Oddio è lunedì #170 – l’orgoglio di essere italiano al centro di Piazza San Marco

Sabato sono stato a Venezia, in concomitanza con una giornata che rimarrà nella storia del nostro Paese e di questa città. Per la prima volta da quando è stato realizzato, il Mose è stato messo in azione in una situazione di reale emergenza. Il Mose è il sistema meccanizzato composto da 78 paratoie mobili, che alzandosi in mezzo al mare creano una barriera in grado di difendere la laguna dall’acqua alta, che periodicamente sommerge intere parti della città. Sabato scorso alle 12 era previsto un picco di alta marea di 135 centimetri. Significa che in queste condizioni a Piazza San Marco l’acqua alta arriva a 50 centimetri, ma in altre parti della città anche ad un metro. Quando questo accade si montano per le strade le passerelle di legno rialzate, si indossano gli stivali di gomma e ci si arrangia come possibile.

Sabato 3 ottobre 2020 per la prima volta San Marco è rimasta all’asciutto, così come i quartieri che di solito finiscono sott’acqua. Il Mose ha funzionato e ha dimostrato come un’opera dell’ingegno e della caparbia italiana possa cambiare la vita di migliaia di persone. Non è facile farvi capire cosa sia stata la giornata di sabato per i veneziani e anche per chi come me veniva dalla Capitale. In una Venezia con pochissimi turisti stranieri, noi italiani eravamo li al centro di Piazza San Marco, quasi increduli nell’osservare come una grande opera pubblica, al tempo stesso fortemente voluta da alcuni e tanto osteggiata da altri, fosse stata davvero in grado di arginare la potenza del mare. Non nascondo di essermi davvero emozionato e di essermi sentito orgoglioso di essere italiano. Per me è stato un segno tangibile di come l’innovazione, il progresso e il coraggio di investire in grandi progetti rappresentino i pilastri sui quali far rinascere l’Italia. A Venezia oggi. Nella nostra Roma domani. 

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