Questi giorni sono molto difficili. Stiamo discutendo dalla fine di agosto del cambio di destinazione d’uso di 55 mila metri cubi di cemento da commerciale a residenziale di Piazza Minucciano al Nuovo Salario. Un luogo che si trova a poche centinaia di metri dal circolo del Partito Democratico al quale sono iscritto da anni. Un territorio, quindi, che conosco molto bene e di cui mi sono ben chiare le criticità legate al traffico e alla viabilità. Sono da sempre stato contrario a questo intervento, fin dal 2006, la prima volta in cui ci venne prospettato dall’allora amministrazione Veltroni. Ho votato contro anche quando ce lo presentò Gianni Alemanno. E farò lo stesso adesso che è Ignazio Marino a riproporcelo. Cambia il cuoco, ma la ricetta è sempre la stessa. La mia decisione è anche frutto della debolezza politica con cui Roma Capitale sta facendoci calare alcune scelte, fatte senza tenere conto del confronto necessario con la cittadinanza (leggi la mia intervista sulla Quarta).
Piazza Minucciano non è l’unica scelta che ritengo sbagliata. C’è anche quella sulla chiusura autoritaria e senza concertazione della Tangeziale Est dopo le 23, con uscita obbligata su via Nomentana. Una scelta che sta aumentando il traffico nei nostri quartieri e che ha soltanto spostato il problema del rumore dal II al nostro municipio. Potrei anche aggiungere i 100 mila euro che mancano in bilancio sul servizio saish scuola, per garantire il sostegno ai bambini con disabilità. La questione, quindi, è di metodo. Non può essere che il Campidoglio decida senza confronto ed il municipio esegua, rimanendo silente. C’è bisogno, dopo un anno, di dare un segnale forte a Roma Capitale.
Dopo la riunione di ieri a Piazza Minucciano (link a Romapost), è cresciutà ancora di più la necessità di chiedere ai miei colleghi di maggioranza di riflettere ulteriormente sul voto che dovremmo esprimere martedì 30 settembre alle ore 16.00 nell’aula consiliare di Piazza Sempione 15. Come già ho detto ieri in assemblea alla Majorana, abbiamo ereditato una situazione disastrosa. Chi c’era prima di noi, 15 anni fa, ha svenduto il nostro territorio pezzo a pezzo. Per questo sono contrario a nuovo cemento in ogni quartiere, poichè in questi anni si sono fatte tante abitazioni, ma non le opere pubbliche che sarebbero servite a migliorare la qualità della vita dei nostri cittadini. Il presidente del municipio Paolo Marchionne ha giustamente lasciato libertà di voto su questa decisione. Ogni singolo consigliere potrà scegliere in coscienza cosa fare. Io ho sempre espresso parere negativo e rimango sulle mie posizioni. Martedì spero che i miei colleghi, dopo aver ascoltato i cittadini, facciano la scelta che vuole il territorio. Perchè è ai cittadini che noi rispondiamo prima di tutto.