Tagli alla scuola, lettera aperta del preside del Liceo classico Aristofane

Pubblico la lettera di denuncia dei tagli alla scuola pubblica, inviata ai genitori, dal Preside e dal presidente del consiglio d’Istituto del Liceo classico Aristofane di Roma che mi è stata rinoltrata.
Gentili genitori,
anche quest’anno, come ormai da quattro anni, riteniamo che sia necessario mettervi a conoscenza della situazione che le nostre scuole stanno affrontando dopo la drammatica stagione dei “tagli” degli scorsi anni e alla vigilia di un pesantissimo “dimensionamento”, che ridisegnerà completamente la geografia del servizio scolastico sul territorio così come la conoscete. Come abbiamo denunciato più volte i tagli previsti dalla legge 133 del 2008 ed effettuati nell’ultimo triennio hanno impoverito il servizio scolastico sotto ogni punto di vista:

– il numero dei docenti e del personale ATA (personale di segreteria, collaboratori scolastici e assistenti tecnici) è drasticamente diminuito (rispettivamente 87.341 e 44.500 posti in meno);
– non sono state attivate nuove classi a tempo pieno, nonostante le richieste delle famiglie, con particolare riferimento alla scuola dell’infanzia dove permangono inaccettabili e lunghissime liste d’attesa;
– il rapporto docenti-alunni è aumentato con punte di 29-30 alunni per classe, anche in presenza di alunni disabili;
– le Scuole Superiori hanno sempre più difficoltà a coprire le cosiddette “ore buche” per mancanza di seri incentivi ai docenti, con conseguente diminuzione del monte ore annuale previsto per gli alunni e a sostenere i corsi di recupero soprattutto quelli estivi per la totale mancanza di fondi;
– i finanziamenti destinati alle scuole per assicurare aspetti fondamentali del loro funzionamento sono stati, nel triennio, drasticamente ridotti: quasi completamente azzerati quelli destinati ai corsi di recupero delle scuole superiori, ridotti del 71% quelli per il miglioramento dell’offerta formativa, gravemente insufficienti quelli destinati agli acquisti di materiali di consumo, fotocopie, manutenzioni, sicurezza, ecc.
– in questa situazione molte scuole, anche dell’obbligo, hanno deciso di richiedere contributi alle famiglie che, utilizzati esclusivamente per servizi rivolti agli alunni e gestiti con trasparenza, rappresentano effettivamente una valida risorsa per migliorare il servizio.
– a tutto questo occorre aggiungere che tagli simili hanno coinvolto pesantemente anche i bilanci e il personale dei servizi sociosanitari territoriali (AA.SS.LL. e servizi sociali per primi), compromettendo ulteriormente gli interventi su tutte le situazioni di disabilità e svantaggio sociale presenti nelle scuole.

La legge 133 del 2008, che ha provocato quest’ondata di tagli, prevedeva anche che il 30% di questi risparmi fosse reinvestito all’interno delle scuole: di questo 30% non si è vista ancora traccia.

Ma è davvero finita la stagione dei tagli? Il nuovo Ministro ha assicurato che la scuola non dovrà sopportare altri interventi riduttivi; nel frattempo, però, le scuole sono alle prese con le conseguenze dei tagli precedenti: nel Lazio, ad esempio, l’assegnazione degli organici dei docenti di scuola primaria e di sostegno per il prossimo anno scolastico ha registrato ulteriori diminuzioni rispetto allo scorso anno, con la conseguenza di dover aumentare il numero dei docenti che intervengono nelle classi (eliminando contemporaneamente le ore di compresenza, indispensabili per intervenire precocemente sulle difficoltà di apprendimento degli alunni), e di non poter sempre assicurare il tempo scuola richiesto dai genitori.

Il piano di dimensionamento delle scuole, infine, previsto dalla legge 111 del 15 luglio 2011, eliminerà dal prossimo anno le scuole primarie e le scuole medie, che diventeranno tutte “istituti comprensivi”, accorpando tra loro plessi e sedi in modo spesso tutt’altro che logico dal punto di vista della continuità didattica e della geografia dei territori, col risultato di costituire scuole con un minimo di 1000 e fino a oltre 1500 alunni e un numero elevatissimo di plessi (anche più di 10). Analogo accorpamento riguarderà le scuole superiori, che dovranno avere almeno 600 alunni, anche in presenza di indirizzi diversissimi tra loro. I problemi gestionali e l’ampliamento di responsabilità che ne deriveranno sono fin troppo facili da intuire: i dirigenti scolastici, da soli, avranno gravi difficoltà a governare scuole così grandi e complesse in modo efficace e rispondente ai bisogni dell’utenza.

Proprio in questi giorni, inoltre, a proposito di “spending review”, si tornano ad affacciare ipotesi inquietanti di ulteriori risparmi sull’istruzione, da conseguire, ad esempio, unificando le segreterie di più scuole o azzerando nuovamente i fondi per il loro funzionamento o addirittura aumentando ancora il numero di alunni per classe.

Le Scuole hanno pagato in questi anni un tributo molto pesante alle difficoltà vissute dal Paese, giungendo quasi al limite della possibilità di garantire il proprio servizio essenziale; ciononostante si sono sforzate di ottimizzare al massimo le proprie risorse, imparando a gestirle in modo alternativo e spesso innovativo, con la collaborazione e il coinvolgimento del proprio personale e delle famiglie. Ora ci aspettiamo, però, che alle tante parole, ai continui proclami politici sulla centralità della scuola per la crescita del Paese, corrispondano finalmente indirizzi strategici precisi, sorretti da reali investimenti, che diano nuova spinta e motivazione al quotidiano, difficile impegno delle scuole.

Chiediamo quindi anche a voi genitori di continuare a sostenere la scuola pubblica, la “nostra” scuola pubblica, con la vostra partecipazione attiva e costruttiva: in un Paese in crisi, che stenta a progettare il proprio futuro, siamo sempre più convinti che l’energia per riscattarsi possa derivare solo dalla rinnovata considerazione della scuola e della cultura da parte della società civile.

Il Presidente del Consiglio d’Istituto
(Prof. Antonio Cocozza)
Il Preside
(Claudio Salone)

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