“Dopo aver letto sul blog del Comitato Parco Aniene Città Giardino che era in atto una compensazione, ho acquisito tutti i documenti sulla vicenda. Insieme con due urbanisti abbiamo scoperto che l’area compresa tra il Ponte Nomentano e via Favignana, di proprietà della società Ostilia srl, è considerata dal Piano Regolatore zona N-verde pubblico. Su questa decisione la società del gruppo Bonifaci ha fatto due ricorsi al Tar che di fatto bloccano qualsiasi possibilità di costruire cubature e fare orti come paventato da RomaNatura. Appare quindi dannosa la procedura della compensazione edilizia richiesta dalla proprietà ed accettata dal IV Municipio, poiché Ostilia non può fare nulla su quel terreno. Pertanto i vari progetti con cui si è cercato di spaventare i cittadini sono soltanto un bluff” lo dichiara in una nota Riccardo Corbucci, vicepresidente del consiglio del IV Municipio.
“Vorrei chiedere ai cittadini ed al Comitato Parco Aniene Città Giardino di tenere sempre a mente una circostanza: la società Ostilia srl, proprietaria dell’area compresa tra il Ponte Nomentano e via Favignana, ha da sempre cercato di edificare l’area in questione. La vicenda degli orti, quindi, è stata semplicemente utilizzata strumentalmente come grimaldello, per spaventare i cittadini e continuare a chiedere al Comune di Roma e al IV Municipio una compensazione che non ha alcuna ragione di essere, perché già sconfessata in passato dalle controdeduzioni al Piano Regolatore Generale del Comune di Roma. Oggi il rischio è che il Presidente Cristiano Bonelli ed il Comune di Roma, strumentalizzando la giusta battaglia dei cittadini per la tutela di un’area verde già però destinata a zona N-verde pubblico nel Piano Regolatore, possano procedere ad una compensazione illegittima che potrebbe addirittura ricadere sul cambio di destinazione d’uso da commerciale a residenziale di Piazza Minucciano” continua Corbucci.
“Per far comprendere meglio la questione, dobbiamo raccontare la storia fin dal principio, cosa che l’amministrazione Bonelli si è ben guardata dal fare. Il vecchio Piano Regolatore Generale del Comune di Roma, adottato dal Consiglio Comunale il 18 dicembre del 1962, è stato approvato con Decreto del Presidente della Repubblica il 16 dicembe del 1965 (pubblicato sulla GU n.36 11.02.1966) apponendo modifiche, prescrizioni e stralci specificati nelle premesse contenute nel DPR stesso. In particolare, gli stralci hanno riguardato parti del Piano non approvate dal Ministero dei Lavori Pubblici, per le quali si chiedevano nuove soluzioni, spesso indicate nello stesso Decreto, ma sempre soggette a nuova adozione da parte del comune di Roma” spiega Corbucci “nell’allegato 2 sono stati elencati i casi in cui il Comune non ha ritenuto di accogliere le richieste del DPR”.
“Tra questi compare la convenzione “Aniene di Levante”, per la quale il DPR chiedeva che la cubatura massima venisse ridotta del 50% rispetto a quella originariamente prevista. Tale convenzione della società Ostilia srl, che ricopre l’area del Parco dell’Acqua Sacra, è rimasta ‘in itinere’ fino al 31 ottobre 1997, quando la Ostilia srl ha presentato (con prot. n.377/PS) l’opposizione n. 181 contro la Variante Generale al PRG adottata con la deliberazione del Consiglio Comunale n. 92 del 29 maggio 1997, denominata “Piano delle Certezze”.
“L’area in questione è di circa 30 ettari, con una edificabilità di 175 mila mc, trasformata a zona N(Verde Pubblico) dal Piano delle Certezze” spiega Paula De Jesus, urbanista, “L’Ostilia srl ha contestato questa decisione in tre punti:
1) la modifica urbanistica sarebbe solo competenza dell’organo gestore del parco e della Regione Lazio;
2) la nuova destinazione vincolistica non corrisponde al concetto di tutela attiva della legge Galasso (i valori ambientali possono convivere con le previsioni edificatorie);
3) l’ampliamento della zona N-verde pubblico, operato con la variante, è sproporzionato rispetto agli standard di PRG della zona considerata.
L’Ostilia srl propose due alternative:
1) cedere ed attrezzare l’intera area golenale (2/3 del comprensorio) ripristinando la previsione urbanistica, potebdo quindi costruire su almeno una parte dell’area;
2) ottenere compensazioni nell’ambito dei Progetti Urbani (art.2 legge 179/92, art.11 legge 493/93);
“La controdeduzione del Comune fu la seguente: premesso che l’area
1) è interna alla Riserva Naturale Valle dell’Aniene istituita con Legge Regionale n.29 del 6 ottobre 1997;
2) è interessata dai vincoli paesaggistici di cui ai punti C e F dell’art.1 della legge 431/85;
3) è assoggettata dal PTP n.15/9 Valle dell’Aniene alla tutela orientata, con Delibera del Consiglio Comunale n.176 del 9 novembre 2000;
l’osservazione non viene accolta in quanto contrastante con i principi informatori del Piano delle Certezze e perchè le ragioni poste alla base dell’osservazione tendono a tutelare il diritto della proprietà privata invece che la tutela degli interessi pubblici prevalenti”.
“Inoltre con delibera di giunta della Regione Lazio n. 856 del 2004 venne definitivamente confermata la destinazione a zona N-Verde Pubblico così come avvenne per il Nuovo Piano Regolatore, approvato con delibera comunale n. 18 del 12 febbraio 2008, che incluse l’area nel ‘sistema ambientale e agricolo’, componente “Aree naturali protette nazionali e regionali” continua Corbucci “su entrambe queste decisioni la società Ostilia ha presentato due ricorsi al Tar del Lazio (RG 50/2005 e RG 176/2004”.
“Il 7 agosto del 2009 e siamo ai giorni nostri, la società Ostilia pur non avendo in mano alcun titolo da vantare nei confronti del Comune di Roma ha comunqur formulato all’amministrazione una proposta di transizione per risolvere il contenzioso posto in essere con i ricorsi al Tar del Lazio” spiega Corbucci “la cosa inquietante è che la Ostilia, società del gruppo Bonifaci S.p.A., ha richiesto una compensazione urbanistica su un’area ormai salvaguardata e dove è impossibile edificare”.
“Nonostante la proposta di edificazione sia stata stralciata nel 1965 e l’area tutelata ulteriormente con il Nuovo Piano Regolatore del 2008, la proprietà sta cercando di riprovarci agitando nei confronti dei cittadini lo spauracchio degli orti urbani, ben sapendo che sul quel terreno non è possibile mettere alcuna rete o cinta perimetrale che precluda l’utilizzo pubblico del verde da parte dei cittadini” continua Corbucci. “Inoltre viene il forte sospetto che la società Ostilia del gruppo Bonifaci, possa ottenere la compensazione, già ufficialmente richiesta il 3 febbraio del 2010 (prot. 051/10/UT/LC/VC), nell’ambito dei Progetti Urbani di Riqualificazione che ci fanno subito tornare in mente l’art. 11 Fidene Valmeliana, dove l’intervento edificatorio che interessa la zona di Piazza Minucciano è di proprietà di un’altra società del gruppo Bonifaci. In questo caso la proprietà ha legittimamente un’autorizzazione a costruire cubatura commerciale, ma nonostante questo continua a chiedere con insistenza un cambio di destinazione d’uso a residenziale a parità di cubature. Una richiesta che fino ad oggi è sembrata incomprensibile ed impraticabile, ma che potrebbe celare l’intenzione di mettere sul piatto della bilancia la cessione di alcune aree, come ad esempio quella del Parco dell’Aniene, al fine di ottenere la cubatura richiesta. Come a dire ti cedo un’area verde dove non posso edificare nulla e che anzi dovrei attrezzare a parco pubblico e tu in cambio mi regali metri cubi di residenziale in un’area in cui potrei costruire solo commerciale. Un vantaggio a senso unico per i costruttori, con il rischio di mettere i cittadini gli uni contro gli altri, nella difesa dei singoli quartieri, privati di una visione più complessiva dell’intera vicenda” continua Corbucci.
“In conclusione l’area a verde pubblico compresa tra il Ponte Nomentano e via Fagnana gode di tutti i vincoli possibili. Non vi possono esser fatte edificazioni. Non vi possono essere installati orti perimetrati ed affidati a chicchessia che la sottraggano al verde pubblico ed al pubblico utilizzo. Difatti la paventata rete non è stata mai installata poichè sarebbe stato un vero e proprio abuso. E in sintesi, infatti, alla Ostilia non interessa nulla di quell’area poiché vorrebbe una compensazione residenziale in altre zone, pur sapendo di non aver alcune titolo per ottenerla. Il rischio è che sostenere la posizione dell’amministrazione di centrodestra di Bonelli sulla compensazione edilizia, votata in municipio con l’ordine del giorno presentato dalla consigliera Jessica De Napoli, possa portare altro cemento ingiustificato in un’altra zona del Municipio. Sarebbe addirittura paradossale se poi quella zona fosse proprio Piazza Minucciano, sempre di proprietà del gruppo Bonifaci” conclude Corbucci “al comitato Parco Aniene Città Giardino chiediamo quindi di continuare a combattere, e noi saremo al loro fianco, per la difesa del verde pubblico senza però perorare l’idea di una compensazione edilizia ingiustificata che serve soltanto a promuovere una speculazione da parte della proprietà. Fino a che sono in discussione i due ricorsi al Tar sull’area non si potrà fare nulla, ne edificazioni ne orti. Questa è la verità, i progetti di Ostilia sono solo un bluff”.