Oddio è lunedì #245 – combattiamo la dipendenza da scrolling compulsivo

Stiamo diventando sempre più dipendenti dal “doomscrolling,” un termine coniato durante la pandemia per descrivere l’abitudine di scorrere compulsivamente i social media o le pagine web alla ricerca di notizie negative. Questo comportamento differisce notevolmente dalla ricerca razionale e mirata delle informazioni; si tratta di un ciclo vizioso che può diventare una vera e propria dipendenza, alimentata da emozioni come ansia, stress, tensione, noia e apatia, nonché dalla ricerca di gratificazioni attraverso attenzioni e like.

Il doomscrolling rappresenta un corto circuito dei nostri meccanismi di controllo, che tende a manifestarsi in situazioni di particolare tensione, come è avvenuto durante la pandemia o come avviene oggi con i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente. Il problema è che questa abitudine si sta radicando nella nostra quotidianità, diventando automatica come accendere una sigaretta per un fumatore. Passiamo il tempo “scrollando” sul cellulare in momenti di attesa o noia, incentivati dagli algoritmi dei social media, progettati per mantenerci incollati allo schermo, offrendo una sequenza infinita di contenuti che, anche se non collegati tra loro, ci catturano in un flusso ininterrotto.

Questo tipo di manipolazione dei contenuti produce un effetto destabilizzante sul nostro cervello, che si trova a elaborare una sequenza di informazioni molto diverse tra loro: dal massacro di civili in Ucraina all’ultima medaglia d’oro olimpica dell’Italia, da un bombardamento su Gaza a una notizia di calciomercato, passando per un incendio nel cuore di Roma e un brutale femminicidio. Il nostro cervello, nonostante lo stress, continua a richiedere questo mix di notizie, perché tra queste si nascondono piccole dosi di ricompense, come attenzione, like e un aumento della popolarità sociale. Queste gratificazioni attivano il rilascio di dopamina, un neurotrasmettitore che genera sensazioni di piacere e appagamento, spingendoci a continuare a scrollare, come se ci trovassimo davanti alla slot machine di un casinò.

Numerosi studi hanno ormai esplorato questo fenomeno, e ognuno di noi dovrebbe prenderne coscienza per trovare un equilibrio sano nel rapporto con i social e Internet. In fondo, come per ogni dipendenza, un periodo di astinenza può essere salutare. Il tempo guadagnato lontano dal cellulare potrebbe essere impiegato in attività concrete e in relazioni sociali reali, offrendo un antidoto efficace a questa spirale di dipendenza digitale.

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