C’è una speranza che si aggira per l’Europa, diceva ieri il presidente del consiglio Paolo Gentiloni per commentare la vittoria in Francia di Emmanuel Macron. Il leader di En Marche! ha ringraziato i suoi elettori dalla piazza del Louvrè sulle note dell’Inno alla Gioia di Beethoven. Lo ha fatto per lanciare al mondo intero un potente messaggio carico di simbolismo sull’importanza dell’Unione Europea negli equilibri mondiali. Macron è il presidente più giovane nella storia della Francia e rappresenta quella generazione di quarantenni, che vuole prendersi la responsabilità di guidare il cambiamento e non di subire passivamente le forze estremiste e populiste, che soffiano sulla paura e la disperazione per riportarci indietro di decenni. La vittoria di Macron rappresenta la prima risposta popolare al disfattismo di chi vuole prendere il potere usando le falsità, gli attacchi hacker e fomentando gli istinti peggiori delle persone. Il messaggio politico di Macron è certamente post ideologico, unitario, nè di destra nè di sinistra e pur tuttavia è carico di un nuovo immaginario, che guarda alla costruzione di un’Europa dei popoli, in grado di mettere al centro il lavoro, i diritti e l’uguaglianza. Un’Europa meno burocratica e più capace di migliorare la qualità della vita dei suoi cittadini.
Tuttavia non si possono sottovalutare i milioni di voti di protesta raccolti dal Front National di Marine Le Pen. Quei cittadini sono gli stessi che nel nostro Paese scelgono di sostenere le idee estremiste e spesso eversive di Matteo Salvini e Beppe Grillo. Sono i voti di una protesta disperata che non crede più nella politica, quale soluzione ai problemi concreti della propria vita. Per questa ragione la battaglia al populismo è ancora tutta da combattere e passa, inevitabilmente, per politiche di crescita economica, in grado di creare lavoro e benessere per le persone. E’ questa la ragione che ieri ha spinto Matteo Renzi ad indicare nel lavoro la parola chiave del rilancio del Partito Democratico. Senza lavoro non c’è futuro. Senza lavoro non c’è la casa, che è stata la seconda parola citata dal segretario. Senza lavoro non si può nemmeno progettare di avere una famiglia. Abbiamo bisogno del lavoro di cittadinanza, che è cosa ben diversa dall’irrealizzabile reddito di cittadinanza di cui straparlano i grillini. Per farlo, però, dobbiamo continuare la lotta senza quartiere alla corruzione e alla criminalità organizzata. Ancora in queste ore leggiamo degli indagati all’ufficio condono edilizio del Comune di Roma o degli arresti di medici e imprenditori farmaceutici a Parma. La corruzione sottrae risorse a tutti. Questo è il vero problema del nostro Paese, non le bufale quotidiane che leggiamo sui social.
Ieri si è svolta la prima riunione dell’Assemblea Nazionale del Partito Democratico, dove sono stato eletto fino al 2021 come delegato per il collegio Roma 2 (III e IV Municipio). Insieme al neo segretario Matteo Renzi, l’assemblea ha anche eletto presidente del Partito Matteo Orfini. Una scelta giusta che ha reso merito al difficile lavoro svolto da Orfini in questi anni. Sono convinto che adesso serva unità per sostenere l’azione del governo e per discutere insieme con i cittadini degli interventi che servono al nostro Paese. Il mese prossimo, inoltre, Roma celebrerà il proprio congresso dopo un lungo periodo di commissariamento. Sarà un momento fondamentale, che servirà a completare l’opera di ricostruzione del Partito Democratico romano, avviata in questi due anni, cosi da affiancare il gruppo capitolino nell’azione di opposizione alla Sindaca Virginia Raggi.
Roma è sempre più allo sbando. La città è sporca, sepolta dai rifiuti e invasa dagli animali, ma il M5S è impegnato ad inseguire presunti complotti e sabotaggi. L’erba ormai non viene più tagliata nelle aiuole sotto casa o nei parchi pubblici. Le segnalazioni si moltiplicano in tutta la città, l’ultima di stamattina riguarda il Parco di via Ugo della Seta al Nuovo Salario. La neo Assessore al’ambiente Pinuccia Montanari sembra si sia offesa per le parole di Renzi, che ieri ha chiesto ai democratici di impegnarsi, per il prossimo fine settimana, nella pulizia della città. La Montanari ha replicato che non ce ne sarà bisogno, perchè la città sarà pulita entro lunedì. Non vi ricorda qualcosa? A me ha fatto venire in mente le parole della ex assessora pentastellata Paola Muraro, quando disse che la città sarebbe stata pulita entro il 20 agosto (clicca qui). Era il 20 agosto dello scorso anno… Alla Montanari consiglio di non fare queste promesse, che di solito non portano molto bene. A lei e alla Sindaca ricordo invece i problemi dell’impianto Tmb del Salario. I cittadini torneranno a protestare e come sempre ci sarà anche io.
La scorsa settimana ho avuto la sventura di assistere ad un consiglio del III municipio. Per la verità non ho proprio assistito al consiglio municipale o almeno a quello che ricordavo essere un consiglio. Una volta, infatti, durante i consigli municipali intervenivano i consiglieri di maggioranza ed opposizione, ogni tanto qualche assessore o il Presidente del municipio esprimeva la posizione della giunta e dopo un dibattito più o meno ampio, si metteva in votazione una proposta. I giornalisti e i cittadini assistevano e potevano farsi un’idea di quanto era accaduto. La settimana scorsa, al contrario, il consiglio del III municipio è rimasto aperto, ma sospeso per più di un’ora e mezza, per poi essere chiuso. Tutti pagati per non decidere un bel nulla. La maggioranza non voleva discutere e votare la risoluzione del Partito Democratico sulla revoca dell’assurdo limite di 30 km orari imposto sulla via Salaria. La consigliera democratica Francesca Leoncini ha fatto di tutto per poter discutere l’atto che interessa migliaia di cittadini. Non c’è stato verso. I consiglieri del M5S hanno tenuto in ostaggio il consiglio, semplicemente perché non vogliono revocare il limite di velocità, che tutela soltanto l’amministrazione in caso di incidenti stradali e serve a fare cassa con gli autovelox a danno dei malcapitati automobilisti. D’altronde da un’amministrazione che viaggia lenta a 30 km all’ora, è lecito aspettarsi che preferiscano che tutti gli altri vadano alla loro stessa velocità. Per non sentirsi un Di Maio qualunque in mezzo agli studenti di Harvard.
La bella notizia è che procedono nelle scuole i lavori che abbiamo fortemente voluto nella passata amministrazione insieme con Paolo Emilio Marchionne, Marzia Maccaroni e Filippo Maria Laguzzi. Lavori che erano stati fortemente richiesti dalla scuola e dalla presidente del consiglio d’Istitito Sabrina Cavalcanti. Insieme al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti venerdì siamo stati in sopralluogo alla scuola di via Valle Scrivia nel quartiere Valli per verificare lo stato del cantiere. La Regione sta ristrutturando 500 scuole del Lazio, di cui 89 a Roma. Sono stati investiti 75 milioni di euro per dare ai Municipi della Capitale e alle città della Regione le risorse per rendere le nostre scuole più innovative e moderne. Si cambiano infissi, finestre, impianti termici e non solo. Questo vuol dire governare e dare risposte concrete.