“’Il grande regno’ dell’emergenza Tevere”, ovvero usi e abusi sul fiume che attraversa Roma, fino al litorale. Il Labur e il Comitato Civico 2013, hanno voluto ripercorrere, analizzare e approfondire, i progetti legati al Tevere e alla sua foce, in un’assemblea pubblica.
“In questo momento non c’è più la certezza della legge – spiega l’urbanista Paula De Jesus – Quando la Protezione Civile dichiara che un territorio è in stato di emergenza, si saltano tutte le procedure e le regole. Il Tevere è un grande business. Tutti i progetti vedono lo sviluppo urbanistico di Roma dal Tevere alla foce. Il Comune di Roma definisce queste aree come: “Sottoutilizzate, senza manutenzione e con scarso utilizzo da parte degli abitanti”. La realtà è che le aree verdi fanno parte dei servizi per i cittadini, mentre la prassi attuale vede queste aree totalmente in stato di abbandono, in modo da poter poi vendere come riqualificazione opere che arricchiscono pochi”.
Questo binomio viene ripreso da Mirella Belvisi, consigliere nazionale di Italia Nostra, per un altro abuso nato sul Tevere. Trattasi del Salaria Sport Village, impianto di 75.000 mq nato per i mondiali di nuoto, in una zona a rischio esondazione. Di proprietà di Diego Anemone e Filippo Balducci, l’impianto è stato definito idoneo dal commissario straordinario con superpoteri Angelo Balducci, con parere contrario di Comune, Provincia e Regione.
“Con la scusa dei grandi eventi – spiega la Belvisi – è stata fatta una legge che da poteri enormi alla Protezione Civile. Noi abbiamo fatto molte denunce, che non arrivavano mai in fondo, a volte perché si smarriva il fascicolo, altre perché scadevano i termini. Eravamo però al centro delle intercettazioni tra i Balducci e gli Anemone, che volevano impedirci di fare ulteriori denunce e cosa ben più grave, si voleva fare pressioni sul Tar. Qui si fanno opere con i soldi dei cittadini per fare opere a beneficio dei privati, che non sono aperte al pubblico”.
Sulla scia dell’intervento della Belvisi, il vice presidente del Consiglio del IV Municipio, Riccardo Corbucci, prosegue: “Con la nostra battaglia contro il Salaria Sport Village abbiamo fatto emergere che ormai la corruzione non serve più, perché le leggi si aggirano direttamente. Tutto è emergenza, compresi i 150 anni dell’Unità d’Italia. Si è riusciti a convincere i cittadini che l’emergenza equivale alla politica del fare, la realtà mostra un Paese dove i cittadini devono rispettare le leggi, mentre chi ha soldi o amici influenti le può scavalcare”.
Da Roma si arriva ben presto all’Idroscalo, protagonista di uno sgombero lo scorso 23 febbraio, ampiamente documentato dai media: “La verità – ha dichiarato Paula De Jesus – è che l’Idroscalo è stato sgomberato per il raddoppio del porto”. Mentre Andrea Schiavone, presidente del Labur racconta di grossolane bugie: “Non c’era alcun allarme nelle 36 ore precedenti da parte della Protezione Civile. Per uno sgombero sono necessari un allarme, una successiva valutazione del pericolo e un alloggio alternativo. Dopo la piena del 2008 l’Autorità di Bacino decise di far partire il PS5, e l’unico intervento scritto su quell’ordinanza riguardava la pulizia degli arenili di Ostia e Fiumicino. Inoltre l’unico Commissario delegato era il Presidente della Regione, quindi il sindaco Alemanno ha effettuato un’operazione che – sempre secondo Schiavone – non era di sua competenza, considerando anche il fatto che l’area è demaniale e non comunale”.
Un accenno anche al condono che sarà votato all’interno del decreto definito “mille proroghe” come anticipa la De Jesus: “Il condono non riguarda il singolo, ma servirà a sanare grandi abusi commessi prima del 2003, e quindi anche le Terrazze del Presidente”.
Numerosi gli interventi degli altri Comitati, tra i quali Edoardo Morello, presidente del Cdq Fiumara Grande: “La zona di Passo della Sentinella è a rischio R4 come quasi tutta l’Isola Sacra, ma mentre a Fiumicino si rilasciano concessioni edilizie, la foce si considera come un ricovero di delinquenti. Eppure esiste una sentenza di un tribunale, datata 1994, nella quale viene dichiarata la zona come non demaniale e non golenale. I nove vincitori della causa sono di fatto proprietari”.
C’è poi Elena, residente all’Idroscalo che sottolinea un paradosso: “Paghiamo le utenze, risultiamo residenti ai rispettivi numeri civici, l’Ama passa regolarmente e c’è un capolinea degli autobus”. Barbarino Iannucci, presidente dell’Associazione Tevere Nuovo si sofferma invece sulla cantieristica nata sul Fiume: “Se doveva essere operativo il PS5, perché i cantieri sono nati come funghi? Nel PS5 è chiaramente spiegato che devono esserci delle zone per far defluire l’acqua in caso di esondazione, le barche invece creano delle dighe. Il fiume è precipitato in una industrializzazione che lo mette a repentaglio”.
Conclude Carlo Lucherini, vice presidente del Consiglio Regionale del Lazio e conoscitore della situazione del fiume come ex sindaco di Monterotondo: “Il piano dell’Autorità di Bacino deve essere presa in considerazione. Quando ero sindaco, a nord di Monterotondo si continuava a costruire in zona a rischio esondazione. Non è possibile edificare se non si fanno preventivamente opere di salvaguardia dell’esistente. Il PS5 prevede che prima di costruire sia necessario il parere dell’Autorità di Bacino, oltre a quello comunale. Nel caso del Salaria Sport Village ci rendemmo conto che qualcosa non andava, com’era possibile dare parere positivo se a poca distanza non si poteva costruire? Facemmo una serie di interrogazioni in regione, ma nonostante i dinieghi di tutti gli enti, si passò ad edificare in base alla legge sulle emergenze, ma il grande vento non ci salverà in caso di piena. Deve necessariamente esserci un equilibrio corretto per intervenire sul fiume dal punto di vista ambientale, poiché le concessioni facili possono mettere a rischio intere città”.
Dal Faro giornale online