È stata respinta la richiesta di dissequestro del “Salaria sport village”. La decisone è stata firmata ieri da Bruno Costantini della quarta sezione del Tribunale dov’è in corso il processo per gli abusi edilizi realizzati in occasione dei Mondiali di nuoto del 2009. Il giudice penale ha bocciato l’istanza dei legali del Salaria village che, forti di una recente sentenza del Consiglio di Stato, pensavano di spuntarla. I magistrati amministrativi di secondo grado avevano ritenuto corretto l’operato del commissario delegato ai Mondiali di nuoto, Claudio Rinaldi che, sostituendosi al Comune di Roma, aveva autorizzato la costruzione del nuovo impianto di nuoto nell’area di esondazione del Tevere, in deroga al Piano paesaggistico della Regione e al parere contrario dell’Autorità di bacino. Anche perciò il pronunciamento del giudice penale costituisce il precedente che potrebbe sbarrare la strada alle istanze di dissequestro degli altri quattordici circoli sportivi finiti nell’inchiesta sui Mondiali di nuoto.
Per il Salaria sport village sono alla sbarra, tra gli altri, Angelo Balducci, già presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, Claudio Rinaldi, già commissario straordinario per i Mondiali di nuoto, Giovanni Malagò, all’epoca presidente del comitato organizzatore. Il mega impianto del Salaria village a Settebagni – due piscine da 25 e 50 metri più una terza per il riscaldamento, palestre, uffici, una foresteria con 41 camere, sale da 380 metri quadri, ristorante
e club house – era finito nel mirino del pm Sergio Colaiocco. Con la nuova ordinanza, il giudice Costantini ha ritenuto che la decisione del Consiglio di Stato debba avere effetto solo sul piano amministrativo. In particolare, il giudice ha evidenziato che i magistrati amministrativi si siano limitati ad analizzare unicamente “la legittimità della nota del Comune di Roma del gennaio 2010 con la quale si esprimeva parere favorevole all’apertura della pratica di sanatoria per il nuovo impianto sportivo”.
Sigilli confermati dunque. E gli effetti dell’ordinanza del giudice Costantini varranno, oltre che per il Salaria sport village, per gli altri circoli sportivi ai quali il pm Colaiocco aveva sequestrato i cantieri per la realizzazione degli impianti con piscine e varie che avrebbero dovuto ospitare i Mondiali di nuoto del 2009. Esce così confermato l’impianto accusatorio che aveva portato ai sequestri dei mega impianti sui quali, come nel caso della decisione del IV Municipio per il Salaria sport village, erano già state avviate le procedure per la demolizione.
“Il giudice penale ha bocciato l’istanza dei legali del Salaria village che, forti di una recente sentenza del Consiglio di Stato, pensavano di ottenere il dissequestro della struttura. La decisione conferma quanto avevamo detto nei giorni scorsi a commento della sentenza del consiglio di Stato e cioè che si trattava di un bluff poichè la decisione riguardava due note della giunta comunale che non avevano alcun effetto pratico” lo dichiarano in una nota il consigliere comunale Dario Nanni e il vicepresidente del consiglio del IV Municipio Riccardo Corbucci. “Questo ricorso presentato dal Salaria Sport Village contro due note ed una delibera della giunta Alemanno si é dimostrato un bluff fin dall’inizio. La sentenza del Consiglio di Stato, peraltro giuridicamente corretta, non cambia di una virgola il quadro probatorio del processo penale. Serviva soltanto a dare al Salaria un’arma in mano da brandire contro le accuse della Procura” continuano i consiglieri del Pd “Questo ricorso chiedeva l’annullamento di atti che la stessa amministrazione Alemanno ha definito ricognitivi e non certo prescrittivi, quindi privi di valore impositivo che nell’accogliere le motivazioni della Procura dichiaravano nullo il provvedimento di raggiunta intesa che il commissario straordinario aveva emesso in sostituzione del permesso di costruire e di conseguenza estrometteva il Salaria Sport Village dall’elenco degli impianti pubblici”. “La sentenza del consiglio di Stato, tuttavia, precisa come non possa entrare nel merito della validità delle ordinanze della presidenza del consiglio sui poteri straordinari, oggetto del ricorso di Italia Nostra, prendendole per buone e decidendo quindi di pronunciarsi su questa questione minore. La decisione di respingere il dissequestro della struttura è quindi assolutamente corretta. Quello che sconvolge è la pervicacia con cui si voglia difendere un abuso edilizio incredibile, dei più orrendi di Roma, utilizzando ogni mezzo. Ci aspettiamo che Comune di Roma e IV Municipio vadano ora avanti con le procedure già avviate”.