La politica può fare danni incalcolabili, quando è affidata agli irresponsabili. E’ quanto sta avvenendo tra Spagna e Catalogna, dove il premier Mariano Rajoy ha emesso il decreto con il quale il Governo di Spagna assume le funzioni e le competenze che corrispondono al presidente della Generalitat della Catalogna, come previsto nello statuto di autonomia. Di fatto è l’avvio del commissariamento della Regione, nell’ambito dell’articolo 155 della Costituzione, la cui applicazione è stata approvata venerdì dal Consiglio dei ministri e ratificata dal Senato di Madrid. La decisione di destituire Carles Puigdemont è sacrosanta, poichè quando si usa il popolo contro la Costituzione, si è già con un piede nell’eversione. Si è compiuto quel passo giuridico, che si sarebbe probabilmente potuto fare anche prima del referendum, evitando le azioni delle forze dell’ordine e limitandosi ad applicare i poteri costituzionali. Le Costituzioni esistono proprio per arginare despoti, novelli dittatori e presunti libertadores. La potenza delle parole condivise, inserite nelle carte costituzionali, rappresentano l’unico argine al conflitto e alla violenza. Il 21 dicembre prossimo la Catalogna andrà a nuove elezioni, c’è da augurarsi che il governo riesca a spiegare al popolo la gravità e i rischi di quanto accaduto.
Cosa c’entra Anna Frank con gli stadi? La verità è che non c’entra assolutamente nulla, perché la storia di Anna merita un rispetto e un’attenzione, che un luogo ludico quale lo stadio non può per sua natura offrire. Per questa ragione ritengo che la decisione della Federcalcio di far leggere un brano tratto dal diario di Anna, prima dell’inizio delle partite del turno infrasettimanale della seria A, sia servita davvero a poco, se non a dimostrare come molte delle frange più estreme delle tifoserie di tutta Italia, seppur divise dalla fede calcistica, spesso si ritrovino unite in quella verso una politica estremista di destra. Una constatazione piuttosto banale, che si aggiunge alle dichiarazioni sulla percentuale del 27% di abbonati in curva sud con precedenti penali, rilasciate nel maggio scorso in commissione antimafia, dal capo della polizia Franco Gabrielli .
Dalle frange più estreme delle curve degli stadi viene cooptata la maggior parte della militanza dell’estrema destra. Non è un segreto e non è nemmeno una novità di questi ultimi anni. Per questo motivo trovo illogico e persino superficiale immaginare, che agli adesivi di Anna Frank con indosso la maglietta della Roma, le Istituzioni possano anche solo pensare di aver dato una risposta credibile, limitandosi alla lettura di un minuto di un breve periodo del libro di Anna, prima dell’inizio delle partite. Soprattutto perché si è consentito ad altri idioti, nei vari stadi d’Italia, di replicare il gesto di un manipolo di fascistelli, ai quali le migliaia di tifosi perbene della Lazio non dovrebbero nemmeno essere accostati.
Da sempre c’è chi si reca allo stadio semplicemente per tifare una passione sportiva e chi, invece, usa un luogo simbolico per tutti noi, al solo fine di trarne un vantaggio politico ed a volte persino economico. Non servono, quindi, degli interventi spot, sul tema fondamentale della memoria condivisa della tragedia del nazi-fascismo e dell’olocausto. Al contrario sarebbe utile promuovere percorsi didattici costanti nelle scuole, per ricostruire il valore della memoria, magari imponendo alle società di calcio di mettere a disposizione i propri tesserati quali testimonial, da affiancare a chi ha il compito di educare i ragazzi ai valori del rispetto, dell’uguaglianza e della valorizzazione delle differenze. Il sonno della ragione si combatte rimanendo vigili e respingendo con azioni concrete e costanti i tentativi di normalizzare o persino irridere quanto accaduto ad Auschwitz e nei campi di sterminio nazisti. Ci sarebbe, poi, la necessità di dare un segnale anche in termini di legalità e giustizia. Bisogna farla finita con la storiella della responsabilità oggettiva delle società di calcio, che ormai è diventato solo uno stratagemma per deresponsabilizzare gli autori materiali di questi episodi. Si faccia come nei paesi civili e si puniscano severamente gli autori, senza ricorrere a generalizzazioni inutili. Un Paese Democratico ha il dovere morale, etico e giuridico di difendere con ogni mezzo la memoria e il sacrificio, di chi ha voluto lasciarci la testimonianza della più grande tragedia dell’umanità, affinché i posteri non ricadessero negli orrori del passato. Ricordiamoci che quei posteri, oggi, siamo noi.
Anche per questa ragione, come Partito Democratico di Roma, abbiamo aderito alle iniziative previste dalla mobilitazione “l’antifascimo in marcia“, promosse dall’Anpi in occasione dei 95 anni della marcia su Roma. Il segretario Andrea Casu è stato in piazza e al convegno in Campidoglio, durante il quale la Sindaca Virginia Raggi ha invitato tutti a continuare a proclamare ogni giorno Roma fieramente, orgogliosamente e sempre antifascista. Lo ha già detto il deputato democratico Marco Miccoli e lo ribadisco anche io, pur essendo fieri oppositori della Raggi e della sua giunta, su questo terreno, se davvero la Sindaca darà seguito alle sue parole, ci troverà sempre al suo fianco. Perché tutte le differenze che ci dividono possono aspettare, quando c’è da combattere uniti contro le frange estremiste, razziste e xenofobe, che tentano in ogni modo di riportare indietro la nostra città.
Questa settimana ci sono stati due eventi importanti per il Partito Democratico: la conferenza programmatica di Napoli e l’assemblea cittadina di Roma. L’assemblea di Roma ha approvato all’unanimità un ordine del giorno per impegnare tutti i parlamentari romani ad adoperarsi per raggiungere lo storico obiettivo dell’approvazione, entro questa legislatura, delle legge sullo Ius Soli ed ha varato il regolamento per avviare, finalmente anche a Roma, il tesseramento 2017 in tutti i circoli democratici. Il segretario ha, infine, accolto la richiesta contenuta in uno degli ordini del giorno presentati, per provvedere alla convocazione mensile della direzione del Partito Democratico di Roma a partire dal mese di Novembre. Sul sito del Pd Roma trovate i documenti approvati.
A Napoli, invece, si sono svolti tre giorni intensi di discussioni, fra assemblee plenarie e gruppi di lavoro, per la costruzione del programma democratico. Sono stato alla conferenza programmatica, insieme alla delegazione del III municipio, con la segretaria Paola Ilari e la consigliera municipale Francesca Leoncini, alla quale va tutto il mio sostegno per le battaglie politiche che sta combattendo in III municipio e la mia solidarietà per le minacce recentemente ricevute. E’ stato un fine settimana nel quale abbiamo anche appreso del rialzo del rating dell’Italia da parte dell’agenzia Standard & Poor’s. Non succedeva da quindici anni! Le prospettive di crescita sono migliorate, sostenute da un aumento degli investimenti e della crescita occupazionale. Non siamo fuori dalla crisi ovviamente, ma vuol dire che le politiche dei governi democratici stanno producendo dei frutti. Dovrebbe essere una notizia straordinaria, la cartina di tornasole di come questi anni di governo abbiano contribuito a risollevare il Paese dalla macerie. Al contrario, invece, questa viene fatta passare come una notizia “normale“, in mezzo alle tante fake news grilline. Lo ha ricordato Matteo Renzi nel suo intervento conclusivo (clicca qui), uno dei discorsi più belli del nostro tempo sul valore, l’importanza e la necessità della politica.
I nostri principali avversari sono pronti a tutto pur di vincere. Hanno fatto bene Beppe Grillo, Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista a bendarsi, pur di non vedere lo sfacio delle amministrazioni di Virginia Raggi a Roma, Chiara Appendino a Torino e Filippo Nogarin a Livorno. A Torino si è dimesso il capo di gabinetto della Sindaca. Si era “solo” rivolto al presidente della società dei trasporti pubblici per togliere la multa a un suo amico. Senza le intercettazioni dell’inchiesta sul bilancio 2015 della Gtt non l’avremmo mai saputo e l’amico del movimento, un cittadino più cittadino degli altri, avrebbe avuto un bel regalo in vista del Natale. A Livorno, invece, tutte le piste portano a Roma. Il Sindaco Nogarin ha scritto sui social che sarebbe indagato per una gara per l’affidamento di un incarico di advisor legale di una società partecipata del Comune, la Spil (clicca qui). Un bando da consulente legale vinto dallo studio Lanzalone di Genova. Lo stesso studio fondato dall’avvocato Luca Lanzalone, prima mediatore sullo stadio della Roma, con delega della sindaca Virginia Raggi e successivamente nominato presidente di Acea, l’azienda del servizio idrico di Roma. Della vicenda, più simile al calcio mercato che alla politica, fa parte anche l’ex assessore di Livorno Gianni Lemmetti, trasferitosi alla corte della Raggi per fare l’assessore al bilancio. Anche lui sui social ha comunicato che sarebbe indagato.
C’è da chiedersi con un pizzico di ironia, se a Lemmetti avessero spiegato che gli avvisi di garanzia arrivino lo stesso, pure se da Livorno ti trasferisci a Roma. Tuttavia noi democratici continuiamo a rimanere garantisti, non come il M5S che indica sempre la pagliuzza negli occhi degli altri e non scorge mai la trave nel proprio. Se si dovesse continuare così, a Roma gli indagati supereranno il numero degli eletti. Mentre il M5S è impegnato in queste pagliacciate, stile Lega Nord degli anni novanta, Roma è una città sempre più insicura, dove accade che due immigrati regolari, finita la propria giornata di lavoro, vengano aggrediti e pestati a calci e pugni da una comitiva di cinque ragazzini. La vittima è un lavapiatti del Bangladesh, un giovane disposto a fare uno di quei lavori umili, che fino a qualche decennio fa avrebbero fatto anche i nostri figli. I colpevoli sono un “branco” di italiani, alcuni dei quali minorenni, ubriachi e ignoranti. In giro per Roma ciondolano tanti barbari, ma fortunatamente sono di più le persone perbene, come il giovane 35enne che con la sua coraggiosa testimonianza ha consentito l’arresto del più grande del gruppo di picchiatori.
La prossima settimana ci sarà un luogo, dove i romani potranno dare un primo giudizio sull’amministrazione di Virginia Raggi e sul M5S romano. Il 5 novembre si vota nel municipio X e a Ostia. Il Partito Democratico ha completamente rinnovato la propria squadra, formata da tantissimi giovani ed ha candidato presidente Athos De Luca, un combattente preparato e d’esperienza, che sta girando strada per strada, senza fare passarelle inutili, ma mettendoci la faccia per rilanciare un territorio mortificato dal commissariamento. Sostenere lui, vuol dire far capire al movimento che sta governando male la città che amiamo.
p.s. sono profondamente dispiaciuto per la decisione del Presidente Pietro Grasso di non riconoscersi più nel Partito Democratico. Ne avevo avuto sentore, quando il Presidente del Senato aveva preferito disdire la propria partecipazione, già programmata e confermata, al Festival dell’Unità di Roma. Concordo con Walter Veltroni, quando ricorda come il Pd sia stato ideato e costruito per persone come lui. Aggiungo, però, come il Partito Democratico sia nato, soprattutto, con l’ambizione di cercare di mutare l’atavica natura della sinistra alla divisione. Il mio augurio è certamente quello di ritrovarsi uniti per i nostri valori comuni, nella consapevolezza che questo potrà accadere soltanto se tutti i protagonisti sapranno compiere quegli atti di generosità, che sono necessari e indispensabili per consentire ad una nuova generazione politica di rappresentare l’Italia.