Oddio è lunedì #176 – la storia la conosciamo, fuori dai romanzi troppe volte i buoni perdono

Penso che si debbano usare le parole corrette. Trump sta progettando un colpo di stato. In maniera confusa, ma concreta“. Questo è l’allarmante tweet postato nel fine settimana da Enrico Letta, persona non proprio facile agli allarmismi o alle ipotesi di complotto. Le preoccupazioni di molti analisti e osservatori delle vicende politiche americane si sta concentrando in queste ore nelle procedure di certificazione dei voti espressi nei singoli Stati e nelle controversie legali innescate dai numerosi ricorsi presentati dai legali di Donald Trump. Una cosa appare ormai certa. Trump non sembra voler desistere come fece in passato il Democratico Al Gore e continuerà a mettere in discussione il risultato elettorale, anche se questo significasse minare le fondamenta della democrazia americana, che a dirla tutta poggia su un sistema elettorale piuttosto obsoleto, che sembra costruito apposta per essere smantellato pezzo a pezzo, Stato dopo Stato. La battaglia di Trump contro la democrazia americana, coinvolge anche i principali media del mainstreaming statunitense (Cnn democratica e Fox News repubblicana) e i social, che ormai appongono quotidianamente etichette rosse sui post dell’ex Presidente, per evidenziare come le sue parole “non siano attendibili”. Stiamo assistendo alla più grave crisi istituzionale che la democrazia americana abbia mai avuto, nel mezzo di una pandemia globale che non accenna a rallentare. Se fossimo in un romanzo di fantapolitica o in una distopia potremmo aspettarci da un momento all’altro lo scoppio di una nuova guerra planetaria o peggio ancora l’arrivo di una stagione di caos globale. 

Tuttavia la realtà può persino essere peggiore della fantascienza, laddove la responsabilità e il buon senso lascino il posto al fanatismo e al sonno della ragione. Può così succedere che nell’elezione dei record con un’affluenza elettorale pari al 65% degli aventi diritto, un numero che non si registrava dal 1908 e con il Democratico Joe Biden vicino alla soglia degli 80 milioni di voti ricevuti, che corrispondono all’intera popolazione della Germania, gli sconfitti si sentano comunque dei martiri, perchè portatori di una presunta verità assoluta, celata alla conoscenza delle masse. In questa elezione storica infatti, per la prima volta, è entrata nel Congresso degli Stati Uniti una donna in rappresentanza del QAnon . Il QAnon è un movimento/setta americano sostenitore di teorie complottiste. E qui starete già pensando, sai che novità, in Italia il M5S ha già fatto eleggere nel 2013 una deputata che credeva veramente nell’esistenza delle sirene, tanto da prendersela con l’agenzia federale statunitense sugli Oceani, colpevole di voler offuscare una tanto evidente verità. E c’era quell’altro di cui nessuno di noi ricorda più il nome che dichiarava tronfio dagli scranni di Montecitorio come negli Stati Uniti si innestassero i microchip all’interno del corpo umano, per controllare le abitudini della popolazione. Che sarà mai l’elezione di una deputata complottista al congresso degli Stati Uniti, per noi che abbiamo conosciuto il populismo grillino della prima ora. Tanto poi alla fine, una volta arrivati lì, cambiano tutti. 

Questo è il pensiero rassicurante al quale ci siamo abituati e che ci induce a sottovalutare gli indizi che conducono ad un forte indebolimento del pensiero scientifico e illuminista, sul quale poggiano le fondamenta delle nostre libertà e delle regole democratiche che le garantiscono. Per tornare ai QAnon americani è utile sapere cosa pensino, per comprendere fino in fondo la portata ideologica della battaglia di resistenza intrapresa da Donald Trump. Secondo la teoria QAnon, Trump starebbe combattendo una guerra segreta contro un culto liberale globale di pedofili adoratori di Satana, di cui farebbero parte le principali élite globali. Marjorie Taylor Greene, debuttante della politica e attivista di questo movimento, oggi eletta al congresso ha intrapreso una campagna elettorale dai forti toni razzisti, sintetizzata dal suo slogan: “Salva l’America, ferma il socialismo”. In un video sul web la si può vedere armata di un fucile semiautomatico, mentre mette in guardia contro i presunti “terroristi Antifa”, un movimento ideologico fondato nel 2007 a Portland, i cui militanti sono stati fra i protagonisti degli episodi di violenza in seguito al terribile omicidio di George Floyd e alle azioni conseguenti del Black Lives Matter. Questo è soltanto un piccolo assaggio di quello che sta accadendo negli Stati Unti, dove sotto le ceneri dei risultati elettorali, covano ideologie ancora inespresse per le categorie della politica, che tuttavia serpeggiano nella società e costruiscono consenso. I QAnon sono nati negli Stati Uniti ma come tutti i movimenti di ispirazione mondialista hanno adepti ovunque, anche in Italia dove vi farei indovinare quale movimento sostengano. Se avete pensato alla Lega di Matteo Salvini avete indovinato. Per concludere è giusto sapere come queste persone vedano oggi Trump, ovvero come un messia destinato a guidare un’ondata mondiale di arresti, nota come “The Storm”. Un’azione condotta da reparti militari a lui fedeli in cui migliaia di persone verranno arrestate perché appartenenti ad una setta di cui farebbe parte, indovinate chi… proprio lui George Soros. 

Come detto in precedenza se fossimo in un romanzo sarebbe una trama distopica niente male, ma alla fine avremmo la certezza che a vincere sarebbero sempre i buoni. Questa però è la realtà. Una realtà che sembra incredibilmente fantasiosa, fuori dal tempo e dalla storia che stiamo vivendo sulla nostra pelle. Una realtà in cui una parte del mondo lotta grazie agli strumenti della scienza per far sopravvivere la nostra specie contro un virus, uno dei tanti che vuole minacciarla dalla notte dei tempi. Mentre altri sognano l’arrivo di un messia, che faccia piazza pulita di quelli che la pensano diversamente da un’ideologia folle, eppure così concreta per alcune persone da trasformarla in consenso politico. La storia purtroppo già la conosciamo, e fuori dai romanzi nella vita reale troppe volte i buoni perdono. Soprattutto quando non hanno coscienza collettiva di quello che sta accadendo e del tempo che ci aspetta, dove è sempre più probabile che dovremmo combattere attivamente e in prima persona per salvaguardare la libertà, i diritti e la democrazia che abbiamo ereditato. 

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