Oddio è lunedì #62 – l’alternativa a truffatori e populisti

Ieri mattina i tanti presenti all’Auditorium del Massimo dell’Eur hanno accolto con grandissimo calore il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi. C’erano tantissime persone che sventolavano le bandiere del Partito Democratico. Una mobilitazione, quella di Roma, che lo stesso segretario ha definito, durante la trasmissione Mezz’ora in più, “quasi commovente“. In un’ora di intervento, Renzi ha ribadito molti dei risultati conseguiti dai governi democratici, illustrando anche alcune delle proposte che vorremmo realizzare (clicca qui), per continuare il percorso di crescita imboccato negli ultimi anni. Renzi ha esortato la platea a mostrare l’orgoglio democratico di chi riconsegna al voto degli italiani un Paese in ripresa rispetto a cinque anni fa, quando il Sole 24 ore titolava “Fate presto“. La nostra memoria corta, troppo spesso, ci condanna.

Soprattutto perchè l’alternativa al Partito Democratico sono il populismo razzista di Matteo Salvini e l’incompentenza al potere di Luigi Di Maio. Per questa ragione un appello sincero deve essere fatto soprattutto a quelli che il Pd hanno perplessità a votarlo, rivolgendo lo sguardo verso quei compagni che se ne sono andati. A loro deve andare sempre il nostro rispetto ed in molti casi anche l’affetto per aver condiviso assieme tante battaglie. Tuttavia nel delicato momento che stiamo vivendo, un voto alla sinistra radicale o al partito di Massimo D’Alema significa portare Salvini più vicino a Palazzo Chigi, dando una mano alla destra razzista e populista. Dare meno forza al Partito Democratico rischia di darla vinta ancora una volta a Silvio Berlusconi e ai suoi amici. Una destra sempre divisa su tutto, ma mai sulla spartizione del potere e delle poltrone.

Mentre la destra polemizza al suo interno per decidere chi sarà il capo, quelli del M5S stanno vivendo uno psicodramma collettivo. Quando erano fuori dai palazzi della politica si professavano duri e puri, gli onesti con l’h davanti, i censori della casta. Una volta entrati in Parlamento ed in alcune amministrazioni comunali si sono riscoperti improvvisamente garantisti, soprattutto quando l’avviso di garanzia colpiva uno di loro. La gogna per gli altri, l’indulgenza per se stessi, un tratto genetico ereditato da certi regnanti dell’Ottocento. Poi arrivò la Maria Antonietta de’ noantri, quella Virginia Raggi sindaca di Roma, per la quale il movimento ha dovuto persino cambiare i propri regolamenti interni, per evitare che venisse dimissionata dal sacro blog ancora prima di cominciare. Le cronache di questi giorni, infine, ci consegnano un movimento di truffatori, composto da parlamentari che fingevano di restituire una parte dei propri lauti stipendi, annullando di notte il bonifico che disponevano di giorno.

Mentre Di Maio è impegnato a ricontrollare gli scontrini e i bonifici, quello che emerge è un quadro sconcertante. C’è la deputata riminese che denuncia in Procura l’ex fidanzato, reo di averla derubata. Peccato fosse stata proprio lei ad assumerlo come assistente parlamentare, assegnandogli il delicato compito di predisporre i bonifici di restituzione delle somme destinate al fondo del microcredito. C’è l’Eurodeputato che annuncia, subito dopo lo scandalo, di aver lasciato il M5S per poter aderire ad un nuovo progetto politico che si occuperà di imprenditori e risparmiatori. Lui che dei propri risparmi, evidentemente, se ne è occupato assai bene. C’è poi anche la grillina di Civitavecchia, ad un’ora da Roma, che si è fatta rimborsare 12 mila euro in due mesi per l’alloggio. Fra qualche giorno sapremo a quanto ammonta ufficialmente il numero dei truffatori. Così finalmente avremo la percentuale delle mele marce grilline rispetto a quelle degli altri partiti.

Nel frattempo, tuttavia, la cronaca nera ci sta facendo conoscere i candidati pentastellati per il prossimo Parlamento. Anche in questo caso il campionario è variegato. Si scopre così che l’eroe nazionale Gregorio De Falco, celebre per aver coloritamente esortato l’ex Comandante Francesco Schettino a risalire a bordo della Costa Concordia, potrebbe avere doti non particolarmente edificanti. Quantomeno stando al racconto della moglie, che rivolgendosi alla polizia di Livorno avrebbe raccontato come il marito abbia alzato le mani contro di lei e la figlia appena maggiorenne, durante un pesante diverbio familiare. Un’azione compiuta in uno stato di alterazone non meglio precisato. Secondo il diretto interessato la lite ci sarebbe stata, ma non nei termini riportati dalla consorte. Sulla violenza contro le donne non si scherza, nemmeno se sei un candidato improbabile dei cinque stelle. Speriamo la signora denunci, così da poter accertare la verita sulla vicenda.

Rimane candiato e probabilmente eletto, nel collegio di Latina, anche Emanuele Dessi, quello di “Balla con gli Spada“, che sui social si vantava pure di picchiare un ragazzo rumeno per futili motivi. Dalla millanteria social alla realtà, tuttavia, il passo è davvero breve. Capita così che la scorsa settimana, un consigliere municipale del M5S del VI Municipio sia venuto alle mani con un genitore di un ragazzo disabile, presente ad una riunione sull’utilizzo dell’ex plesso scolastico di via Berneri a Torre Spaccata, utilizzato fino a poco tempo fa dalla Consulta Handicap (clicca qui). Quando mancano il dialogo e la politica, si finisce per degenerare nello scontro verbale e fisico.

Nel frattempo a Roma si è passati dalla scroccopoli ad assegnopoli, come segnalato dal delegato alla Casa del Pd Roma Yuri Trombetti. Soltanto così si può giustificare l’assegnazione alla famiglia Spada di una casa popolare occupata dal 2001, mentre rimane chiusa da un anno la palestra della legalità. Ancora una volta il patrimonio pubblico viene affidato senza alcun controllo ed umiliando chi aspetta un alloggio da anni. Chi amministra Roma non è più in sintonia nemmeno con gli attivisti del M5S, che ormai contestano ovunque i propri rappresentanti politici. In tanti assisteranno mercoledì 21 febbraio dalle 13.30 al consiglio municipale, nel quale si discuterà la mozione di sfiducia nei confronti della Presidente del III Municipio Roberta Capoccioni. I consiglieri di opposizione sacrificheranno il proprio ruolo istituzionale, per consentire ai cittadini di poter votare nella prima tornata elettorale utile. L’auspicio è che Montesacro possa tornare al voto già a giugno con l’VIII municipio.

Problemi seri, inoltre, ci sono anche in V municipio, dove la base grillina è ormai sgretolata, a causa dell’assenza dei consiglieri e degli assessori che disertano i meet-up e gli info point. In sostanza dopo essere stati eletti, gli ex cittadini del M5S si sono accomodati sulle poltrone, diventando consiglieri ed assessori e da allora sono scomparsi. Esattamente come la Sindaca Virginia Raggi e i suoi assessori. Situazione analoga anche in XII municipio, dove la Presidente Silvia Crescimanno, “casualmente” anche moglie del presidente della commissione ambiente in Campidoglio Daniele Diaco è stata addirittura disconosciuta dai militanti. Una situazione disastrosa che spiega l’incredibile degrado in cui è sprofondata la città.

Una capitale in cui la voce della Raggi non si sente nemmeno più, tanto è ininfluente e dove la Pravda della Sindaca, la newsletter di propaganda grillina in Campidoglio, è stata sospesa dall’Agcom per il periodo della campagna elettorale. In sostanza la Sindaca usava il canale istituzionale del Comune di Roma per la propria propaganda e per quella del suo partito. Chissà cosa penseranno adesso i tanti leoni da tastiera grillina che nei mesi scorsi, rispondendo alla mia rubrica, giustificavano i fondi pubblici spesi dalla Sindaca per informare i romani. Solo loro non si erano accorti che si trattava di uno strumento di propaganda, pagato con i soldi dei cittadini. Delle due l’una: ingenui o in malafede? In entrambi i casi farebbero bene a scrivere meno sui social e a leggere più giornali seri, quelli in cui i giornalisti con il tesserino danno conto di quanto accade veramente a Roma.

p.s la notizia più bella delle Olimpiadi invernali di PyeongChang 2018 è la felicità del freestyler americano Gus Kenworthy. L’atleta statunitense è arrivato dodicesimo. Nulla a che vedere con la gioia per l’argento olimpico di Sochi si potrebbe pensare ed invece lui era felicissimo, perchè aveva potuto finalmente festeggiare con un bacio al suo ragazzo davanti alle telecamere della Nbc. Lo sciatore aveva dichiarato la propria omosessualità nel 2015 e da allora è diventato un noto sostenitore dei diritti degli omosessuali. Le sue parole mi hanno profondamente colpito, così come la sua gioia e quella della madre, che lo ha aspettato all’arrivo tra il pubblico con una bandiera arcobaleno al collo.

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