IV Municipio, Corbucci (Pd): “mozione per chiedere che lo sportello antiviolenza rispetti le normative vigenti”

donne“A seguito della denuncia dell’Associazione Donne in Genere onlus, che da 15 anni si occupa di dare ascolto ed assistenza legale alle donne vittime di violenza, abbiamo presentato come forze di opposizione una mozione (clicca qui) per chiedere l’immediata sospensione del servizio di sportello antiviolenza, attivo nella sede municipale di via Fracchia, prevedendo una profonda revisione dei criteri di impostazione generale del servizio e procedendo alla pubblicazione di un avviso pubblico per la gestione dello stesso” lo dichiara in una nota Riccardo Corbucci, vicepresidente del consiglio del IV municipio. “La mozione sottoscritta dal Partito Democratico, da Sinistra, Ecologia e Libertà e dal gruppo Misto, mette in evidenza come lo sportello aperto in via Fracchia sia in netto contrasto con le leggi e le norme promulgate a livello nazionale e regionale sul tema della violenza di genere” spiega Corbucci “inoltre l’associazione a cui è stato affidato direttamente e senza bando pubblico questo delicato servizio non è dotata di personale adeguato e formato, prevedendo addirittura la mediazione familiare quale strumento di contrasto alla violenza, violando persino le direttive del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri”. “Per questa ragione invitiamo tutti coloro che sono interessati a partecipare al consiglio municipale di giovedì 7 febbraio, data in cui si discuterà la mozione in questione”.

Di seguito riporto anche il comunicato di questa mattina dell’Associazione “Donne in genere” onlus.

L’associazione “Donne in genere” onlus, presente da 15 anni nel IV Municipio con uno sportello d’ascolto e assistenza legale per le donne vittime di violenza, il Centro Donna L.I.S.A, denuncia con forza la scelta del IV Municipio di affidare uno sportello antiviolenza allo Studio E.L.P.S. (Espero Legal & Psychological Services), privo sia dei requisiti, sia dell’esperienza e competenza necessarie nel contrasto alla violenza contro le donne. La decisione è in evidente contrasto con le leggi e le norme promulgate a livello nazionale e regionale sul tema della violenza di genere, e disattende le numerose indicazioni che emergono in materia da un’ampia letteratura internazionale, frutto delle ricerche di organismi governativi e non, di istituti statistici e dell’esperienza pluridecennale delle donne direttamente impegnate sul campo. Lo sportello – la cui apertura è avvenuta senza delibera del Municipio, bando o avviso pubblico – oltre a non aderire a nessun quadro di riferimento, non dichiara esplicitamente il riconoscimento della violenza di genere, né definisce chiaramente i requisiti dei soggetti chiamati a gestirlo.

Inoltre l’associazione affidataria del servizio non ha come scopo essenziale la lotta alla violenza contro le donne, né è dotato di personale adeguato e formato che, come richiesto dalla L.R. del Lazio del 15 novembre 1993, n. 64, deve essere tutto femminile. Al contrario, si pone dichiaratamente in un’ottica di “tutela delle persone […] e sostegno della famiglia con pratiche di mediazione”.
Tutto ciò viola le direttive del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che prevede per i servizi antiviolenza, pubblici e privati, di “non applicare le tecniche di mediazione familiare quale strumento di contrasto alla violenza verso le donne nei casi in cui venga acclarata la violenza di genere in famiglia”.

Il tema sarà all’ordine del giorno del prossimo consiglio del IV Municipio (giovedi 7 febbraio alle ore 12). In tale occasione l’associazione “Donne in genere” farà sentire la propria voce chiedendo la chiusura di un servizio inadeguato, inopportuno e potenzialmente pericoloso.

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