Non sono moralista, ma sul ruolo delle donne il Partito Democratico non può sbagliare

Il manifesto del PD per la Festa dell'Unità a Caracalla
Voglio commentare il manifesto con cui il Partito Democratico di Roma pubblicizzerà la Festa dell’Unità di Caracalla. Il rischio di essere banalizzati ed etichettati come moralisti e bigotti è molto alto. Siamo, tuttavia, in un momento della storia del nostro Paese dove non è più possibile tacere per perbenismo ed opportunità, le proprie opinioni sulla società e la degenerazione della politica. Nell’anno del bunga bunga, dei festini ad Arcore, della prostituzione minorile, della mancata approvazione del DDL Carfagna, della presenza della prostituzione nelle principali strade delle nostre città. Nell’anno della grande manifestazione di Roma “Se non ora, quando”, dove migliaia di donne hanno protestato contro la mercificazione mediatica del proprio corpo, contro i falsi valori indotti dai media, richiamando la centralità del ruolo della donna nella società. Il Partito Democratico romano aveva il dovere di non banalizzare la figura della donna, utilizzandola alla stregua della campagne pubblicitarie che campeggiano sui manifesti abusivi delle nostre città e che passano in televisione e alle radio. Sui manifesti del PD appare lo slogan “Cambia il vento” su un paio di gambe di donna scoperte dall’aria che le solleva la gonna. Credo si potesse mandare lo stesso messaggio in modo diverso.

Ad esempio con la fotografia di un cielo azzurro, un’area verde ed una pala eolica. Immagini che avrebbero potuto avere la forza di richiamare alla mente anche l’importante risultato referendario, senza svilire il senso dello slogan adottato dal partito. Mi trovo daccordo con quanto chiesto dal comitato nazionale “Se non ora, quando” che ha espresso “sconcerto” per l’abbinamento e mi auguro davvero che il Pd romano che oggi si riunirà a Caracalla per parlare dell’organizzazione della festa, trovi la forza ed il coraggio di ritirare la campagna. Anche perchè queste scelte di comunicazione non vengono condivise nei luoghi di discussione del partito (assemblee e direzioni), sottovalutando il fatto che il messaggio veicolato da un manifesto dovrebbe essere attentamente studiato e dibattuto per essere davvero incisivo e non controproducente. Come appare, a mio avviso, in questa circostanza.

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