Come Partito Democratico di Roma lo abbiamo detto subito, avendo negli occhi le immagini drammatiche di Piazza Indipendenza. Il doveroso rispetto della legalità non può prescindere dalla tutela di chi non ha un tetto sulla testa e ne avrebbe invece diritto, perché rifugiato e quindi accolto e riconosciuto legalmente nel nostro Paese. Non sarà una posizione utile a prendere voti, ma è l’unica possibile per una forza politica come il Partito Democratico. Di conseguenza mi ritengo soddisfatto della decisione del Ministero dell’Interno di riscrivere le linee guide per i prefetti impegnati a gestire le emergenze sgomberi, basandosi su questo principio di semplice civiltà. In Italia, tuttavia, i populisti e le destre giocano a prendere in giro i cittadini, che spesso confondono parole come immigrato, extracomunitario, straniero e rifugiato. Succede così che a fine agosto nel pieno centro di Roma, per ripristinare la legalità, una comunità di rifugiati venga buttata fuori da un palazzo occupato abusivamente, senza che il Comune di Roma cui spetta l’assistenza, abbia provveduto a garantire loro una sistemazione alternativa.
Queste persone, donne, uomini e bambini rimangono per due giorni in piazza per la strada, in attesa che gli venga garantito un luogo dove andare. Sono rifugiati accolti dallo Stato, perché fuggono da Paesi in guerra, dove se si rimane si rischia di morire. Hanno quindi diritto ad una qualche sistemazione. Tuttavia quella che viene proposta loro quale ripiego, perché il Comune rimane chiuso per ferie, viene rifiutata, perché non sufficiente per tutti e perché rischia di compromettere il percorso scolastico dei bambini. Succede, poi, che in assenza della capacità di mediazione della politica, le forze dell’ordine e i rifugiati arrivino allo scontro, con un funzionario di polizia che urla frasi scomposte, che portano alla luce un forte sentimento di razzismo, rischiando di far passare in secondo piano il sacrificio quotidiano di chi indossa con onore una divisa, per garantire la nostra sicurezza. E capita infatti che fra le stesse forze dell’ordine ci sia invece chi cerchi il contatto umano con i rifugiati. A quegli agenti che compiono con umanità il loro dovere deve andare sempre il nostro sostegno e anche la nostra solidarietà, sopratutto quando sono costretti ad agire circondati dall’incapacità delle Istituzioni.
La verità è che spesso si scontrano due Italie: quella populista e razzista e quella solidale e inclusiva. Quella che vede nello Ius Soli un’opportunità per il nostro Paese e quella che per difendere lo sfascio economico dei governi delle destre degli ultimi venti anni, continua a dare cinicamente la colpa agli extracomunitari. Come se fossero loro gli artefici della corruzione, che distrugge la nostra competitività e ci toglie lavoro e servizi. Come se fossero loro a gestire le mafie, che amministrano e riciclano ingenti patrimoni in tutto il Paese e impediscono alle aziende oneste di emergere.
Condivido il pensiero del Presidente del Partito Democratico Matteo Orfini quando scrive che “non si può continuare a pensare che un dramma sociale possa essere ridotto a questione di ordine pubblico. Perché è proprio facendo così che si mette a rischio l’ordine pubblico“. Rispondere alla povertà con le cariche e con gli idranti non ha nulla a che vedere con la legalità. E soprattutto non ha nulla a che vedere con i valori del Partito Democratico. Dovrebbero rifletterci anche quegli italiani che si arrabbiano con i rifugiati e non con le Istituzioni che non funzionano. Quelle stesse istituzioni che negli ultimi decenni, anche con altre amministrazioni, non hanno avuto la capacità e la volontà di dare risposte adeguate al problema dell’emergenza abitativa per quelle persone che ne hanno diritto. Vale la pena dirlo chiaramente, su questa vicenda non c’entrano nulla i flussi migratori, che rimangono una questione internazionale fondamentale, che deve essere affrontata con serietà e determinazione dalla comunità internazionale. In questo caso, invece, è emersa per l’ennesima volta l’incapacità del Comune e della Raggi di prevenire un’emergenza sociale. Sono dovuti intervenire, in sostituzione del Sindaco, le amministrazioni democratiche del I e del II municipio con gli assessori Anna Vincenzoni e Lucrezia Colmayer, che hanno promosso un incontro con tutte le associazioni che si occupano della quesitone e che hanno successivamente incontrato il gabinetto del Sindaco, insieme con il segretario romano del Pd Andrea Casu, che è rimasto in piazza per tutta la durata dell’emergenza.
Virginia Raggi ha parlato per ultima e lo ha fatto con un post assurdo sui social, dando come al solito la colpa a qualcun altro. Ormai il mantra è sempre lo stesso, le responsabilità sono sempre della Regione Lazio di Nicola Zingaretti, anche quando non c’entra nulla. Indovinate perché? Perchè nel Lazio si vota a breve e la Raggi è impegnata nella campagna elettorale della Casaleggio Associati, che mira alla Regione, così da avere altre poltrone da poter assegnare al proprio portafoglio clienti. Si tratta di affari e non di politica, come ormai dovrebbe essere chiaro a tutti, visto il calciomercato che coinvolge assessori e dirigenti. Da quattro giorni Roma ha l’ennesimo nuovo assessore al bilancio. È l’ex assessore di Livorno Gianni Lemmetti, la cui presentazione migliore è stata prodotta dal Pd di Livorno. Il quarto assessore della nuova era grillina è ricordato dai suoi ex cittadini per aver incrementato le tasse (Tasi e Tari), aumentato il costo dei tagliandi Ztl e delle rette delle Rsa, oltre ad aver praticato tagli lineari ai servizi sociali.
È un tipo alla Salvini, di quelli che parla al mondo indossando “simpatiche” magliette, che strappano un sorriso soltanto a lui. Arriva in città portandosi avanti con il lavoro, avendo già ricevuto un avviso di garanzia per concorso in bancarotta fraudolenta, abuso d’ufficio e falso in bilancio. Insomma un profilo perfetto per la squadra di Virginia Raggi. Quanto durerà? Se lo sono chiesto ironicamente anche quei geni del sito daquanteoreseiassessore.roma.it che ci ricordano il record di permanenza dei precedenti assessori #Raggirati (Minenna 58 giorni, De Dominicis 5 giorni e Mazzillo 328 giorni). C’è chi scommette che possa essere l’uomo giusto per arrivare al commissariamento del Comune di Roma in autunno, secondo me saprà dare a tutti grandi soddisfazioni.
In queste settimane di agosto il nuovo Partito Democratico di Roma ha lavorato anche per l’organizzazione della festa dell’Unità, che si terrà dal 7 settembre alla Cittá dell’Altra Ecomomia (ex Mattatoio di Testaccio) e per l’avvio del tesseramento 2017. La festa sarà un’occasione importante di discussione aperta a tutti sul futuro della città e sulle soluzioni che il Partito Democratico propone per costruire un’altra Roma. Sarà una festa ricca di contenuti, ma anche di eventi, perché mai come quest’anno Roma è stata povera di iniziative per l’estate. Sarà soprattutto la festa dei territori e dei romani che avranno voglia di tornare a discutere di politica e di immaginare e sognare una città, dove il dibattito non si limiti alla buca o all’aiuola, ma si incentri sul futuro della capitale del Paese.