioni rilasciate dal Morandi alla Voce del Municipio il 17 giugno scorso” commenta Corbucci “delle due l’una: o il Presidente del Salaria Sport Village non era al corrente della sospensione degli ulteriori lavori abusivi che sti stavano realizzando nonostante i sigilli, oppure semplicemente ha raccontato una cosa non vera“. Infatti la determina dirigenziale parla chiara e ingiunge “l’immediata sospensione dei lavori edilizi“.

Per la prima volta, poi, l’ufficio tecnico mette nero su bianco l’entità dell’edificazioni realizzate senza il titolo edilizio e quindi abusive.

A) Area di mq. 2000 circa adibita a pacheggio privato;

B) Un fabbricato di metri 100X70 altezza metri 16 composto da: piano interrato, piano terra contenente una piscina di metri 50X25, primo e secondo piano e piano di copertura con vano scala, ascensore, locali tecnici e chiostrina di copertura per la piscina;

C) Un fabbricato di metri 70X40 altezza metri 10 composto da: piano seminterrato, piano terra contenente una piscina di metri 25X12,5, primo piano e terrazzi di copertura su cui sono collocati impianti di areazione. Tunnel di collegamento con la struttura B di metri 50X4 per un’altezza di metri 2,80;

D) Un manufatto di metri 18,70X8,50 altezza metri 4;

E) Un manufatto di metri 17,60X6,50 altezza metri 4;

F) Piscina di forma ellittica irregolare di metri 30X13,50;

G) Sopraelevazione su un preesistente manufatto con struttura in ferro di circa metri 35X12 altezza 4 metri e copertura in lamiera recata.

Tutti questi abusi erano già stati rilevati anche nel verbale di sequestro preventivo eseguito il 29 maggio del 2009, da in cui al Salaria vennero apposti i sigilli. Al Salaria viene contestato l’art. 31 del DPR n. 380/2001 che prevede, qualora le opere fossero dichiarata definitivamente abusive, la demolizione o l’eventuale acquisizione al patrimonio pubblico qualora vi siano “prevalenti interessi pubblici e sempre che l’opera non contrasti con rilevanti interessi urbanistici o ambientali“. In questo senso prosegue la raccolta di firme per il Salaria Sport Village pubblico. “Abbiamo superato quota mille in un mese” spiega Corbucci che non nasconde però qualche timore per il pronunciamento del ricorso al Consiglio di Stato del 30 giugno prossimo. “Ci troveremo di nuovo di fronte Pasquale De Lise, presidente del Tar del Lazio ai tempi della prima bocciatura dei ricorsi dei comitati“.

Il 30 giugno, quindi, la parola passerà al Consiglio di Stato che si dovrà esprimere sulla sentenza del Tar del Lazio, mentre prosegue il processo a Roma per gli abusi edilizi commessi per i Mondiali di Nuoto Roma 2009. Una battaglia ancora molto aperta, nella quale permane il silenzio assordante della politica romana che come scrive Nalbone nel suo libro è passata dal “modello Roma di Veltroni, al laboratorio Roma di Alemanno. Anche se il cemento è rimasto sempre lo stesso“.

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