Scuola, il Tar non concede la sospensiva a 7 ricorsi sul dimensionamento. I genitori del IV al Consiglio di Stato. Pd: “battaglia ancora apertissima”

Il Tar del Lazio non concede la sospensiva sui sette ricorsi in discussione sul dimensionamento scolastico. La sospensiva su quello del IV Municipio, il più corposo, non viene concessa con una motivazione che rimanda al giudizio di merito e che lascia ancora aperti i giochi. Troppo tempo per i legali degli oltre tremila genitori ricorrenti che annunciano ricorso al consiglio di Stato che fra una ventina di giorni dovrà confermare o meno la decisione della I sezione del tribunale amministrativo. “Siamo pronti ad andare al consiglio di Stato perchè il Tar non ha voluto confermare quanto già deciso per Rieti, cioè la carenza di motivazione che ha portato la Regione Lazio a stravolgere quanto deliberato dalla Provincia di Roma, accogliendo le richieste delle scuole” spiega Marzia Maccaroni, presidente del consiglio d’Istituto Montessori fra le scuole ricorrenti. Cantano vittoria il Presidente del IV Municipio Cristiano Bonelli e l’assessore alla scuola Francesco Filini: “la sentenza del Tar del Lazio sul dimensionamento scolastico non fa che confermare il buon operato di Municipio, Comune e Regione che, attraverso un ampio processo partecipativo ha ridisegnato la mappatura scolastica di Montesacro come imposto dalla recente manovra finanziaria”. Il centrodestra municipale le cui scelte hanno generato le proteste dei genitori attacca il Pd: “spiace che alcuni soggetti del PD locale abbiano dato strumentalmente fuoco alle polveri portando addirittura bambini e genitori sotto il tribunale per fare pressioni, ma quando si trattava di rappresentarli nelle assemblee organizzate dal Municipio per condividere il piano, risultavano puntualmente assenti confermando di avere come unico interesse quello di rimediare qualche consenso elettorale”. “Bonelli è solito parlare sempre troppo ed in anticipo, proprio come fece sugli abusi edilizi del Salaria Sport Village consentiti sotto la sua presidenza. La sua foto nella hall del Salaria, qualche settimana prima del sequestro e dopo il primo parere negativo del Tar del Lazio, sta a testimoniare quanto poco capisca di tribunali amministrativi, ricorsi e diritti dei cittadini. I genitori al Tar del Lazio sono dovuti andare proprio per la sua arroganza ed incapacità” la risposta del vicepresidente del consiglio del Pd Riccardo Corbucci.

Sollevata l’assessore alla scuola della Regione Lazio Gabriella Sentinelli che commenta: “trasformare il Tar in uno stadio e portare bambini e ragazzi davanti ad un tribunale che deve garantire solo la legittimità degli atti amministrativi è una classico esempio di strumentalizzazione della politica. Come già detto la scorsa settimana in merito alla decisione del TAR di accoglimento della sospensiva richiesta dalla Provincia di Rieti, la Regione ha atteso anche oggi con serenità la pubblicazione delle ordinanze, relative agli altri ricorsi discussi ieri dalla sezione I ter del Tar di Roma”. Pronta la replica del pd provinciale per voce di Paolo Bianchini, presidente della commissione scuola e Marco Palumbo: “l’assessore regionale Sentinelli non ha nulla di cui essere soddisfatta perché i genitori che hanno fatto ricorso al Tar del Lazio, non soltanto non sono stati strumentalizzati da nessuno, ma per vedere rispettati i propri diritti e quelli dei propri figli hanno dovuto perdere tempo e giornate di lavoro. Peraltro, per quanto concerne il ricorso del IV municipio, tra i 7 ai quali oggi non è stata concessa la sospensiva, la vicenda non è affatto chiusa. Sia perché le motivazioni che hanno determinato il diniego alla sospensiva non colpiscono minimamente i pilastri su cui si basa il ricorso che sono la violazione della continuità didattica e la carenza di motivazioni con cui la regione ha stravolto il deliberato della Provincia di Roma, sia perché su questa decisione i genitori hanno già preannunciato ricorso al Consiglio di Stato”.

La I sezione ter del Tar del Lazio ha respinto sette delle otto richieste di sospensiva in discussione nella giornata di ieri. Accolta, con conseguente sospensione di parte del Piano, solo quella del ‘Convitto Nazionale Regina Margherità di Roma, perchè per il Tar, la disciplina che li regola è diversa da quella delle altre scuole rispetto all’autonomia delle istituzioni scolastiche. Accogliendo la richiesta di sospensione del Piano di dimensionamento scolastico nel Lazio proposta dal ‘Convitto Nazionale Regina Margherità di Roma e da una serie di genitori e docenti, il Tar ha ritenuto che i Convitti nazionali «sono disciplinati da una legge che prevede un trattamento particolare rispetto all’autonomia delle Istituzioni scolastiche» per quanto riguarda il loro accorpamento con altre strutture scolastiche. Per questo ha accolto l’istanza cautelare proposta sospendendo la delibera regionale relativamente al solo Convitto ricorrente. Cosa diversa per gli altri ricorsi proposti. Rispondendo alle censure proposte dal comune di Sora e da alcuni genitori in merito alla carente motivazione alla base di alcuni accorpamenti scolastici, il Tar ha sostenuto che «Il piano di dimensionamento delle Istituzione scolastiche – si legge nelle ordinanze – ha natura di atto generale a contenuto pianificatorio e come tale sottratto all’obbligo di motivazione», nonchè che «non ricorrono, nel caso di specie, peculiari ed eccezionali circostanze che consentono di derogare a tale postulato». L’effetto è stato quello di non accogliere le richieste dei ricorrenti. Respinte anche le richieste di sospensione del Piano avanzate dal ‘Convitto Nazionale Tullianò di Arpino e da genitori di bambini frequentanti le scuole del V Municipio di Roma. Per il Tar non ricorrono i presupposti utili per la concessione della sospensione «in quanto dagli elementi di valutazione acquisiti non emergono profili che inducono ad una ragionevole previsione sull’esito favorevole del ricorso, considerato anche che il ricorso non risulta essere stato correttamente notificato all’Amministrazione regionale». Il fatto che «non appare adeguatamente comprovata la sussistenza del pregiudizio grave ed irreparabile prescritto dalla legge» ha portato a respingere le richieste del comune di Frosinone. Particolare la motivazione per il maxiricorso del IV Municipio. Per respingere la sospensiva il Tar ha scritto: “le deduzioni rassegnate appaiono adeguatamente contraddette dalle parti evocate in giudizio” (ovvero Regione Lazio, Comune di Roma e Ministero dell’Istruzione). Il tutto rinviato al merito, ricorsi al consiglio di stato permettendo.

«Non comprendiamo – spiegano Paolo Bianchini e Riccardo Corbucci – perché il ricorso del IV municipio analogo per contenuto e motivazioni a quello della Provincia e del Comune di Rieti non abbia avuto lo stesso esito, ovvero la sospensiva, soprattutto in relazione alla motivazione molto generica con la quale il Tribunale amministrativo rimanda la decisione alla fase di dibattito». «Condividiamo dunque la decisione dei genitori di accelerare il giudizio con un ricorso al Consiglio di Stato – riprendono – in quanto il prolungamento dei tempi per la decisione può soltanto peggiorare la già difficile situazione delle scuole romane. Tutto si sarebbe potuto evitare – sottolineano gli esponenti Pd – se il Municipio, il Comune e la Regione avessero fatto bene il proprio lavoro». Felice invece il consigliere regionale del Pd Francesca Scalia che commenta favorevolmente l’unico ricorso andato a segno (quello di Anagni): “questa decisione conferma le ragioni delle nostre battaglie in Commissione Scuola e quelle sostenute con forza dai genitori, dagli studenti e dal personale scolastico del Convitto. Istituti come questi, sono stati recentemente riconosciuti di importanza comunitaria, per questo sarebbe stato un vero paradosso ridimensionarli o addirittura chiuderli. Purtroppo l’Amministrazione Provinciale e quella Regionale continuano ad essere miopi, tagliando servizi essenziali come la sanità e l’istruzione.”

La vicenda è tutt’altro che chiusa e come ha dimostrato la vicenda dei ricorsi al Salaria Sport Village, le sorprese sono sempre dietro l’angolo. Almeno così sperano gli oltre tremila genitori che non si danno pervinti.

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