Questa settimana sono due anni di Oddio è lunedì. Una rubrica arrivata al 98esimo appuntamento e sulla quale con tanti di voi ragioniamo settimanalmente, quando tutti riprendiamo le nostre attività quotidiane dopo il fine settimana. Ho la necessità profonda di ringraziare ognuno di voi. I tantissimi che malgrado ogni previsione, complice la lunghezza degli articoli, leggono questa rubrica e mi stimolano le riflessioni per la settimana successiva. Ma anche i tanti che, ne sono sicuro, avranno silenziato la chat di whatsApp dove gli arriva e che tuttavia non smettono di far accendere la spunta blu della ricezione del messaggio. Quelli che mi rispondono ogni volta con una frase diversa e quelli per i quali il buongiorno settimanale assieme è diventata ormai un’abitudine. I pochi ma buoni che mi prendono in giro e quelli che mi scrivono preoccupati quando vedono che l’articolo arriva in ritardo. Chi mi conosce è consapevole che per me scrivere è importante quanto l’impegno politico. Non riuscirei a fare con passione quello che faccio, se non lo potessi raccontare e condividere con le tantissime persone con le quali in questi anni abbiamo camminato assieme.
Sono stati due anni incredibilmente impegnativi e vissuti sempre di corsa. Dalla sconfitta referendaria del 4 marzo alle dimissioni del nostro Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Dalle tragedie internazionali alle grandi sconfitte della sinistra in tutto il mondo. Dalla speranza del Lingotto 2018 alle primarie per la segreteria del Partito Democratico fra Renzi ed Orlando. Dallo struggente addio al calcio di Francesco Totti alla trionfale cavalcata di Emmanuel Macron in Francia, fino alla morte del boss della mafia Totò Riina. E poi ancora il congresso del Partito Democrato di Roma con l’elezione di Andrea Casu, il ritorno del festival dell’Unità a Testaccio e l’impegno del governo guidato da Paolo Gentiloni. Abbiamo vissuto la dolorosa sconfitta alle elezioni politiche con le conseguenti nuove dimissioni di Renzi da segretario democratico. Una delusione profonda, soltanto parzialmente mitigata dalla soddisfazione per la riconferma di Nicola Zingaretti alla Regione Lazio e per la straordinaria vittoria nel III e nell’VIII Municipio di Roma.
Infine le dimissioni di questa settimana del segretario Maurizio Martina e nel weekend la tragedia di Casteldaccia, dove per l’ennesima volta la furia della natura ha messo in luce la tragedia dell’abusivismo edilizo coperto dai condoni. Un anno e mezzo di governo nazionale e nel Lazio. Due anni di opposizione a Roma. Pochi mesi per rendersi conto di come il M5S e la Lega siano alleati naturali di governo, poichè condividono la stessa visione populista e destrorsa del mondo. Proprio nelle ore della tragedia, il ministro dell’Interno Matteo Salvini e il Presidente del consiglio Giuseppe Conte non hanno perso l’occasione per tacere. Il primo è il padre del condono, ma ha avuto l’ardire di prendersela con l’ambientalismo da salotto. Il premier, invece, ha dimostrato di non aver capito proprio nulla di quanto accaduto, spiegando come le vite umane vengano prima dei vincoli ambientali. Non sono gli “intralci burocratici” a provocare le tragedie, ma l’edilizia abusiva e pericolosa che il suo governo vorrebbe condonare. Ancora una volta le vittime vengono usate come strumento politico. Contro questi demagoghi il Partito Democratico ha il dovere di interpretare un’opposizione ferma, in grado di lavorare per costruire nell’unità delle altre forze di sinistra l’alternativa di cui il Paese ha bisogno.
Oggi inizia il conto alla rovescia per la sentenza che interessa il processo per falso in cui è imputata Virginia Raggi. Per quanto mi riguada la Sindaca non dovrebbe dimettersi per una sua eventuale condanna, ma per l’assoluta incapacità di amministrare la città. Roma ormai si allaga ogni volta che scende una pioggia battente. Tuttavia non era mia successo che dal cielo piovessero addirittura gli alberi. La mancanza di manutenzione sulle potature, in aggiunta a quella di spurgo delle caditoie, hanno trasformato Roma in una piscina a cielo aperto ogni qualvolta sopraggiunga un temporale. Siamo arrivati all’assurdo di veder chiudere le scuole per due giorni consecutivi, un provvedimento che ha causato disagi enormi per le famiglie. Una decisione assunta non certo per salvaguardare l’incolumità e la sicurezza dei piccoli, ma semplicemente perchè non è più possibile trovare un dirigente del Comune di Roma disposto ad assumersi una qualsivoglia responsabilità.
Il caso della spiaggia Tiberis ha mostrato ancora una volta come la Sindaca non sia in grado nemmeno di avere le necessarie autorizzazioni previste dal codice dei beni culturali, per ottenere il rilascio della concessione dell’area sulla quale questa estate si è discusso moltissimo. L’atteggiamento di Virginia Raggi è insopportabile, perchè mostra una congenita predisposizione alle menzogne. Sabato alcuni avranno l’ardire di manifestare in Campidoglio a sostegno della Sindaca. Sarebbe davvero interessante capire quanti romani veri vi parteciperanno. Soprattutto perchè a contestare Virginia, oltre alle opposizioni democratiche, si è ormai stabilmente aggiunta la Lega di Matteo Salvini. Il Ministro degli Interni già pregusta il primo candidato leghista per Roma, nonostante la scorsa settimana sia stato accolto dai fischi a San Lorenzo. A lui e alla Raggi chiediamo, ad esempio, di mettere in campo rapidamente iniziative, in grado di implementare quelle già intraprese in II Municipio, per affiancare ai servizi di ascolto e orientamento già previsti a stazione Tiburtina, improcrastinabili azioni concrete di decoro e ripristino della legalità e della sicurezza dei cittadini. La politica degli slogan è soltanto una bufala. I problemi si risolvono con le azioni della politica. Bene hanno fatto in questo senso i consiglieri del II municipio nell’istituire una cabina di regia per gli interventi previsti nel quadrante della stazione Tiburtina, che avrà proprio il compito di rendere protagonisti Istituzioni e cittadini, istituendo una governance condivisa e trasparente sui progetti e le trasformazioni che interessaranno quel territorio.
Questa settimana si è svolto il congresso del Partito Democratico del Lazio, che si concluderà con le primarie aperte a tutti del prossimo 25 novembre. Sono stati dieci giorni intensi, durante i quali il Partito Democratico di Roma ha fornito una buona prova di organizzazione, grazie al lavoro volontario di centinaia di donne e uomini che hanno consentito a migliaia di iscritti di poter esprimere il proprio voto per l’elezione del segretario regionale del Lazio e la propria opinione sui referendum sul trasporto pubblico del prossimo 11 novembre. Il Partito Democratico di Roma è un partito serio, che dopo il necessario periodo di commissariamento, grazie alla segreteria di Andrea Casu ha imboccato una strada di ricostruzione e risanamento. Per questa ragione ho sofferto per le polemiche strumentali di questi giorni, relative al tesseramento anomalo di tre sezioni del VII Municipio. Il Pd di Roma ha sette mila iscritti veri e certificati, che pagano regolarmente ai propri segretari municipali la tessere più costosa d’Italia. Lo fanno per contribuire a risanare il debito ereditato dalle passate gestioni e mantenere aperte le sezioni sul territorio.
Da due anni, infatti, l’iscrizione al Pd Roma ha un costo di 30 euro, il doppio che nel resto delle Province del Lazio ed è completamente tracciabile per mezzo di bonifici bancari, uno strumento di trasparenza che consente alla Federazione di Roma di poter verificare in tempo reale la validità delle iscrizioni e di individuare e impedire eventuali tentativi di inquinamento. Sono regole che valgono per tutti ed è quindi giusto che la commissione di garanzia del Pd Lazio abbia confermato quanto deciso dal partito locale del VII municipio. Ancora prima del risultato di un congresso quello che conta è la serietà e la correttezza che tutti dobbiamo ai nostri iscritti ed elettori. La comunità democratica è forte e viva, come a San Lorenzo, dove la scorsa settimana siamo stati ad una bellissima cena di sottoscrizione a sostegno della storica sezione del II Municipio. Un congresso si è appena concluso, è il momento migliore per iscriversi al Pd e per partecipare attivamente alla vita politica della sezione che abbiamo vicino casa.